Il principe del Foro ha 100 anni – L’inchino di Caserta a Garofalo –

Da sinistra: Trofino, Stellato, Sgambato, Nicola ed altri alla festa dei primi 100 anni dell’avvocato degli indifendibili

Ieri le celebrazioni per il compleanno dell’ultimo dei professionisti che hanno reso grande la scuola forense sammaritana.  Colleghi, personalità, familiari e giornalisti hanno reso omaggio all’avvocato

 

Con il presidente dell’Ordine Del Vecchio e altri consiglieri avvocati

Il Presidente Del Vecchio

 

Con l’avvocato Paolo Trofino e l’avvocatessa Maria Lampitella

 

 

Con i giornalisti Ferdinando Terlizzi e con Ugo Clemente  direttore editoriale di Cronache di Caserta e Cronaca di Napoli

CASERTA – Amici, colleghi, rappresentanti delle istituzioni e giornalisti hanno affollato, ieri pomeriggio, lo studio dell’avvocato penalista Giuseppe Garofalo in via Cappabianca, a Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta, per festeggiare il compleanno numero 100 del decano degli avvocati sammaritani, raffinato scrittore e autorevole storico della giustizia italiana. Alla festa hanno partecipato moltissimi avvocati del Foro di Santa Maria Capua Vetere e personaggi politici, tra i quali il presidente dell’Ordine forense Angela Del Vecchio, l’ex presidente della Camera Penale di Santa Maria Capua Vetere Camillo Irace, l’attuale presidente Francesco Petrillo, che ha conferito ufficialmente a Garofalo la presidenza onoraria dell’ente per decisione dell’intera Camera, il sindaco di Santa Maria Capua Vetere Antonio Mirra, l’ex consigliere regionale Giuseppe Stellato, la ex deputata del Partito Democratico Camilla Sgambato, il penalista Paolo Trofino, l’ex presidente del Consiglio Regionale della Campania Paolo Romano, l’ex presidente dell’Ordine forense Elio Sticco, il presidente della Società di Storia Patria Alberto Zaza, che gli ha comunicato la nomina a membro onorario dell’ente e, ovviamente, il figlio dell’avvocato Garofalo, Nicola, anche lui stimato avvocato, già presidente della commissione Carceri dell’Ordine sammaritano ed ex assessore provinciale allo Sport, nonché il nipote avvocato Roberto Garofalo.

Con il figlio Nicola e con Antonio Mirra sindaco di Santa Maria Capua Vetere

Circondato dall’affetto della sua famiglia ( la nipote Paola, figlia di Nicola, avvocatessa e la professoressa Tiziana Chianese, moglie dell’avvocato Nicola)  e degli amici, l’ex coordinatore delle Camere Penali della Campania, primo presidente della Camera Penale di Santa Maria Capua Vetere e oggi membro onorario dell’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere, ha ringraziato i presenti e ha spiegato loro che ci sono ancora tante cose che gli piacerebbe fare, tanti progetti da portare a termine e si augura di poter continuare a fare ciò che ama.

Con la nipote Paola e con Francesco Petrillo e poi con il figlio Nicola, la nuora Tiziana e la nipote Paola

Nel suo accorato intervento di ringraziamento, non ha mancato di ricordare qualche aneddoto della storia della giustizia italiana, alla quale ha dedicato anni di studio intenso e appassionato. In particolare ha parlato dei tempi della Santa Inquisizione: “A Napoli le teste dei condannati a morte venivano appese sulla mura di Castel Capuano. Rimanevano lì per anni. La gente raccontava che di notte, quando Castel Capuano era chiuso, i fantasmi tornavano ad attraversare i corridoi del palazzo. Secondo la leggenda un giorno accadde un fatto inquietante. I fascicoli processuali lasciati in ordine vennero trovati in disordine. Erano le anime di quegli uomini, che chiedevano un ritorno alla integrità e alla sepoltura cristiana. Il loro era un atto di accusa nei confronti dei giudici”.

Dopo aver ricevuto parole di apprezzamento e di stima dai colleghi e dai rappresentanti delle istituzioni presenti, Garofalo ha brindato e festeggiato con tutti. L’avvocato Irace ha sottolineato “l’amore per l’eresia” di Garofalo. “Per lui è il luogo della libertà. I suoi libri ci insegnano che nemmeno l’Inquisizione è riuscita a stabilire il proprio ordine a Napoli, perché i napoletani sono liberi. Ma il nucleo della libertà dei napoletani era ad Aversa. Garofalo è l’eretico, incarna lo spirito stesso della nostra avvocatura, del nostro territorio, il nostro modo di fare: la lotta contro l’omologazione, contro il potere”.

Con Gianpaolo Iaselli, Ferdinando Terlizzi e Camillo Irace – A destra con Francesco Petrillo

Tra i libri più noti e apprezzati di Garofalo si ricordano “Teatro di Giustizia”, “L’Empia Bilancia”, “Le ragioni del boia” e “La seconda guerra napoletana alla camorra”. Un nuovo lavoro è in uscita, questa volta sul tema delle epidemie che hanno sconvolto Napoli e la Campania.

 

 

FONTE: di Antonio Di Somma –