• Ferdinando Terlizzi

 

L’AGGRESSIONE NEL 2021

Diede 23 coltellate a Marta, fuori per errore di notifica. Lei: “Distrutto il mio recupero”

5 AGOSTO 2022

Nel marzo del 2021 aveva colpito con 23 coltellate una ragazza che faceva jogging: Marta Novello, 26 anni, “scelta a caso” in una strada di Mogliano Veneto, Treviso. Un anno e due condanne dopo è stato liberato per errore ed è scappato: alla scadenza dei termini di custodia cautelare, il 21 luglio, non è arrivata in tempo la notifica della misura alternativa, che prevedeva un percorso in una comunità. Per il legale della ragazza, Alberto Barbaro, la richiesta del pm recava una data sbagliata, il 20 settembre invece del 20 luglio. Questo cortocircuito ha consentito all’imputato, un giovane di 15 anni, di lasciare il carcere di Napoli e rifugiarsi a Londra dalla madre.Una notizia che ieri Marta Novello ha commentato così: “È una notizia destabilizzante e sconfortante. Il peso psicologico che ne deriva è immane e grava su un percorso lungo, difficile, faticoso e costoso, volto al recupero di un normale stile di vita dopo l’episodio di violenza subito. Tale recupero è complicato e ostacolato da situazioni come questa, e la percezione che ne deriva è di una scarsa attenzione alle esigenze di sicurezza della vittima. Abbiamo appreso casualmente la notizia. Il mio pensiero è andato a tutte quelle donne che avevano già denunciato il loro aggressore – magari ottenendone anche la condanna – senza che questo impedisse allo stesso di commettere successivamente ulteriori atti di violenza o perfino di macchiarsi del loro omicidio. E ciò, per l’inefficacia delle misure pensate per tutelare le vittime”. Sul caso, anticipato dal Corriere del Veneto, ieri ha presentato un’interrogazione il parlamentare di Forza Italia Pierantonio Zanettin. La ministra della Giustizia Marta Cartabia ha chiesto all’ispettorato di svolgere accertamenti preliminari.Il 1° aprile scorso la Corte d’appello di Venezia aveva ridotto da 7 a 5 anni la condanna del quindicenne, a cui è stata riconosciuta la seminfermità di mente. Il suo legale, l’avvocato Matteo Scussat, aveva già richiesto molti mesi prima al tribunale dei minorenni di Venezia di inserire il ragazzo in una comunità, ma l’istanza era stata respinta. C’era tempo per rivedere la domanda, ma il fascicolo rimane fermo fino ai giorni a ridosso della scadenza dei termini, quando la Procura dei minorenni di Venezia prova a metterci una pezza con una procedura amministrativa. Mai notificata per errore. Passaggi che adesso saranno materia dell’inchiesta ministeriale.

FONTE: IL FATTO QUOTIDIANO