Meno delitti, ma aumentano i reati informatici e il rischio usura.

I numeri, per l’Italia e per il mondo, dell’Organismo permanente di monitoraggio e analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso

 Quanto ha inciso la pandemia sull’andamento dei delitti in Italia (e nel mondo)? Giustizia di Fatto può spiegarlo ai suoi lettori analizzando un documento che pubblichiamo in esclusiva: il terzo report dell’“Organismo permanente di monitoraggio e analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso”. Parliamo di un organismo istituito dal governo con un decreto del 17 aprile 2020 proprio e presieduto dal Prefetto Vittorio Rizzi (qui il link al documento).

Qui ne riportiamo alcuni passaggi.

 I delitti complessivi diminuiscono del 27%

 Il report analizza quel che è accaduto reato per reato nel primo semestre del 2019 in confronto ai primi sei mesi del 2020. Partiamo dal primo dato: il numero complessivo dei delitti. Nella stagione del Covid-19 i delitti in generale crollano di oltre un quarto: “L’andamento generale della delittuosità ha evidenziato” una diminuzione del 27,2% “facendo registrare 836.937 delitti commessi nel 2020 contro i 1.149.414 del 2019”.

 I reati informatici raddoppiano

 “L’incidenza dei reati informatici” sul “totale dei delitti” è invece aumentata sia a livello nazionale (si passa dallo 0,6 del 2019 all’1,1 del 2020) sia a livello mondiale. Ed è un dato riconducibile, soprattutto nel periodo del lockdown, all’“aumento esponenziale delle transazioni commerciali e finanziarie operate sulla rete”.

 I reati contro la persona

 Ecco il raffronto tra 2020 e 2019 per quanto riguarda i reati contro la persona. Risultano tutti in decremento.

 I maltrattamenti contro familiari e conviventi passano da 9.809 a 9.728 (-0,8%)

Gli omicidi volontari passano da 161 a 133 (-17,4%)

Gli atti persecutori passano da 8.110 a 6.597 (-18,7%)

La pornografia minorile passa da 281 a 221 (-21,4%)

Le lesioni dolose passano da 30.773 a 23.466 (-23,7%)

Le violenze sessuali passano da 2.254 a 1.705 (-24,4%)

La detenzione di materiale pedopornografico passa da 173 a 129 (-25,4%)

Reati contro la persona nel mondo

 “La diffusione del Covid-19” si legge nel rapporto “le misure restrittive della libertà di circolazione adottate, gli effetti della relativa crisi economica hanno esasperato, soprattutto nel periodo dell’isolamento domiciliare, conflittualità presenti e latenti, tanto da determinare una minore riduzione (quando non un aumento) di queste fattispecie delittuose rispetto alla generalità dei reati, con particolare riferimento agli omicidi e ai maltrattamenti in famiglia”. I valori si sono poi riallineati con la “graduale riapertura delle attività” e “la riduzione delle misure di contenimento del virus” portando i dati su “valori pre-Covid-19”. Ma non è stato ovunque così.

 Kosovo e maltrattamenti in famiglia

 In Kosovo la “tendenza all’aumento di fattispecie criminose connotate dalla violenza contro la persona” sembra “confermata anche nel periodo post lockdown”. Nel primo semestre 2020 siamo dinanzi a un “forte incremento dei maltrattamenti in famiglia” che sono passati dai 162 del 2019 a oltre 300 nel 2020.

 Portogallo e violenza domestica

 In Portogallo “le segnalazioni sulle linee telefoniche di assistenza, rinforzate nel contesto dell’isolamento legato alla pandemia, hanno registrato, nel periodo marzo/ giugno, un aumento di richieste pari al 180% rispetto all’analogo periodo del 2019”.

 Polonia e aumento degli omicidi

 In Polonia i reati contro la persona con uso della violenza sono aumentati nel l° semestre del 2020: s’è registrato un aumento del 15,4 con omicidi “circoscritti nella maggior parte dei casi a contesti di degrado sociale, accentuati dalla convivenza forzata”.

 Usa, coprifuoco e circolazione delle armi

 “Negli Stati Uniti” si legge nel rapporto “oltre alla diffusione della pandemia, si sono registrate le violente proteste di piazza connesse al movimento ‘Black Lives Matter”, che hanno costretto le amministrazioni statali e cittadine della Federazione a fare ampio ricorso all’istituto del coprifuoco”. Soprattutto, però, la situazione complessiva, che “ha condizionato fortemente la vita sociale ed economica del Paese” ha avuto un forte “impatto anche sull’andamento dei crimini”. Vediamo in che modo.

