Pulci di notte

di Stefano Lorenzetto

Il coltissimo Mephisto Waltz su Domenica, inserto culturale del Sole 24 Ore, si occupa dell’imprevisto, «quello che, al pari dell’uscita dello zero al tavolo della roulette, fa sbarellare i migliori indici di analisi finanziaria». Non abbiamo mai messo piede in un casinò, ma l’uscita dello zero non ci pare affatto un imprevisto. È piuttosto un evento che capita con regolarità. Secondo il calcolo delle probabilità, esso accade con una frequenza teorica del 2,70 per cento circa, ovvero 1 volta ogni 37, o, nelle roulette americane, 1 volta ogni 38. E si può puntare sullo zero che, per un en plein, paga 36 volte come tutti gli altri numeri. Più avanti Mephisto Waltz cita «una recente controversa scoperta astronomica: quella dell’asteroide “Oumuamua” (nulla a che vedere con l’Aumm Aumm napoletano)» e spiega che «secondo alcuni scienziati potrebbe essere un “oggetto di fattura aliena”, un “messaggero che arriva da lontano”, detto in lingua hawaiana». In realtà il Minor planet center dell’Unione astronomica internazionale ha chiamato il primo asteroide interstellare con il nome ʻOumuamua, senza virgolette inglesi ma preceduto da un apostrofo rovesciato (un segno grafico detto okina nella lingua polinesiana che si parla nelle isole Tonga). L’espressione è stata tradotta dalla Nasa come «messaggero che arriva per primo da lontano» o «messaggero da un lontano passato», e non «messaggero che arriva da lontano», come scrive Mephisto Waltz. Del quale non si può dire che la scienza sia il campo di gioco dove si esprime meglio.

Sempre su Domenica del Sole 24 Ore, bella recensione di Paolo Legrenzi a un libro su Guglielmo di Occam, quello del famoso rasoio, cui s’ispira il Guglielmo da Baskerville del Nome della rosa di Umberto Eco. Il docente di psicologia nelle prime tre righe colloca «Ockham a metà strada tra Londra e Oxford». Ma Ockham si trova 41 chilometri a sud ovest di Londra e Oxford 90 chilometri a nord ovest. Non ci siamo.

Nell’incipit del suo Buongiorno, sulla prima pagina della Stampa, Mattia Feltri censura «la multa comminata a un pensionato, durante il primo lockdown, per l’incauto acquisto di un paio di bottiglie di Barbera». È un peccato che anche il direttore dell’Huff Post si adegui all’andazzo generale, utilizzando in modo estensivo e improprio il verbo comminare, che nel linguaggio giuridico significa stabilire una sanzione per i trasgressori di una legge. Il verbo corretto da usare quando viene inflitta una pena, una condanna o una multa è irrogare.

In un editoriale sulle accuse provenienti dalla Germania contro il Papa emerito, per «aver coperto quattro sacerdoti pedofili quand’era arcivescovo a Monaco tra il 1977 e il 1982», Gianluigi Nuzzi scrive testualmente sulla Stampa: «Il mondo è sconvolto e indignato perché conosciamo le battaglie condotte contro la pedofilia di Benedetto XVI». Immaginando che Nuzzi non volesse dare del deviato sessuale all’anziano pontefice, avrebbe dovuto costruire il periodo in tutt’altro modo: «Il mondo è sconvolto e indignato perché conosciamo le battaglie condotte da Benedetto XVI contro la pedofilia».

Nell’edizione digitale della Repubblica, Daniele Castellani Perelli, inviato a Bruxelles, informa che «il governo dei Paesi Bassi è riuscito ad acquistare Il Portabandiera da un privato, e così lo ha reso per sempre disponibile al pubblico olandese». In conclusione precisa che il dipinto «alla fine troverà posto nella Galleria d’Onore del Rijksmuseum di Amsterdam. Accanto alla Ronda di Notte». Siccome l’articolo è stato dettato dalla capitale del Belgio, il titolista pensa bene (anzi male) di sintetizzare come segue: «Bruxelles, il Rijksmuseum compra il Portabandiera di Rembrandt per 175 milioni di euro. Ma scoppia la polemica». Ma forse lo stesso titolista dovrebbe anche sapere che il Rijksmuseum si trova ad Amsterdam, capitale dei Paesi Bassi, non a Bruxelles.

Intervistando sul Corriere della Sera l’ex calciatore Damiano Tommasi, oggi candidato sindaco di Verona, Stefano Lorenzetto nello spazio di appena 13 righe usa per tre volte, fra domande e risposte, il verbo accettare, variamente declinato. Non si può accettare.

Il Foglio annuncia che Alfredo Altavilla e Fabio Lazzerini, presidente e amministratore delegato della neonata compagnia di bandiera nata dalle ceneri di Alitalia, «intendono anticipare i target 2022 all’estate». Titolo: «Conti Ati». Ma si chiama Ita airways.

Apprendiamo dal Corriere della Sera che il convegno internazionale su «L’enigma Caravaggio» si terrà online su Zoom «per tutto il mese di gennaio nelle giornate di mercoledì 12, mercoledì 19, venerdì 21, mercoledì 26 e venerdì 28 gennaio». Scrivere tutto il mese per soli 5 giorni ci pare eccessivo, al pari della ripetizione di gennaio. La notizia poi specifica: «Un’iniziativa originale e innovativa che unisce il mondo accademico e universitario a quello della divulgazione». Lodevole proposito, tuttavia eravamo convinti che accademico e universitario definissero il medesimo ambito, tant’è che nei dizionari il primo aggettivo figura come sinonimo del secondo, e viceversa.

Sul Venerdì di Repubblica, Brunella Schisa, di solito molto accurata, intervista Maria Grazia Colombari, autrice del saggio Tutti i peccati mortali sono femmine (Robin Edizioni), e le pone questa domanda: «Pettegole, inaffidabili, chiacchierone, tutti ci vorrebbero zittire. “Ornamento delle donne è il silenzio” diceva Sofocle, e la Bibbia e il Talmud, prima di lui. Cosa fa paura delle donne?». Riferimento insidioso: esatto per la Bibbia, sbagliato per il Talmud. La raccolta di trattati giuridici e religiosi dell’ebraismo ortodosso risale infatti ai secoli dal III al V dopo Cristo, mentre il tragediografo greco nacque nel 497 (data incerta) e morì nel 406, ma avanti Cristo.

SL
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