venerdì, 26 Aprile 2024
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Foto IPP/Simone Bergamaschi Milano 22/03/2019 Trasmissione di Rai Educational TV-Talk nella Foto: Selvaggia Lucarelli Opinionista

Il voltagabbana Salvini, dalla Giustizia ai vaccini di Selvaggia Lucarelli

 

 

Il voltagabbana Salvini, dalla Giustizia ai vaccini

“Le rivoluzioni nascono da scintille. Se per sani principi c’è bisogno di finire in galera, qua dentro tanta gente lo farà mettendo a rischio la sua libertà personale. Chi tocca uno dei nostri deve cominciare ad aver paura, chi arresta uno dei nostri senza motivo lo andiamo a prendere a casa ovunque sia, chi attacca la nostra gente deve avere paura. Non è una minaccia, ma un impegno. Il boia sa che se ci togliamo il cappio il primo a rimetterci le penne è lui”. Potrebbe essere il comizio di qualche testa calda di Forza Nuova o dell’ultrà di una curva e invece, a parlare così solo sette anni fa, era il promotore del referendum sulla Giustizia, Matteo Salvini. Ripeto, quel tizio al governo che invoca la giustizia giusta, il garantismo, la presunzione d’innocenza e così via. Quel tizio che dai gazebo grida “firmate per la giustizia” credendosi Pannella e che fino a poco tempo fa suggeriva di organizzare squadroni credendosi Maduro. Uno che al congresso della Lega suggeriva di andare a prelevare i giudici a casa, invitava gli elettori a commettere reati in nome della rivoluzione contro i boia di Bruxelles (tipo Draghi), che parlava di qualcuno che avrebbe dovuto “rimetterci le penne”. Perché in questi anni sull’incoerenza di Matteo Salvini si sono consumati fiumi di inchiostro e pure numerosi affluenti, ma il periodo che attraversiamo ne condensa l’ipocrisia nel suo succo più concentrato di sempre. Del suo credibile sforzo per una giustizia giusta abbiamo appena detto, e basterebbe anche solo quello, se non si aggiungesse l’esilarante arringa di ieri in difesa dell’assessore alla sicurezza di Voghera, che ha sparato a un cittadino straniero in seguito a una discussione. Ora, a parte l’episodio in sé, per cui è un po’ come se l’assessore al turismo a Pisa riempisse la torre di cariche esplosive e ci costruisse sopra un lavaggio auto, secondo Salvini “si tratterebbe di legittima difesa visto che accidentalmente è partito un colpo”. In pratica, secondo il promotore del referendum sulla Giustizia, l’assessore si è difeso sparando a sua insaputa. L’imputato eventuale dunque è la pistola. O, al massimo, la mano dell’assessore, che però vivrebbe di vita propria tipo Mano della Famiglia Addams. Mi raccomando, andate a firmare il referendum. Pure con una mano non vostra, alla Lega va bene lo stesso. Anche sul ddl Zan, nell’ultimo mese, l’ipocrisia di Salvini ha compiuto le sue acrobazie migliori. Sorvolando su tutte le sue false interpretazioni della proposta di legge, l’idea che la sua avversione al ddl si basi soprattutto sullo spauracchio “reati d’opinione” fa parecchio ridere. Salvini che ha paura di vedere se stesso o uno dei raffinati pensatori del suo partito imputati per un reato d’opinione. Lui, che ai reati d’opinione s’appella compulsivamente per zittire non solo i suoi nemici, ma anche semplici cittadini, vittime dello Stato, vignettisti, giornalisti, perfino sacerdoti. Lui che querela la Cucchi perché gli dà dello sciacallo. De Benedetti perché gli dà dello xenofobo. Vauro per una vignetta. Il Fatto per “cazzaro verde”. Saviano. E perfino il povero Don Alberto, 80 anni, che aveva detto: “O si è cristiani o si è con Salvini”. I reati d’opinione, insomma, gli piacciono parecchio, purché evidentemente qualcuno non voglia impedire ai suoi colleghi di partito o ai suoi elettori di dire, che so, che i gay vanno bruciati a novembre assieme alle foglie secche. E infine, l’ipocrisia acrobatica più spettacolare: la sua limpida, cristallina posizione sui vaccini. Basta domandargli se si è vaccinato per leggere nei suoi occhi la serenità di Totti quando gli chiedono di Spalletti. Ben attento a non scontentare i no-vax, non solo non si è vaccinato nonostante usi la mascherina per asciugarsi la fronte e faccia selfie pure con la spugnetta cattura-sporco, ma alla domanda “è favorevole alla vaccinazione?”, risponde: “Io non vado in giro a inseguire la gente con la siringa!”. Che voglio dire, è una risposta di per sé piuttosto curiosa. È tipo chiedere a qualcuno: “Le piace il mare?”. “Be’, non vado mica in giro con un ombrellone nel sedere!”. O: “È favorevole all’eutanasia?”. “Be’ non vado mica in giro a mettere in faccia cuscini alla gente!”. “Scusi Salvini, condivide le battaglie di Greta Thunberg?”. “Sì, ma non chiedo mica a Claudio Borghi di farsi le trecce!”. Boh. Roba che uno alla fine non sa mai dove collocarlo, quest’uomo. Salvini risponde a ogni offerta possibile, asseconda qualunque idea, ammicca a qualunque corrente. Giustizialista, garantista, pro-vax, no-vax, pistolero texano, fine giurista, euro-nemico, euro-scodinzolante. Tutto. Lui non cambia idea. Non cambia palco. Cambia platea. E chi dice che è un buon venditore di tappeti, sbaglia. Lui vende tutto, dai tappeti alle ciabatte elettriche. Solo che se torni a cambiare qualcosa di tarocco o non funzionante, scopri che il negozio è sparito: ha già aperto una pizzeria. Ogni volta che parla in una piazza gli andrebbe ricordato. Magari alzando una mano. E se non gli piace la domanda, ricordatevi: potete sempre dire che la mano non era la vostra.

