C’era una volta
Dieci anni fa
Giovedì 31 marzo 2011. Per volere di Aurelia Sordi viene istituita la Fondazione Museo Alberto Sordi. È presieduta da Giambattista Faralli, l’ex direttore di banca e poi broker storico di Alberto.
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Pietro Salini, amministratore delegato del gruppo di famiglia specializzato in grandi opere, annuncia trionfante «la firma del più rilevante contratto mai siglato da un’impresa italiana all’estero, del valore di 3,35 miliardi di euro, per la costruzione della più grande diga del continente africano, sul Nilo Azzurro in Etiopia».
«La data non è secondaria: in Egitto Mubarak era caduto da meno di due mesi, il Paese euforico o sotto choc, i generali reggenti di fatto e l’era Morsi di là da venire. Quell’annuncio e l’inizio dei lavori erano passati, comprensibilmente, in secondo piano» [Zecchinelli, Cds].
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Muore a Roma Mario Trevi. Terapeuta junghiano, allievo di Ernst Bernhard. Tra i suoi libri Per uno junghismo critico (Bompiani 1987) e Studi sull’Ombra (scritto con Augusto Romano, 1975, poi Marsilio 1990). Assieme al figlio Emanuele Trevi ha pubblicato Invasioni controllate (Castelvecchi 2007).
«Sono passato dalla fase in cui dicevano a mio figlio Emanuele: ah, tu sei il figlio di Mario Trevi!, alla fase in cui mi dicono: ah, lei è il padre di Emanuele Trevi!».
Venti anni fa
Sabato 31 marzo 2001. L’addio alla Fiorentina. «“Ridotta invalida, preferì la morte. In memoria della bistecca alla fiorentina scomparsa prematuramente il 31 marzo 2001”. Così recita una lapide posta sulla facciata della Antica Macelleria Cecchini di Panzano, un paesino di duemila anime sulle colline del Chianti. Quando il drappo viola che copre l’iscrizione cade per mano di Dario Cecchini, dalla folla si alza un applauso come avviene per le cerimonie funebri che colpiscono nel profondo la sensibilità collettiva. Una bambina, consolata dalla mamma, scoppia in lacrime, non si sa se per la costernazione o semplicemente per la folla rumorosa, non appena il corteo con tanto di filarmonica Giuseppe Verdi, si ferma davanti al portone della macelleria che qui a Panzano è un’istituzione intangibile e sacra, come la Bodleian Library a Oxford […]. Il funerale della bistecca fiorentina si è consumato cosi, degno di un teatro carnascialesco medievale, parodia di una sacra rappresentazione nella migliore tradizione burlesca tipicamente toscana. E in effetti chissà che in tutta questa sceneggiata non sopravviva una lontana eco della poesia comico-realistica di un Rustico Filippi o delle rime irridenti di un Burchiello. Fatto sta che la “salma”, dopo essere stata esposta al cordoglio degli astanti, viene immediatamente sottratta al velluto rosso e ai ricami bianchi della bara e deposta in un più consono cimitero profano, il frigorifero della macelleria, un loculo in cui una sobria targa bronzea esorta: non fiori ma opere di bene […]. Il funerale è stato il clou di questa giornata d’addio alla fiorentina. Prima e dopo, un’asta, il cui ricavato viene devoluto all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze (che si appresta a trovare una nuova sede a Careggi). Duecento pezzi, variabili tra il chilo e trecento grammi e i tre chili, messi in vendita su un palco di fronte alla macelleria-santuario di Cecchini. L’iniziativa ha fruttato ben ottanta milioni, che sommati ai venti ricavati dalla vendita di magliette (con la minacciosa scritta: “Per amor dei piatti rari diverremo carbonari”) e altri gadget, hanno reso felice il direttore del Meyer». Tra gli acquirenti Stefano Brandimarte, un argentiere di Firenze, Italo Manca, ristoratore di Milano, di verdevestito con tanto di papillon, Fedotov Vladislav, un veterinario-russo «che ha speso quattro milioni per una bistecca al solo scopo di farla controllare dai servizi veterinari russi, per verificare se si tratta di prodotti esportabili. La severità impenetrabile di Vladislav sembrava uscita da un film americano sulla guerra fredda, ma dopo qualche ora telefona per annunciare che ci ha ripensato: preferisce mangiarsela e al diavolo i servizi russi». «C’è nell’aria una telefonata in diretta di Elton John: “Quando c’è un funerale, quello non manca mai”, sorride un signore di mezza età con pantaloncini pezzati come la maschera da Zorro che viene distribuita più in là sulle bancarelle. La voce di Elton John si sente appena. Non dice cose geniali: “Sono sempre favorevole alle aste di beneficenza, specie se sono coinvolti i bambini”. Pochi applausi. Incarica un suo rappresentante di portarsi via una bistecca per sette milioni e mezzo. Ovazione» [Paolo Di Stefano, CdS].
