Gedi, John Elkann: in un anno raddoppiati gli abbonamenti digitali; il giornalismo locale parte importante dell’offerta –

In un anno il gruppo Gedi ha raddoppiato i suoi abbonamenti digitali. Lo ha annunciato il presidente John Elkann, intervenendo in streaming a un incontro sul futuro dell’informazione digitale nell’ambito di Biennale tecnologia per inaugurare la nuova edizione del Master di Giornalismo dell’Università di Torino. “All’inizio del 2020 gli abbonamenti digitali del Gruppo Gedi erano 110 mila, a fine 2020 saranno 220 mila”, ha detto Elkann sottolineando anche che, ad oggi, il numero di utenti unici sui siti del gruppo arrivano a 10 milioni al giorno, con picchi di 20 milioni.

“Questo risultato è frutto del grande lavoro che c’è in Gedi, dalla capacità di aver dato valore ai nostri lettori ma anche di aver saputo concentrare sforzi e risorse nel migliorare il rapporto con i lettori”, ha detto ancora, rimarcando che, nonostante la soddisfazione per i numeri ottenuti – “che raddoppiano quelli di inizio anno” -, “c’è ancora tantissimo da fare”.

Per il presidente del gruppo editoriale, anche i dieci milioni di utenti unici che accedono alle varie testate digitali sono una dimostrazione di “come l’evoluzione della nostra capacità a interagire con i lettori grazie al digitale si è accelerata”. “In questo periodo difficile, ha chiosato, abbiamo imparato che si può lavorare in remoto e che se uno riesce a essere molto attento all’evoluzione del digitale i risultati arrivano”.

Toccando il tema del giornalismo locale, Elkann ha detto: “per noi è importante chesia parte della nostra offerta”. “La decisione sulle testate locali come Il Tirreno, ha spiegato, è legata al fatto che editori molto seri, come il gruppo di imprenditori che vogliono acquisire quelle testate, hanno una legittimità più forte, un progetto più forte per il futuro di quelle realtà che non quella che potremo avere noi”.

“Quello che è molto importante, ha ribadito, è essere sicuri che noi siamo su dei territori, dove abbiamo la capacità di poter raccontare ed interagire con quelli che sono i nostri lettori. Ad esempio qui nel Nord Ovest abbiamo un radicamento molto forte”. “La nostra idea è quella di cercare di essere forti nei luoghi in cui abbiamo maggiore capacità di fare buon giornalismo, di raccontare bene quello che avviene in un determinato territorio”.

Nel suo intervento Elkann ha parlato anche degli aspetti contrattualistici della professione. “C’è una eccessiva rigidità del contratto giornalistico, alla quale si aggiungono i problemi congiunturali. L’auspicio è che si trovi il modo per incoraggiare il talento e si possa trovare una modalità di lavoro che premi il merito”.

“Nel nostro gruppo abbiamo tante collaborazioni giornalistiche e, se si guarda al mercato, riteniamo di essere una società molto seria nell’impostare le collaborazioni e la loro remunerazione. E’ una questione che deve essere affrontata all’interno della categoria”. “Sono sicuro, ha aggiunto, che da parte della Fieg e dei singoli editori ci sarà molta apertura nell’immaginare forme che consentano di premiare il contenuto del lavoro”.

A proposito dell’attenzione verso l’editoria di Exor – oltre a Gedi la holding della famiglia Agnelli detiene la quota di maggioranza dell’Economist – , Elkann ha ricordato che il gruppo è presente da più generazioni nel settore e lo conosce bene. Inoltre le nuove tecnologie aprono opportunità e sfide per trasformare il mestiere “Bisogna fare un grande sforzo – ha concluso Elkann – per avere un rapporto diverso con i lettori. E i giovani come voi che studiate in questo Master possono contribuire in modo pionieristico all’evoluzione del mestiere”.

 

John Elkann (Foto ANSA)