 

 

 

GIOVEDì 22 LUGLIO 2021

Clamoroso

Entro la fine dell’anno la regione Lombardia approverà una legge che permetterà ai defunti di riposare per sempre con i loro animali domestici accanto. Il Comune di Milano ha già inserito la nuova norma nelle disposizioni cimiteriali [Guasco, Mess].

In prima pagina

• L’assessore alla Sicurezza del Comune di Voghera, il leghista Massimo Adriatici, ha ucciso con un colpo di pistola un marocchino dopo una lite davanti a un bar

• Alla Camera il ministro Marta Cartabia ha difeso la bontà della sua riforma del processo penale e ha annunciato una commissione interna per indagare su tutte le carceri dove ci sono state rivolte nel 2020

• Marinella Soldi è la nuova presidente della Rai

• In Italia ieri sono stati registrati 21 morti di Covid. Il tasso di positività è salito all’1,8%. I ricoverati in terapia intensiva sono 158 (-7), le persone vaccinate 28.411.391 (il 47,9% della popolazione)

• I guariti dal Covid potranno fare un’unica dose di vaccino dopo 12 mesi. Il ministero della Salute ha pronta una circolare

• La variante Delta è diffusa in 124 Paesi, 13 in più rispetto all’ultima settimana. A Tokyo, dove domani si inaugurano le Olimpiadi, ma così tanti contagi da gennaio. In Francia boom di contagi: oltre 21 mila, il 96% tra i non vaccinati

• A Taranto un uomo s’è messo a sparare in una discoteca sulla spiaggia. I feriti sono dieci, quattro ragazze e sei ragazzi, tutti tra i 19 e i 28 anni. Sette sono già stati dimessi. Uno rischia di perdere una gamba

• La Corte di Appello di Napoli ha condannato a dieci anni di carcere Nicola Cosentino per concorso esterno in associazione camorristica

• Biden cede alla Merkel: via libera al gasdotto russo-tedesco

• Tom Barrack, uno dei principali finanziatori della campagna elettorale di Trump, è stato arrestato per aver violato una legge che regola le attività di lobbying

• In Ungheria Orbán ha indetto un referendum sulla legge anti-Lgbtq

• Le Olimpiadi del 2032 si terranno a Brisbane, in Australia

• L’Antitrust avvia un procedimento contro Autostrade: la società non ha ridotto le tariffe per i lavori in corso

Titoli

Corriere della Sera: «I prof devono vaccinarsi»

la Repubblica: Assessore a mano armata

La Stampa: Far West a Voghera

Il Sole 24 Ore: Fisco, condono per 2,5 milioni

Avvenire: I nodi del governo su giustizia e Covid

Il Messaggero: Green Pass, obbligo da lunedì

Il Giornale: Parla Salvini: «Orribile licenziare chi è senza green pass»

Leggo: Far West all’italiana

Qn: I vaccini funzionano: ecco i numeri

Il Fatto: La ministra bugiarda

Libero: Il leghista spara / La sinistra ci marcia

La Verità: Indagine sui soldi di Rocco Casalino

Il Mattino: Green pass, via da lunedì contro la “quarta ondata”

il Quotidiano del Sud: Regioni, la variante più pericolosa

il manifesto: Colpo in canna

Domani: Tutte le condizioni di Cartabia sulle violenze di stato a Santa Maria

 

