STRAGE DI ERBA

Rosa&Olindo: a marzo si decide per la revisione

NUOVO PROCESSO? – La Corte d’Appello discuterà dell’istanza dei coniugi condannati in via definitiva. Il sostituto pg Tarfusser: “Soddisfatto”

10 GENNAIO 2024

Rosa Bazzi e Olindo Romano sono responsabili della strage di Erba? La risposta è ancora sì: ci sono tre sentenze di condanna all’ergastolo per la mattanza dell’11 dicembre 2006 quando Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli, la vicina di casa Valeria Cherubini, furono trucidati e il marito Mario Frigerio sopravvisse a uno sgozzamento. Una verità processuale su cui nel corso del tempo si sono accanite anche trasmissioni televisive (le Iene su tutte), lasciando intendere che i due coniugi e vicini di casa delle vittime fossero stati costretti a confessare e che in azione fosse entrata una banda di spacciatori in competizione con un gruppo di tunisini vicini ad Azouz Marzouk, marito di Raffaella e padre di Youssef.

Lo scorso aprile il sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser, per cui è stato avviato un procedimento disciplinare, aveva redatto una istanza di revisione. Una decisione non condivisa con la procuratrice generale, Francesca Nanni, che poi aveva trasmesso in estate gli atti alla Corte d’appello di Brescia sottolineando la mancanza di “presupposti”. I difensori degli imputati – lei detenuta a Bollate e lui a Opera nel Milanese – avevano presentato il 17 ottobre l’istanza della difesa composta da “sette consulenze, audio e video” e “affrontato tempi più vasti” rispetto alle elucubrazioni di Tarfusser. Per la difesa va sentito un testimone, che abitava nella casa della strage, legato ad Azouz Marzouk, che dovrebbe riferire di una faida con un gruppo rivale di spacciatori e sostiene che la casa fosse una sorte di base. Altro testimone “un ex carabiniere che riferisce delle indagini e delle parti mancanti del 50% dei momenti topici delle intercettazioni”.

Ieri i giudici della Corte d’appello di Brescia hanno accolto le istanze e fissato a venerdì primo marzo alle 9 un’udienza “dibattimentale” in cui “si discuterà dell’impugnazione proposta”. Si tratta, come spiega l’avvocato Fabio Schembri, di “un processo di revisione” in cui i giudici ascolteranno le parti – accusa, difesa e parti civili – e potranno decidere come procedere: ovvero se rigettare l’istanza oppure accoglierla e avviare il processo “a mezzo delle prove necessarie”. “Sono contento, è una grandissima soddisfazione professionale che mi ripaga di tutta una serie di ostacoli e angherie degli ultimi tempi”, dice Tarfusser. Nel 2019 un’istanza di revisione era stata chiesta anche da Marzouk che in più interviste ha sostenuto l’innocenza dei due condannati. L’istanza fu respinta. Per i giudici di primo grado furono Bazzi e Romano a portare a termine una “vendetta” compiuta con ”spietatezza” agendo con ”una notevole lucidità” e spinti da un ”accumulo di odio e rancore…”. Le confessioni sono state ritenute coerenti e “ritrattate se non per scelta difensiva”, parole “riscontrate” dagli appunti che l’uomo segnò sulla Bibbia. Ma non solo: i particolari indicati potevano essere noti solo chi era stato sulla scena del delitto; come Rosa che raccontò che il piccolo cercò di fuggire e difendersi e fu colpito con una coltellata alla gola: un gesto che la donna mimò. Tra le prove il riconoscimento di Olindo da parte di Frigerio, morto nel 2014, che in aula li indicò seduti accanto nella gabbia: “Sono quei due delinquenti lì”.

Infine la traccia di sangue nella Seat Arosa dei due imputati. In secondo grado i magistrati avevano bocciato come “fantasiose” le piste alternative. Verdetto confermato in Cassazione. “Possono cercare in tutti i modi, ma non troveranno mai un’altra verità”, commenta Giuseppe Castagna, che perse madre, sorella e nipotino e punta il dito contro “il circo mediatico di questi anni, che ha addirittura conquistato anche un sostituto procuratore generale. La decisione di fissare un’udienza non vuol dire nulla: vediamo come andrà avanti, ma noi abbiamo fiducia totale nella giustizia. Un conto sono le suggestioni di una trasmissione tv, un altro le prove di un’aula di tribunale”.

Non è la prima volta che a Brescia decidono di ammettere un’istanza di revisione di un processo così importante. Nel 2022 la Corte aveva ammesso e poi respinto la richiesta di Maurizio Tramonte, l’ex informatore dei servizi segreti condannato all’ergastolo per la Strage di piazza della Loggia.

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