Sgradevoli considerazioni (di Stelio W. Venceslai)
La pandemia induce a riflessioni di carattere generale, quasi nessuna piacevole. Cominciamo da quelle più sgradevoli.
La globalizzazione dei mercati, con la divisione internazionale del lavoro, ha prodotto effetti disastrosi a molti e ricchezza a pochi. Così va il mondo. Vogliamo continuare in questa follia?
È possibile che gli Stati starnazzino come galline impaurite dal prepotere delle multinazionali farmaceutiche e che le nostre vite dipendano dagli umori chi dirige la produzione dei vaccini? La situazione attuale non è modificabile, ovviamente, ma in futuro? Continueremo ad essere multinazionale-dipendenti ad infinitum?
Siamo gestiti da monopoli internazionali per i concimi, per l’energia, per gli alimenti, per i minerali, per le medicine, per l’abbigliamento, per le vacanze, per la ricerca, per i nostri stessi risparmi. Gli Stati contano sempre di meno e sono da loro gestiti come noi. I vaccini inoculati in America sono prodotti in India. In Europa non esiste una produzione di vaccini. Sembra incredibile, ma nessuno se ne preoccupa.
Da quasi mezzo secolo esiste un’Unione europea, frutto delle speranze di pace del dopoguerra. Abbiamo avuto la pace, e per il resto? Di fronte ai rischi di un conflitto, accoccolati sotto lo scudo americano, travestito da NATO, è andata abbastanza bene. Di fronte ai rischi di una pandemia, non c’era nessuno scudo e ci siamo trovati nudi. Eppure la salute dei cittadini europei è una questione molto più importante della libera circolazione dei cittadini europei.
La risposta è che il Trattato non prevede la sanità tra le competenze dell’Unione. È vero, giuridicamente, ma è una dimenticanza voluta, come quella relativa alla difesa. Che razza di unione economica è quella che non tutela la salute e la sicurezza dei suoi cittadini? La risposta, idiota, è che non ci sono i quattrini. Per pagare lautamente tre sedi provvisorie dell’Unione e i funzionari comunitari ci sono, per tutelare il sistema no. È una follia.
Ma i quattrini li hanno (li avevano) gli Stati. Per come li spendono (v. Italia), meglio che ne abbiano il meno possibile. È possibile che in un’Europa che si vanta della propria unità (?) alcuni Paesi membri possano creare paradisi fiscali a detrimento degli altri partner e che nessuno dica o faccia niente? Una politica fiscale comune è prioritaria fra le tante dimenticate.
Così com’è, si resta di stucco a vedere come sono stati stilati i contratti per le forniture di vaccini da quel fior di giuristi che compone il Servizio giuridico della Commissione. Addirittura, ci sono parti secretate e non si prevede neppure un obbligo di fornitura da parte delle multinazionali farmaceutiche a fronte di quattrini sonanti!
Lasciamo andare l’Europa. Abbiamo troppi guai in Italia per occuparci di quelli europei, anche se tra loro sono strettamente connessi.
La pandemia ci ha messo in ginocchio. I rimedi sono stati e sono insufficienti. Dopo un anno di segregazione siamo al punto di prima. Governi pessimi o poco men che pessimi hanno fatto guasti inenarrabili alle nostre finanze, già disastrate per conto loro.
Con oltre centomila morti e, ultimamente, al ritmo di 4/500 decessi al giorno, navighiamo con la speranza di passare dalla zona rossa a quella arancione. È una buffonata. L’epidemia cresce e tutto ciò che è stato fatto inutile. Ditelo ai morti.
L’epidemia ha messo a nudo le nostre miserie e le incapacità successive dei nostri governanti. Il Servizio sanitario nazionale non ha funzionato, il sistema ospedaliero regge per miracolo, la delega alle Regioni per la sanità si è rivelata una tragedia.
Le Regioni hanno ingoiato centinaia di miliardi perché sono diventati piccoli potentati mal gestiti. Lo Stato italiano è alle prese con ventun Regioni che si credono mini-stati e i presidenti che si sentono governatori, come accade alla von der Layen alle prese con i Paesi membri dell’Unione. Ognuno vuole fare di testa sua, ma la salute dei cittadini è cosa troppo seria.
La campagna vaccinale è essenziale. I criteri devono essere gli stessi, ogni Presidente non può decidere quello che gli passa per la testa, se l’ha. La regionalizzazione sta portando al paradosso che la sanità, in Lombardia e in Toscana, oggi, è al livello della Calabria.
Altra questione ridicola: il passaporto sanitario. Si parla di discriminazione intollerabile tra chi è stato e chi non è stato vaccinato contro il Covid 19. Tempo fa c’era un libretto giallo che attestava e vaccinazioni contro il colera, la febbre gialla ed altro. Non protestava nessuno. Ora s’invoca la libertà di contagio. È la rivoluzione dei monatti.
Il compito di Draghi è immenso. Non ce la farà se non taglia un po’ di teste. Non ce la farà se continua nell’imitazione un po’:corretta dei precedenti governi. Dovrebbe avere il coraggio di fare un taglio netto con il passato, tanto le proteste sono inutili: o con Draghi o alle elezioni.
L’idea dei sostegni, ristori, sussidi o aiuti deve sparire. Bisogna avere il coraggio di dirlo. Nessuno, neppure i Santi più acclarati, potranno far ritornare i redditi com’era prima. È cambiato tutto. Non dimentichiamo che la maggior parte delle folle che protestano e vorrebbero la “riapertura” sono folle di evasori fiscali. Quelli che hanno un reddito fisso le tasse le hanno pagate all’origine e sono passati per stupidi. Stanno male, ma non protestano. Protestano le cicale.
Se mi rompo una gamba o mi brucia la casa o per un altro qualunque accidente imprevedibile subisco un danno, interviene lo Stato? Da dove nasce questa pretesa di solidarietà pelosa che ci sta dissanguando? Dai navigator?
Il fiume di miliardi che è stato speso, male e con ritardi, non è servito a nulla. Ha solo indebitato il Paese molto di più di quanto già non lo fosse. La politica dei bonus o delle mancette ha solo irritato. Non è solidarietà sociale, ma dimostrazione dell’incapacità di provvedere in modo serio ai problemi del Paese. Gli aiuti a pioggia, lo dicono tutti, sono denari buttati al vento, ma i nostri governanti non lo sanno.
Bengodi è finita e va detto con chiarezza. Se si ha un’idea del futuro, il denaro deve essere concentrato sugli investimenti, non sui sostegni. Continuando così, altro che next generation!
Per finire, il lampone sul gelato, abbiamo dei nuovi vicini: Turchi, Russi e Cinesi, che scorrazzano nel Mediterraneo. Non se ne è accorto ancora nessuno, tant’è vero che la nostra flotta sta perdendo navi e importanza.
Il mare c’interessa solo per gli emigranti.
Roma, 27/03/2021