La paura del buio

Nella notte delle streghe, l’esercito del covid si arricchisce di nuovi mostri. Come in ogni storia dell’orrore che si rispetti, finché non li scopriamo, sembrano uguali a noi. Anzi, siamo proprio noi. E per questo fanno più paura.

Secondo le ultime stime, i contagiati che non sanno di esserlo, quelli con pochi o nessun sintomo, sono due terzi del totale. E a detta degli esperti, è sbagliato pensare che chi non mostra i segni del covid sia anche un diffusore debole della malattia. Premesso che la gran parte delle infezioni da coronavirus si deve a comportamenti irresponsabili o al mancato rispetto delle norme basilari di contenimento, un contagiato che non sa di esserlo può diventare un reale moltiplicatore della pandemia.

Per mettere in allerta chi potrebbe essersi contagiato senza saperlo, un sistema ci sarebbe, e si chiama Immuni, la app fatta sviluppare dal governo per tenere traccia di tutti i contatti a rischio di chi riceve un tampone positivo. Dopo una faticosa partenza, Immuni è stata scaricata da 10 milioni di cittadini. Ma di questi, meno di 2 mila hanno dato l’autorizzazione necessaria affinché il loro status di contagiati fosse inserito nel sistema di tracciamento.

Nella maggior parte dei casi, questo non avviene perché gli infetti si rifiutino di collaborare, ma perché semplicemente le Asl, da tempo, non riescono più a tenere traccia delle segnalazioni. E così il virus, nemico invisibile, conquista alleati inconsapevoli e silenti.

E a noi non resta che la paura del buio. Il mondo si chiude in casa aspettando che passi la nottata. Quella delle streghe, e le successive.