Nostra intervista esclusiva al criminologo Carmelo Lavorino

 

In relazione alla notizia che la Procura di Cassino (su indagine dei carabinieri di Frosinone) si appresterebbe  a chiedere il processo per gli indagati del delitto Mollicone, abbiamo chiesto al criminologo Carmelo Lavorino – che è stato  da sempre impegnato in prima fila in questo caso ( ha scritto anche un libro ) il suo pensiero sulla intrigata vicenda.

“… È arrivata la “Teoria del crimine”,  per l’omicidio di Serena Mollicone – ci ha dichiarato il prof. Carmelo Lavorino –  cioè, chi sarebbe stato a ucciderla, perché lo avrebbe fatto e in quali luoghi, situazioni e circostanze; come e in che modo avrebbe fatto quello che è stato fatto; quali i tempi esecutivi e le cronologie del crimine; quali i vari “prima – durante – dopo”; quali i depistaggi complessi e variegati; chi i componenti della “combinazione criminale” con ruoli, comportamenti e interessi; quali le fonti di prova tecniche, scientifiche, criminalistiche e medico-legali; quali le fonti di prova testimoniali e dichiarative; tutti i “5w e 1 h” relativi alla morte del brigadiere Santino Tuzi; tutti gli aspetti del crimine collegati e sistemizzati, ecc. ecc. ecc.

 

Bene: è arrivato l’inizio della “teoria del crimine”, ora arriveranno tutti gli atti del fascicolo, i dettagli, i particolari, il ragionamento degli investigatori, le decisioni del pubblico ministero: fra poco arriverà il “terreno di scontro e il motivo del contendere”… ed arriveranno (forse) i colpi bassi, i rallentamenti, i boicottaggi, i dispettucci… (speriamo di no solo per motivi di serietà!).

Questa attesa mi riporta a 16 anni fa – ha precisato il noto criminologo –  quando per l’omicidio di Serena Mollicone venne indagato, imputato e processato il carrozziere Carmine Belli, persona semplice, avventata, chiacchierona, cercatrice del protagonismo a ogni costo, che infilò da sola la testa nella “tagliola investigativa” per uscirne dopo 18 mesi di ingiusta carcerazione.

 

In quelle circostanze confutammo l’impianto accusatorio dei pubblici ministeri, le relazioni tecniche di analisi investigativa criminale dell’UACV della Criminalpol e della Squadra mobile di Frosinone, le ipotesi e il lavoro dei medici legali dei pubblici ministeri (non il lavoro della dott.ssa Conticelli), la ricostruzione accusatoria: il risultato fu eccellente e facemmo assolvere Carmine Belli: grazie agli avvocati Silvana Cristoforo e Romano Misserville prima, all’avvocato Eduardo Rotondi dopo, e con me e sempre i dottori Enrico Delli Compagni, Dante Davalli, Jusy Ruffo, Marco Lilli e tanti altri, fra cui il compianto prof. Giancarlo Umani Ronchi insigne medico legale.

 

Ora tenteremo di confutare la teoria del crimine che vede il luogo del delitto nella caserma dei carabinieri  di Arce e nell’arma del delitto la laddove riteniamo che sia giusto farlo per motivi scientifici, di logica, di verità e di giustizia.

A prima analisi posso affermare che l’impianto accusatorio/teoria del crimine presenta molti punti deboli, molte carenze, diverse contraddizioni e suggestioni, passaggi logici fallaci e non congrui: un insieme complesso che nasce da intuizioni divenute apoditticamente certezze e che hanno creato una “teoria del crimine” non condivisibile.

Ho paura  – ha concluso Carmelo Lavorino – che ci troviamo di fronte a “la montagna che ha partorito il topolino” e che bisogna attendere ancora molto tempo prima che la povera Serena Mollicone veda il suo assassino punito!”.