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Milošević sta trattando la resa. «Di fatto chiede garanzie: non vuole essere consegnato ai tribunali internazionali. Il procuratore Carla Del Ponte ribadisce: “Mi aspetto di vederlo all’Aja entro l’anno”. Il presidente Koštunica ha confermato che Milošević è agli arresti domiciliari, ha però spiegato che la sua cattura “non vale una strage”, il governo ha chiesto ai fedelissimi dell’ex presidente nell’esercito di non difenderlo, il ministro degli Interni ha guidato per ore i negoziati. Nella villa bunker dov’è barricato, dove sarebbero state tagliate luce e acqua, ci sono decine di mercenari armati.
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La salma di Cuccia è stata ritrovata vicino Torino: «Avvolta in un drappo rosso e nascosta sotto la paglia di un fienile a una quarantina di chilometri da Torino: così è stata ritrovata la bara con la salma di Enrico Cuccia verso le 21.30. Gli investigatori ci sono arrivati dopo avere interrogato per tre ore quello che si ritiene essere il telefonista della banda: Giampaolo Pesce, 39 anni, operaio di fonderia che vive a Condove, a pochi chilometri di distanza dalla cascina abbandonata dove era stata nascosta la bara. Pesce era stato fermato in una cabina telefonica mentre parlava con Vincenzo Maranghi, amministratore delegato di Mediobanca, per trattare su riscatto e restituzione. Era la mossa sbagliata che gli inquirenti aspettavano da tempo: sapevano che la banda era formata da gente della Bassa Val di Susa» [CdS].
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Nel caso Pacciani ci sarebbe anche un pittore svizzero: «Messe nere, riti satanici e un pittore svizzero che le organizzava. Questo lo scenario nel quale si muovono gli inquirenti alla ricerca dei mandanti degli omicidi commessi dal mostro di Firenze. Il pittore fece perdere le sue tracce poco prima dell’inizio del processo ai compagni di merende e ora i magistrati lo stanno cercando per interrogarlo. In Procura vogliono accertare se le parti mutilate alle vittime fossero state poi vendute per celebrare quei riti esoterici da quello che viene considerato il secondo livello, forse il medico e la donna misteriosa che i magistrati stanno ricercando. Domani saranno assegnate le perizie per stabilire le cause della morte di Pietro Pacciani».
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Muore a Milano l’autrice di Diabolik, Luciana Giussani.
«Con la sorella Angela autrice del personaggio dei fumetti “Diabolik”. «Parlare con lei era come farsi raccontare un pezzo di storia d’Italia, osservata dalle stanze di un appartamento milanese vicino alla Stazione Nord trasformato in fabbrica di idee. Non servivano troppe domande: lei chiedeva se il suo interlocutore avesse mai letto Diabolik, si informava sulle storie e sui personaggi preferiti, e poi si lasciava andare ai ricordi. Lei e la sorella Angela, moglie dell’editore Gino Sansoni e divoratrice di feuilletton francesi, che osservano il via vai dei pendolari e si inventano un fumetto a misura di viaggiatore: ”Piccolo e compatto, sembrava fatto apposta per essere letto da Milano a Saronno”» [Tiberga, Sta].
