IN AULA

Norma “arresta-stalker”: la maggioranza vota no

BOCCIATO – L’emendamento contro gli aguzzini delle donne

DI VALERIA PACELLI E ILARIA PROIETTI
15 MARZO 2023

“Il messaggio che ho alla vigilia dell’8 marzo per le donne di questa nazione è questo: il punto non è quale sia il ruolo che gli altri hanno deciso per te, il punto è se tu lo accetti. Questo è quello che a mio avviso deve fare la differenza”. Così Giorgia Meloni l’8 marzo scorso invitava le donne a crederci ché il peggio è alle spalle e il futuro basta coglierlo. Addirittura meglio, lo stesso giorno, Matteo Salvini che aveva twittato: “Auguri a tutte le donne del mondo, con un pensiero e un abbraccio alle ragazze che purtroppo, ancora oggi, vivono in regimi che negano loro diritti, libertà, sorrisi, amore, vita. Non siete l’altra metà del mondo, siete IL MONDO”, così in maiuscolo. Parole, parole, parole… sui social e al microfono. E che non si tramutano in fatti: ieri i partiti di destra-centro hanno votato alla Camera contro un emendamento che riguarda il fermo di chi è indiziato di maltrattamenti e di atti persecutori. E chissà cosa ne pensa Giulia Bongiorno, paladina anti-stalking, eletta al Senato proprio con la Lega.

L’emendamento è quello a firma Stefania Ascari, del M5S. Fu bocciato in Commissione Giustizia a Montecitorio già l’8 marzo mentre tutti dedicavano un pensiero alle donne ed è stato ribocciato ieri in aula, che ha detto no anche a un ordine del giorno di contenuto analogo. Ma cosa prevede questo emendamento? Vuole intervenire sull’articolo 384 del Codice di procedura penale, quello che norma il “fermo di indiziato di delitto”, ossia di una persona sospettata di aver commesso un reato. Questo articolo in sostanza dice che fuori dalla flagranza di reato, se vi sono ragioni che facciano pensare a un pericolo di fuga, il pm può disporre il fermo di una persona indiziata di un delitto per il quale la legge stabilisce la pena dell’ergastolo o della reclusione non inferiore nel minimo a 2 anni e superiore nel massimo a sei. Ma che lo stalker non abbia alcuna intenzione di fuggire lo raccontano le cronache, anzi questi reati sono caratterizzati proprio dalla reiterazione. E dunque l’emendamento Ascari proponeva di inserire l’articolo l’1-bis al 384 del Codice di procedura penale per prevedere che, anche al di fuori dei reati di flagranza e di pericolo di fuga, il pm “con decreto motivato” può disporre il fermo di chi sia “gravemente indiziato” di aver commesso atti persecutori (612 bis del codice penale) o maltrattamenti contro familiari o conviventi (572 codice penale). E quindi si chiede di poter sottoporre a fermo chi commette questi reati quando ci sono elementi che facciano ritenere che possa commettere un atto contro la vita o l’incolumità delle persone. Spesso delle donne. Sono iniziative delle quali si parla da tempo e su cui non si è mai intervenuti.

“Quello della maggioranza è un segnale gravissimo, anzi una vergogna: è una destra che si dimostra sorda e indifferente alle sofferenze delle donne perseguitate dai loro aguzzini. (…) Evidentemente il governo e la maggioranza non vogliono far fare passi avanti al contrasto alla violenza di genere”, ha detto ieri Ascari che a Montecitorio era stata relatrice della legge sul Codice rosso. Ieri aveva anche presentato un emendamento per integrare quella legge. In maniera da incidere sulle circostanze aggravanti, nel senso di ritenerle sempre prevalenti quando si tratti di reati in danno di minori e donne in gravidanza. Hanno votato a favore le opposizioni, ma – come per l’emendamento sul fermo – anche questa proposta è stata bocciata da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. Insomma: viva, viva le donne, ma nel dì della festa. E soprattutto solo a parole.

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