Delitti e suicidi

Maria Spadini, 70 anni, vedova da una decina d’anni, è stata trovata morta ieri mattina nella sua casa di Bovolone, in provincia di Verona. Il cadavere era riverso a terra, tra la porta della cucina e quella del salotto. Aveva numerose ferite in varie parti del corpo e due coltelli da cucina infilati nella schiena. A dare l’allarme è stato il figlio, Paolo Bissoli, 52 anni, disoccupato, alcolista, sposato con due figlie, ma tornato a vivere con la madre dopo che la moglie, stufa dei continui litigi, lo aveva cacciato dalla loro casa di Raldon di San Giovanni Lupatoto. Ai carabinieri l’uomo ha raccontato di essere uscito di casa alle 6.30, di avervi fatto ritorno alle 8, e di aver trovato la madre assassinata. Gli esiti dei primi accertamenti, ma anche le incongruenze e le contraddizioni in cui l’uomo è caduto, hanno però insospettito subito gli inquirenti. Il Bissoli è stato portato in caserma prima a Bovolone, poi, nel pomeriggio, a Verona; in serata è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario [Nicola, Mess].

Amori

Nel suo ultimo spettacolo all’Arena di Verona, ha avuto ospite anche Mara Venier, sua ex moglie.

«È la mia più grande amica. Con l’affetto che resta dopo l’amore e con l’intelligenza, si diventa amici. Per noi è stato naturale. Alcune persone rimangono nel cuore e il rapporto si trasforma in qualcos’altro di ugualmente bello e pieno di complicità».

Che cosa le piace di Mara?

«Amo la sua schiettezza, il suo essere sempre di pancia, empatica e pronta a commuoversi, ma anche a gioire spontaneamente. È una delle persone più vere che conosco».

Si è parlato molto di quanto l’ha tradita…

«Ma basta con queste cose, ormai è diventata una leggenda! Ogni età ha i suoi problemi e a quei tempi non avevo neanche 30 anni, che per un uomo vuol dire essere un ragazzino. E poi ero in preda a un improvviso successo. Se ho fatto qualche marachella mi giustifico» [Jerry Calà, 70 anni, a Barbara Visentin, CdS].

Buste paga

Una delle due copie esistenti del regolamento dello Sheffield football club – 16 pagine datate 21 ottobre 1858, considerato il primo codice del calcio moderno – martedì è stata venduta all’asta da Sotheby’s per 56.700 sterline (oltre 65 mila euro) [ItaliaOggi].

«A leggere queste regole ottocentesche si può dire che il football inglese di 170 anni fa era più simile al rugby che al gioco di oggi. In effetti non si percepiva molto la differenza fra i due sport […] Intercettare la palla con la mano era permesso se a tirare era stata la squadra avversaria. Inoltre, il testo non indicava la dimensione del campo di gioco, che non era definita, e neppure il numero di giocatori. L’arbitro non era previsto: a mettersi d’accordo, in caso di contestazioni, erano direttamente i capitani delle due squadre».

«Non è un mistero che in Italia il prezzo della benzina è già salito a 1,66 euro al litro, con un balzo del 17,5% sull’anno prima. Inoltre, nell’ultimo trimestre le bollette elettriche sono aumentate del 20% a causa del forte rialzo dell’Ets (Emission trading scheme), sigla che indica il prezzo del carbonio a carico delle aziende inquinanti, salito da pochi dollari a tonnellata a ben 50 dollari, con tendenza a salire» [Tino Oldani, ItaliaOggi].

Incidenti

Una ragazza rom di 14 anni è morta investita da un treno poco prima delle 22 di martedì, all’altezza della stazione ferroviaria di via di Salone, lungo la ferrovia Roma–Pescara, nei pressi del grande campo nomadi del Collatino, alla periferia est della capitale.

«Le indagini della Polizia ferroviaria sono a tutto campo, ma appare poco probabile l’ipotesi del suicidio; si punta su quella dell’incidente, mentre la vittima stava rientrando a casa, nel campo. Il macchinista avrebbe visto la ragazzina sui binari e tentato di frenare, ma era troppo tardi» [Palma, CdS].

Un ragazzo di 25 anni, ieri pomeriggio si è tuffato nel fiume Elsa, nella zona della cascata di Borrato, in provincia di Siena, non è più riemerso. I sommozzatori dei vigili del fuoco di Firenze hanno ripescato il suo cadavere dopo un paio d’ore.