Venticinque anni fa
Domenica 31 marzo 1996. «Dopo diciannove giorni Renato Squillante ha lasciato il carcere. Su parere favorevole del pool, ha ottenuto gli arresti domiciliari nella sua abitazione romana. Squillante, 71 anni, è tornato a casa in serata ma viene tenuto sotto stretto controllo. Barba lunga, molto dimagrito, il presidente dei gip romani è apparso provato. “In cella ha perso quasi sette chili – ha detto” l’avvocato Oreste Flamminii Minuto –. Ormai era diventato assente, non riusciva a ricordare, si disinteressava della sua condizione”. I difensori adesso sperano che Squillante sì riprenda e li aiuti a costruire una contro-inchiesta. “Il ritorno a casa è solo un punto di partenza. Ora useremo la possibilità offerta dal codice per raccogliere elementi di prova a nostro favore”» [Di Feo e Ruggeri, CdS]
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Caso Lewinsky. Monica Lewinsky, lasciata dal presidente Clinton, non si rassegna. Continua a ronzare nell’ala ovest della Casa Bianca. È convinta che lui la ami ma che sia costretto a celarsi e con la scusa di consegnare dei documenti va nello studio ovale. Il presidente cede e, racconta la ragazza, si concentra unicamente su lei fino a penetrarla con un sigaro, che poi si mette in bocca commentando: «Sa di buono» [l’Espresso].
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Valentino Rossi debutta nel Motomondiale. Sul circuito Shah Alam in Malasia il diciasettenne dai capelli lunghi si presenta tra i cordoli in sella ad un’Aprilia RS125R. In gara non riesce a tenere le posizioni che contano per lottare per la vittoria ma si difende egregiamente e, dopo una battaglia con Manako e Saito, chiude sesto a soli 7″379 di distacco dal vincitore, Stefano Perugini.
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A Roma muore Dario Bellezza. Il poeta e scrittore, malato di Aids, si è spento alle 3.25, all’ospedale per malattie infettive Spallanzani. Aveva 52 anni.
«Dario Bellezza nasce a Roma, Trastevere per la precisione, il 5 settembre del 1944. Lo si tenga a mente questo dato, perché Dario non era uno dei tanti artisti adottati dalla Capitale negli anni in cui si considerava ombelico del mondo, no, Dario era romano, in lui, naturalmente, conviveva la Suburra e l’ombra della Cupola più alta, il vizio dei corpi di strada e la fede secolarizzata della chiesa cattolica. Proprio in questo, apparente, ossimoro vive tutta l’opera e non meno la vita di Bellezza […]. Il 1968 si rivela per il ventiquattrenne Bellezza un anno cruciale. Conosce Enzo Siciliano, su Nuovi Argomenti appare una sua selezione di versi, sempre nello stesso anno ecco comparire nella sua vita l’astro gigantesco di Pier Paolo Pasolini. Dario e Pier Paolo diventano amici, di più, Dario inizia a lavorare per Pier Paolo, ne diviene collaboratore e confidente, compagno di strada, tra incontri letterari e fughe notturne, dai salotti della buonissima borghesia romana alle borgate delle marchette, dagli amati ragazzi di vita. Nel 1971 esce Invettive e Licenze, Pasolini saluta questo libro come l’opera del miglior poeta della sua generazione, il libro non passa inosservato: anche pubblico e critica si accorgono delle qualità poetiche di Bellezza. La morte di Pasolini, il 2 novembre del 1975, coglie la società letteraria frontalmente, Dario, che nel frattempo ha legato con le grandi eminenze che in quegli anni orbitavano attorno a Roma, da Penna a Palazzeschi, dalla Ortese alla Morante, resta sconvolto innanzi a quella morte così violenta e simbolica. Nel 1976 esce Morte Segreta, uno dei libri più belli del secondo Novecento italiano, con cui Dario vincerà il premio Viareggio. […] Roma sta cambiando. Sotto la spinta del benessere economico i quartieri si trasformano, le borgate diventano altro. Per questo decide di andarsene, si trasferisce in Basilicata, dove l’innocenza dei cuori è ancora percepibile negli occhi delle persone. Dario anche in questa fase è molto prolifico ma, nell’ombra, qualcosa dentro di lui lo sta divorando, e non è la fame di vita che lo abita da sempre, nemmeno la smania sessuale, bestialmente compiuta. L’Aids si abbatte sul mondo di Bellezza, stermina senza pietà, e lui non si tira indietro. Muore il 31 marzo del 1996 dopo lunga malattia, accanto alla fedele povertà. Una morte uguale a tutta la sua vita, sfrontata, coraggiosa e sincera. Vita meravigliosamente sovrapposta alla sua opera, come si conviene agli artisti degni di questo nome. Tutte qualità che i mediocri della nostra letteratura scambiarono per difetti» [Mencarelli, Foglio].
