Il Covid blocca i Misteri  Ma accende la Passione

Al secondo anno consecutivo, mai successo nella storia, senza le Processioni a Sessa Aurunca, senza il capodanno di una fede così aggrappata ad una esigenza di primavera come la Pasqua, cede senza riserve la nostalgia. Viene meno curiosamente, e quanto ci turba, il ricordo tanto scalpitante l’anno scorso, quando la pandemia inedita avrebbe respinto a questa prevedibile migliore stagione odierna la Pasqua del 2020. Ma al secondo diniego consecutivo, solo nel vitro delle Chiese si svolgeranno le funzioni pasquali, ma nulla invece di vissuto di Passione sotto al cielo di questo aprile munito di stelle e di una Luna che si aspetta piena, al secondo diniego, si affaccia qui una più singolare amarezza. Si spalanca acre, come fosse una confessione due volte rifiutata, inappellabile, l’inerzia del ricordo. Dove eravamo rimasti, due Pasque fa, due Venerdì Santi fa, due Sabati Santi fa, dietro quale Processione dei Misteri dondolante al buio dei lumini di una città legata a sé stessa mai come in una notte infinita di prima primavera, e di mano in mano stretta, innamorata solidale, dove eravamo rimasti? A quale rito penitenziale, fra Via Ferranzio e San Leo, Vico Paolini e l’ Annunziata, San Carlo e la Fontana dell’Ercole, con la devozione itinerante del figliuol prodigo che di anno in anno solo nella Settimana Santa di Sessa riconosce ruolo a procedere, avevamo affidato la nostra speranza di Resurrezione? Dove eravamo rimasti: ecco, questo è il dubbio che nel miscredente in cerca di fede ad ogni richiamo del Miserere, ad ogni menù di magro del Venerdì Santo, fra il corso Lucilio e la Portella e vico Seggetiello e i fuocaracci’ davanti al palazzo Gramegna e al Duomo, si ripropone e si riproponeva, nella fragilità del peccato e del sentimento umano. Dove eravamo rimasti, e rimbalzati di anno in anno, portatori forti di quella certezza mai profana che solo i Misteri in processione del Venerdì Santo avevano per noi in dono la risposta giusta. Fosse pure solo la voce del silenzio. Dove eravamo rimasti, e dove ci ritroveremo ancora? Tornerà per noi il tempo? A riveder le stelle, come sarebbe piaciuto a Dante Alighieri, al ritiro due anni fa della processione del Venerdì Santo, la frotta della gente e delle pie donne a seguire il corteo e la musica della banda, buonasera, Giulio’, nella piazza della Marina, sopra al Castello. E nessun maggior dolore, due anni dopo, lì, nella piazza della Marina, sopra al Castello, una Sessa sconosciuta di gioia, senza certezza di un futuro e di una serenata celeste – avremo ancora una Processione da vivere? -, che ricordarsi di un tempo felice nella miseria.

Fonte: Il Mattino di Domenica 28 marzo – Servizio di Gian Paolo Porreca

Le voci e le emozioni del Miserere rivivono in libro e audio

Roma, Auditorium Parco della Musica 05 01 2018. Ambrogio Sparagna e la OPI Orchestra Popolare Italiana. ©Musacchio&Ianniello / Fondazione Musica Per Roma
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Da ieri i canti penitenziali dell’Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso di Sessa Aurunca sono un libro. Miserere, a cura di Ambrogio Sparagna ed Erasmo Treglia, per i tipi di Finisterre, accompagnato da cd, inaugura la nuova collana editoriale Nubes e include le riflessioni, i testi dei canti, le illustrazioni dei Misteri, il percorso di storia dell’affascinante Settimana Santa sessana con i suoi rituali antichi e le sue processioni penitenziali di grande intensità emotiva. «Il Miserere spiega Sparagna – si canta in trio ma è come se si sentisse una voce sola, così si dice a Sessa Aurunca per descrivere la modalità espressiva di questo canto. Le parole del Salmo 50 di Davide si percepiscono a tratti. Le tre voci producono ogni volta un lamento sonoro doloroso che si diffonde in occasione del tempo quaresimale sia nelle chiese che in mezzo ai vicoli antichi del centro, creando tra i partecipanti, ogni volta, un grande senso di pietà e commozione». La narrazione nel libro è a più voci scritte da Sparagna, Davide Rondoni e monsignor Orazio Francesco Piazza, gli spartiti musicali e le illustrazioni inedite da Luigi Cappelli per un originale viaggio nel tempo e nello spazio, dove volti e voci, odori e sapori, situazioni e condizioni esistenziali, generano a Sessa Aurunca continuità di storia e di vita. «Credo dice Rondoni – che non ci sia nulla di così forte e confortante e provocante che l’udire e il vedere quaranta, cinquanta uomini unirsi nel canto. E in quel genere di canto tra la morte e la vita. Che accoglie l’ombra e batte sulla luce. Durante la cena-meravigliosa di oli e di vini, di bufale e di verdure si uniscono in canti funebri e vitali, dall’andamento prima mesto e poi esaltante. Sanno quando sospendere, o riempire il fiato o scemare e poi di nuovo battere, andare, ancora andare. E poi riunendosi in tre, fronte contro fronte, iniziano l’antichissimo Miserere, le cui origini stanno nel Salmo 50, e poi chi sa per quali strade e consegne da bocca a orecchio, è arrivato in questo luogo duro e magico». Un libro di riflessione e preghiera e una documentazione unica di cultura tradizionale italiana. All’interno del libro un cd contenente 16 brani con le voci soliste e corali dell’Arciconfraternita del SS. Crocifisso e del Monte dei Morti e gli echi della Banda musicale dell’Arciconfraternita. «È dice il vescovo Piazza una esperienza tipica che traccia un sentiero invisibile, sperimentato tra intimità e trama sociale; è grazia e opportunità per intuire l’approdo del comune desiderio di umanità che abita il cuore dell’uomo».

Fonte: Il Mattino di Domenica 28 marzo servizio di Nadia Verdile