Assessore leghista spara a un marocchino

Massimo Adriatici, detto Lo Sceriffo, 47 anni, ex poliziotto, avvocato, docente di diritto penale alla Scuola di polizia di Alessandria, militante leghista e assessore alla Sicurezza del Comune di Voghera (Pavia), martedì alle 22.30, passando in piazza Meardi, notò un Youns El Boussetaoui, marocchino di anni 39, che importunava i clienti del bar Ligure, una piccola attività gestita da cinesi. El Boussetaoui, irregolare, senza fissa dimora, una moglie e due figli rimasti in patria, precedenti per droga, per rapina, per furto, per atti osceni in luogo pubblico, più volte destinatario di ordini di lasciare l’Italia mai eseguiti, aveva già tentato di entrare in un altro bar, sull’altro lato della piazza, ma lo avevano cacciato, e aveva si era diretto al Ligure. Adriatici, accortosi della situazione, chiamò subito il commissariato di zona. «Mandate una volante, c’è un uomo che infastidisce la gente». Non è chiaro, a questo punto, cosa accadde. Qualcuno dei testimoni dice che il marocchino, sentita la telefonata, gli abbia scagliato una bottiglia addosso e si sia messo a picchiarlo. Altri che Lo Sceriffo, per intimidirlo, gli mostrò la semiautomatica calibro 22, regolarmente detenuta. Fatto sta che, a un certo punto, Adriatici estrasse la pistola, ed esplose un colpo. Il marocchino fu colpito al petto, vicino al cuore. Soccorso e trasportato in ambulanza all’ospedale di Voghera, morì poco dopo. Adriatici è ai domiciliari, accusato di eccesso colposo di legittima difesa (in un primo momento l’imputazione era di omicidio volontario). Agli inquirenti ha detto che gli sarebbe «partito un colpo di pistola cadendo», dopo essere stato spintonato.

« La vittima, stando alle testimonianze raccolte dagli investigatori, viene definito da molti come un disturbatore, che in passato aveva spaccato anche vetrine e lanciato bottiglie. Adriatici era stato il promotore di un’ordinanza anti-alcol emanata lo scorso 19 luglio e entrata in vigore proprio la scorsa notte. Tanto che non si esclude che lui fosse in piazza proprio per verificarne l’applicazione. Subito la vicenda diventa un caso politico, con la Lega che fa quadrato (“È legittima difesa”, dice Matteo Salvini). E il Pd che chiede che il Carroccio “condanni il gesto di Adriatici”» [Custodero, Rep].

La sorella della vittima è arrivata a Voghera dalla Francia: «Mio fratello è stato sparato e l’assassino si trova a casa sua che dorme. Dov’è la legge in Italia? Mio fratello non aveva un fucile, non era violento. Perché quell’uomo aveva una pistola? Siamo in Italia o nella foresta?».

«Il cerchiolino giallo fatto dai carabinieri attorno al bossolo calibro 22 ora si è bello che cancellato. Sulla ringhiera davanti al bar Ligure gestito da cinesi c’è una rosa, lasciata da chissà chi» [Poletti, Sta].

Giustizia, la Cartabia tende una mano, i 5S la rifiutano

Ieri il governo ha ufficializzato una proposta di mediazione sulla riforma del processo penale. Il ministro Cartabia si è detta disposta a inserire nella sua legge una norma transitoria che ne faccia slittare l’entrata in vigore al 2024 e stabilisca che, fino ad allora, la durata massima del processo d’appello sia alzata a tre anni. I 5 Stelle hanno detto no: per loro non basta. L’ala governista del Movimento vorrebbe continuare a trattare, ma la Guardasigilli ha fatto sapere di non poter andare oltre: ora, del dossier, si occuperà direttamente il presidente del Consiglio.

Intervenendo alla Camera, il ministro ha ribattuto duramente ai magistrati che, l’altro ieri, avevano lanciato l’allarme, sostenendo che la sua riforma produrrebbe effetti disastrosi. «Ci sono 57 mila pendenze con già oggi altrettante prescrizioni che accadono solo nel distretto di Napoli e non per effetto della riforma approvata dal Consiglio dei ministri, ma per una situazione di gravità estrema che reca una violazione ai diritti delle vittime e degli imputati». I problemi della giustizia, dice la Cartabia, non sono certo una conseguenza della riforma che ancora non è in vigore, ma «già esistono drammaticamente nel Paese» e proprio per questo bisogna mettere mani alle regole del processo. Né si può dire – come hanno fatto alcuni magistrati – che le nuove norme porterebbero alla prescrizione i processi di mafia e di terrorismo: «Non è così» ribadisce la Cartabia, «perché i procedimenti puniti con l’ergastolo non sono soggetti ai termini dell’improcedibilità. E per i reati più gravi si prevede una possibilità di proroga» [Pucci, Mess].