Trenta anni fa
Domenica 31 marzo 1991. Il Patto di Varsavia, l’alleanza militare nata per contrastare lo strapotere bellico del Patto Atlantico della Nato che univa gli stati dell’Occidente, viene ufficialmente sciolto.
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Dopo 45 anni di dittatura stalinista, l’Albania vota oggi nelle sue prime elezioni pluripartitiche. Il crescente malcontento sociale ha forzato il premier Ramiz Alia ad accettare un confronto elettorale con i quattro partiti dell’opposizione, nati negli ultimi mesi, ma il regime sembra controllare ancora saldamente buona parte del Paese. L’esito è incerto e si temono brogli.
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Oggi, giorno di Pasqua, Madre Teresa di Calcutta inaugura la cattedrale di Tirana, che era stata trasformata in cinema durante la dittatura di Enver Hoxha.
Quaranta anni fa
Martedì 31 marzo 1981. Il presidente Reagan sta molto meglio ed è già tornato al lavoro. A diciotto ore dall’intervento che gli ha salvato la vita ha già firmato un decreto.
Cinquanta anni fa
Mercoledì 31 marzo 1971. Nella seconda giornata del XXIV congresso del Pcus i sovietici puntano il dito contro il revisionismo cinese.
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Truppe sudvietnamite ancora una volta sono penetrate in territorio laotiano per colpire una base nordvietnamita sulla pista di Ho Chi-min. L’annuncio è stato dato personalmente dal presidente Nguyen Van Thieu dopo un’ispezione alle truppe sul fronte settentrionale. «La notizia dell’incursione sudvietnamita in territorio laotiano è stata confermata da ufficiali americani e sudvietnamiti i quali hanno precisato che ad essa hanno preso parte circa 300 uomini portati sul posto a mezzo di elicotteri. Mentre l’operazione era in corso, plotoni di fucilieri della prima divisione di cavalleria americana si tenevano pronti a intervenire nel caso un elicottero fosse stato abbattuto e si fosse reso necessario soccorrere i militari da esso trasportati».
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«A cena dai Manera, con Pound. Non ho mai capito le sue poesie, ma ora capisco che è un grande poeta, sebbene abbia aperto bocca solo tre volte, per pronunciare parole insignificanti. Ci voleva proprio un Piovene per irridere quest’uomo, quando andò a visitarlo nell’ospedale di pazzi in cui i suoi compatrioti lo avevano rinchiuso. Piovene non saprà mai quali tormenti di coscienza mi costa l’affetto per lui» [Indro Montanelli, I conti con me stesso].
Sessanta anni fa
Venerdì 31 marzo 1961. Muore assassinato dall’Oas il sindaco di Evian Camille Blanc. L’Organisation armée secrète lo uccise perché aveva accettato che gli accordi per la pace in Algeria avessero luogo a Evian.
Ottanta anni fa
Lunedì 31 marzo 1941. Africa settentrionale. Gli italo-tedeschi di Rommel attaccano Marsa el-Brega, località della Cirenaica a nord-est di el-Agheila. Gli inglesi sono costretti a ritirarsi [Salmaggi e Pallavisini].
