*La gaia scienza e la scomparsa dell’umanità*

di Vincenzo D’Anna*

Il Transumanesimo è un movimento filosofico che ipotizza l’origine di un essere umano ben oltre l’umano. In pratica sostiene l’uso delle scoperte scientifiche e tecnologiche per migliorare e potenziare la condizione umana. Un proposito, s’intende, volto al bene, per aumentare le capacità fisiche e cognitive dell’homo sapiens (pensiamo alle malattie, all’invecchiamento ed alla qualità della vita stessa). Occorre dire che siamo nel campo della ricerca estrema, quella, in pratica, che affronta il delicatissimo compito di indagare e manipolare su aspetti della biologia e della genetica finora ancora inesplorati. Ambiti che possono modificare le regole millenarie della natura. In particolare la procreazione assistita e la manipolazione degli embrioni, di quel corredo genetico, cioè, che costituisce la parte intima che codifica l’uomo, la sua vita e, più in generale, l’esistenza stessa della umanità. Sono già note al grande pubblico alcune notizie nel campo della genetica come la decodificazione dell’intero genoma e la possibilità di poter intervenire su una parte del genoma stesso per correggere imperfezioni e mutazioni (congenite oppure indotte da particolari cause contingenti). Si sono così potute individuare le cause di diverse malattie rare, capendo l’insorgenza dei meccanismi biologici che sono alla base di patologie come, ad esempio, leucemia e cancro; si è compreso il funzionamento di molti processi che hanno indotto la produzione di farmaci e di terapie immunologiche efficaci. In sintesi: è sorta la cosiddetta medicina predittiva e le conseguenti cure personalizzate alle specifiche esigenze del paziente. Una vera e propria rivoluzione in campo medico e biologico, che sta stravolgendo le vecchie cure aumentando e non di poco la possibilità di guarire da patologie gravissime e mortali. Un corredo di scoperte e di tecniche talmente rivoluzionarie ed innovative da portare con sé anche molti interrogativi di carattere etico in quanto capaci di stravolgere la natura stessa della vita, se non di modificarne per sempre il corso e le prospettive. Basti pensare, ad esempio, alla manipolazione degli embrioni ed alle tecniche di selezione dei medesimi con lo scarto di quelli che geneticamente risultano inidonei oppure portatori di tare genetiche, oppure, ancora, di malattie per il nascituro. Per capirci: la talassemia, ovvero l’anemia mediterranea, una malattia genetica che ha flagellato le popolazioni costiere dei paesi di quel bacino, può essere individuata a livello dell’embrione e pertanto, come tale, eliminata insieme con lo stesso embrione. Tuttavia non tutto è così semplice e consequenziale e molti interrogativi si pongono sulla liceità di questi interventi che selezionano gli embrioni. L’eugenetica, la possibilità di procurarsi embrioni migliori e di scegliere le caratteristiche somatiche più belle (colore degli occhi e dei capelli, sesso del nascituro, resistenza alle malattie, altezza e prestanza fisica), inducono una mercificazione ed una manipolazione degli esseri umani. Se oggi la scala sociale viene abbordata per i requisiti naturali dei giovani, un domani potremmo avere in campo esseri umani super dotati, frutto delle manipolazioni embrionali pregresse. Che tipo di umanità sarebbe quella in cui dovesse esserci spazio per questi superman selezionati ed oggettivamente appartenenti ad una razza con caratteristiche superiori? Interrogativi che portano dritto dritto ad altre domande circa la sostanza stessa del Transumanesimo, ovvero la possibilità che una specie resa superiore per l’applicazione di tecniche scientifiche possa poi dominare in futuro su quella procreata naturalmente e con caratteristiche strutturali fisiologiche cosiddette “normali”. E’ di queste ore la notizia che un èquipe di scienziati israeliani ha creato, per la prima volta al mondo, embrioni sintetici ovvero prodotti senza l’uso di gameti maschili e femminili (!), partendo da cellule staminali. Un evento straordinario che rimescola le carte sulla stessa concezione della vita e sulla circostanza che essa abbia inizio con il concepimento. In tal modo, infatti, i figli potrebbero non più essere il frutto dell’amore tra due esseri umani di sesso diverso e come tali accolti da questi come loro parte stessa e consustanziale. Chiediamoci: che tipo di società sarebbe quella in cui dovesse essere cancellata del tutto la procreazione naturale ed a chi si rapporterebbero, i neonati, una volta venuti al mondo? A chi risponderebbero questi bambini e chi ne organizzerebbe la crescita sostenendone la loro vocazione esistenziale? Allo Stato forse, oppure il compito di allevarli toccherebbe ad un’entità specifica dotata di chissà quali canoni di educazione. E con quali fini ultimi per la vita di questi esseri umani, se ancora potremmo considerarli tali? Insomma una società in cui l’umanesimo stesso andrebbe a soccombere e con essa i diritti, le scelte individuali, la biodiversità e la libertà stessa dei singoli individui. Un mondo supervisionato, indistinto ed anonimo equivarrebbe alla scomparsa dell’umanità. E c’è chi la chiamò “gaia scienza”!!

 

*già parlamentare