L’Etnogenesi in Lev Gumilev

di Bartolomeo Valentino

 I principi esposti sono tratti dal libro di Gumilev:” Etnogenesi e Biosfera della Terra”, pubblicato nel 1989. Un elemento che si riscontra come universale nella formazione dei gruppi etnici è  un’attitudine comportamentale (lo stereotipo comportamentale), ovvero una contrapposizione noi-loro. Secondo Gumilev in un determinato gruppo etnico si riscontra una percezione irrazionale ed inconsapevole di similarità nei confronti di altri gruppi, ma, anche, di alterità da chi è componente di un altro gruppo. E’ una sensazione percettiva che Gumilev chiama “complementarità”. Lui la definisce un «un sentimento inconscio di simpatia verso gli altri, un sentimento che può essere positivo ma anche negativo». Siamo, pertanto, di fronte a comportamenti che gli appartenenti a quel gruppo manifestano inconsapevolmente, ovvero senza conoscerne l’origine e le ragioni, accettato con naturalezza. Così assumono importanza abitudini alimentari, sanitarie,  igieniche, tipo di saluto, modi di ospitare ecc. Lo stereotipo comportamentale non c’entra con la cultura, ma va inteso come una disposizione psicologica. Lo stereotipo comportamentale non è qualcosa di innato, ma è un fattore acquisito. Dipende unicamente dalla relazione che si stabilisce con il proprio ambiente geografico. Non si può parlare di carattere nazionale. Infatti, ogni epoca si presenta diversa per lo stesso popolo.

Ogni ethnos è frutto della fusione di sub unità etniche definite subethnos. Queste derivano da ethnoi  precedenti fusi. In Russia, per esempio, sono derivati da slavi orientali, Unni, Nomadi della steppa, Mongoli. Qualche volta i subethnos nascono direttamente all’interno di un preesistente ethnos. Ciò è conseguenza dell’affermarsi di rappresentanti sociali, quali le consortiae, ovvero «gruppi di persone  riunite da un comune destino storico». Le consortiae si trasformano in convictiae e si perpetuano nel tempo. In particolare, nelle convictiae vanno inclusi i circoli, le sette, le bande. Siamo di fronte ad unioni instabili. Qualche volta si trasformano in convictiae allorquando resistono per molte generazioni che si fondano su legami familiari e vita comunitaria. Ritornando alla Russia, la setta religiosa dei Vecchi Credenti è considerata una consortia che nel corso delle generazioni si è trasformata in una convictia, divenendo un subethnos nell’universo russo. Infatti, i Vecchi Credenti Ortodossi (Dugin fa parte di questo gruppo) si opposero alle riforme liturgiche del Patriarca Nixon, separandosi dalla Chiesa Ortodossa nel 1966. Si differenziarono dalla Chiesa ortodossa russa per il loro stereotipo comportamentale trasmesso nel tempo e divenendo, dunque, una convictia, ovvero un ceto, alla cui base c’è un sentimento di complementarietà ben saldo. Gumilev parla in particolare di un Superthnos russo che sarebbe sorto nel XV secolo.

Già Professore di Anatomia II Università di Napoli-Cultore di Morfopsicologia e Linguaggi Extraverbali