Cento anni fa
Giovedì 31 marzo 1921. Invase la Camera del lavoro di Lucca e la Casa del popolo di Tavola (Prato), devastata la cooperativa di consumo di Cortona (AR), incendiati nel Mantovano i sodalizi operai di Felonica e di Quatrelle. [Franzinelli1]
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«Caro amico, / non so se andremo presto alle elezioni generali. Tu sai il mio pensiero e io spero ancora [che] questo nuovo danno sia risparmiato al paese. / Ma non è di ciò che desidero intrattenerti. Se tu hai diverso parere, è solo il tempo che potrà dimostrare da quale parte sia la ragione. / Io desidero richiamare la tua attenzione su ciò che accade in Basilicata. / Da molto tempo (e certo a tua insaputa) si determina una vera lotta elettorale violentissima e inconsiderata. Tutta una serie di provvedimenti non trova giustificazione che nel desiderio di provocare disordine in una provincia tranquillissima. / Figurati che si creano o si stimolano fasci di combattimento dove non è né meno traccia di socialismo, ma credendo di creare avversioni a me» [da una lettera di Francesco Saverio Nitti a Giovanni Giolitti].
Centodieci anni fa
Venerdì 31 marzo 1911. «Oggi alle 17 ha avuto luogo un Consiglio di ministri: mancava solo l’on. Facta, assente da Roma. Il Consiglio è durato circa mezz’ora ed ha dato luogo ad uno scambio d’idee fra i ministri relativamente alla nomina dei sottosegretari ai quali si crede di provvedere definitivamente domani» [CdS]. Il Consiglio ha anche nominato segretario del Consiglio stesso l’onorevole Nitti, il quale, avendo 43 anni, è il più giovane dei ministri in carica [Sta].
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A Roma viene inaugurata la Galleria nazionale di arte moderna progettata da Cesare Bazzani
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Il traforo del Lötschberg, che collega Kandersteg, nel Canton Berna, con Goppenstein, nel Canton Vallese, è compiuto. Oggi i due fronti di scavo, tra scene d’entusiasmo, si sono incontrati. I lavori erano iniziati nl 1907
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Prima donna in pantaloni a Torino. Una signora, le gambe coperte da una jupe-culotte, passeggia in piazza Carlo Felice quando i passanti gridano allo scandalo. «La donna, tanto fu il vociare intorno alla sua figura, fu costretta a nascondersi all’interno di una profumeria, da cui la povera pioniera della moda poté uscire solo al calare del sole, attraverso una porta che dava sul retro del negozio» [Diariodelweb].
Il Corriere della Sera dell’epoca non cita questo fatto ma l’8 aprile del 1911 dedica un’intera pagina alla jupe-culotte. Questo l’attacco: «L’avversione del sesso mascolino per la jupe-culotte non è un fatto nuovo nei paesi che vantano la civiltà più progredita; la donna ha tentato altre volte di portare i calzoni, o sempre ha dovuto smetterli di buon grado, costretta dall’antipatia dei maschi per una moda che non si adatta né al fisico, né alle mansioni, né al decoro del sesso femminile. Sarebbe forse più facile all’uomo vestire come la donna, che non a questa come quello. Ciò d’altronde è accaduto in altri tempi: dal dodicesimo al quattordicesimo secolo la veste fu il principale capo di vestiario degli uomini e delle donne, almeno nelle classi agiate, e anche i guerrieri quando smettevano l’armatura indossavano la veste. A quell’epoca la somiglianza nel vestito era così grande tra i due sessi che non si potevano facilmente distinguere l’uno dall’altro; la corporazione dei sarti da veste aveva in quel periodo il privilegio di lavorare tanto per gli nomini che per le donne».
Centoventi anni fa
Domenica 31 marzo 1901. Gli allievi delle Scuole comunali celebrano alla Farnesina, con grande solennità, la festa degli alberi.
Centoquaranta anni fa
Giovedì 31 marzo 1881. «Noi non siamo in lena di far inutili armeggii. La questione di accordare il diritto di voto alle donne non è ancora, come si suoi dire, matura. Lasciamola dunque lì: non accademizziamo. Ma dobbiamo constatare che quanto a razionalità, a rigore di logica, fra un discorso della signora Mozzoni e questo dell’on. Zanardelli, s’ha a stare pel primo» [CdS].
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Nelle regate nel porto di Genova arrivano primo Violante, secondo Fanfulla, di proprietari italiani, terzo Gertrude, proprietario inglese (Comandini).
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Muore a Roma Pietro De Angelis, fervente patriota. Prese parte alla difesa di Vicenza (1848), alla difesa di Roma (1849). Subì il carcere e l’esilio. Senatore dal 16 marzo 1879 (n. a Manziana, Roma, il 1° agosto 1809) (Comandini).
Centocinquanta anni fa
Venerdì 31 marzo 1871. Nino Bixio svolge al Senato la sua interpellanza sul commercio orientale marittimo e caldeggia il ribasso delle tariffe del Canale di Suez e l’accordo con le potenze estere per stabilire alcune stazioni lungo la via delle Indie e della Cina. La Camera discute la legge sulla Corte di Cassazione in Roma (Comandini).
Centosessanta anni fa
Domenica 31 marzo 1861. Il conte di Cavour è per breve vacanza a Leri (Comandini).
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«Nella mattinata di Pasqua sulla piazza di S. Pietro, dopo la benedizione i soliti plaudenti e zuavi promossero evviva a Pio IX. La dimostrazione riuscì debole e di brevi momenti. Il tempo fu sempre piovoso ed in alcuni intervalli con pioggia dirotta. Quindi l’illuminazione della cupola non ebbe luogo» (Nicola Roncalli, Cronaca di Roma, vol. IV 1859-1861, a cura di Domenico Maria Bruni, Gangemi 1972).
Centosettanta anni fa
Lunedì 31 marzo 1851. Foucault appende alla volta dell’altissima cupola del Pantheon un gigantesco pendolo con un filo di 67 metri in fondo al quale pendeva una sfera di 28 chili, e lo fa oscillare di continuo per molte ore. In un sistema inerziale, il pendolo avrebbe dovuto continuare ad oscillare sempre nella stessa direzione, ma accade qualcosa di molto diverso. Per rendere evidente il movimento, Foucault applica alla sfera una punta che sfiorava il pavimento senza toccarlo, e fa disporre a terra uno strato di sabbia. «Accade quindi che col passare delle ore il pendolo comincia a tracciare linee curve, tendendo sempre a deviare verso destra, fino a compiere dopo molte ore un giro completo: il Pantheon, tutti gli spettatori ormai a bocca aperta, Parigi, la Francia, l’Europa e con loro tutta la Terra avevano girato intorno al pendolo, unico punto fermo in tutto il pianeta» [Borgogno, viaggiatorecheignorano].
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«Ho letto senza scrivere il diario, e ora è tardi. Fino alle 12 ho fatto i conti. Da mezzogiorno alle due ho parlato con Begièev con avventatezza, vanitosamente e ingannando me stesso. Dalle due alle quattro del pomeriggio ginnastica, poca fermezza e forza di sopportazione. Dalle 4 alle 6 di sera ho pranzato e ho fatto acquisti inutili. A casa non ho scritto, pigrizia. Ho esitato a lungo prima di andare dai Volkonskij. Da loro ho parlato in modo insulso (viltà). Mi sono comportato male. Viltà, vanità, sconsideratezza, debolezza, pigrizia» [dai Diari di Tolstoj].
Centottanta anni fa
Mercoledì 31 marzo 1841. Al Gewandhaus di Lipsia, prima esecuzione assoluta della Sinfonia n. 1 di Robert Schumann sotto la direzione di Mendelssohn.
Centonovanta anni fa
Giovedì 31 marzo 1831. A Kothen, in Germania, muore Johanna Henrietta Leopoldine Kuchler, moglie del fondatore dell’Omeopatia Unicista Samuel Hahnemann. Lascia 11 figli.
Duecento anni fa
Sabato 31 marzo 1821. In Portogallo viene sciolta ufficialmente l’inquisizione che fu istituita nel 1536 dal re João III.