 “Il prolungato lockdown e l’altissimo tasso di disoccupazione che ha interessato le classi più povere (con particolare riferimento a quelle di origine afroamericana e latina) hanno contribuito ad elevare immensamente la tensione sociale. Tale tensione, se da una parte ha trovato sfogo nelle violente manifestazioni di piazza, dall’altra ha sicuramente contribuito all’innalzamento del numero delle sparatorie e degli omicidi, le cui statistiche hanno visto una notevole crescita dopo la revoca del lockdown nel mese di giugno”.

 L’incremento dei reati violenti “ha interessato soprattutto le grandi città, dove la vita dei cittadini a seguito della diffusione della pandemia ha risentito maggiormente delle limitazioni alla libertà personale e di movimento”. Nel primo semestre 2020 è aumentato il numero di omicidi e sparatorie. Nel luglio 2020 a Chicago le vittime delle sparatorie sono state 573 (58 i minori coinvolti), con 106 omicidi. Rispetto al luglio 2019 siamo in presenza di un aumento di omicidi pari al 139% rispetto a luglio 2019 e di sparatorie pari al 75%.

 Reati contro il patrimonio in Italia

 I dati sono tutti in decremento a esclusione dell’usura.

 L’usura passa da 92 a 98 casi (+6,5%).

Le truffe passano da 68.164 a 60.227 (-11,6%)

Il riciclaggio e impiego di denaro passano da 971 a 755 (-22,2%)

I danneggiamenti passano da 136.508 a 102.752 (-24,7%)

Le estorsioni passano da 4.912 a 3.643 (-25,8%)

Le rapine passano da 12.308 a 8.609 (-31,1%)

La ricettazione passa da 8.079 a 5.631 (-30,3%)

I furti passano da 530.849 a 309.927 (-41,6%)

La contraffazione passa da 2.655 a 1.325 (-50,1%)

Reati contro il patrimonio nel mondo

 Il report premette questa considerazione: “La chiusura delle attività commerciali e le misure di distanziamento sociale hanno comportato inizialmente una generale riduzione dei reati contro il patrimonio. La minore disponibilità economica di larghe fasce della popolazione, soprattutto nei Paesi in cui non è stata compensata da misure sussidiarie delle Autorità statali, ha comportato ben presto un più forte bisogno di approvvigionamento di beni di prima necessità, con un conseguente incremento dei furti all’interno degli esercizi commerciali”. Poi analizza alcuni Paesi.

 Bosnia e aumento dei furti

 La Bosnia ha riscontrato un “aumento dei furti nei supermercati, ai distributori di carburante e delle auto, dalle quali derivano spesso attività estorsive nei confronti dei proprietari. Si è registrato anche il furto di apparati bancomat (cinque dall’inizio della pandemia), divelti dalla loro sede con l’uso di piccoli camion o carroattrezzi”.

 Polonia, aumento delle frodi e nuove aggravanti

 In Polonia il “periodo del post lockdown” è caratterizzato “da un aumento dell’attività fraudolenta, tale da indurre il governo a varare un inasprimento delle sanzioni in caso di comportamenti usurari”. Il report segnala anche che in Polonia “è stata introdotta l’aggravante del “furto particolarmente audace”” ovvero “quello perpetrato al commerciante con gravi problemi finanziari”.

 Argentina. Le dichiarazioni del ministro della Sicurezza

 “Nel sud America, è da notare il caso dell’Argentina dove si è registrato un forte aumento dei furti in abitazione e dei furti all’interno di supermercati rispetto alle prime fasi della quarantena obbligatoria. In una recente dichiarazione ufficiale il ministro della Sicurezza ha dichiarato che quando in Argentina sarà terminato l’isolamento sociale preventivo e obbligatorio e il Paese sarà completamente uscito dall’emergenza sanitaria, si potrà verificare un picco nei crimini contro il patrimonio, che nei mesi successivi potrebbe peggiorare raggiungendo indici mai toccati in precedenza”.

 Stupefacenti

 Anche in questo caso siamo di fronte a un decremento. In Italia si passa in totale da 20.419 a 17.833 (-12,66%) casi denunciati. Riduzione anche nel resto del mondo. In realtà è solo apparenza, spiega però il report, perché si tratterebbe in realtà di “una diversa modulazione delle condotte criminali” e “l’attività produttiva” non ha “subìto battute d’arresto”.

Un rapporto dell’Agenzia europea per la droga (Oedt) ha analizzato il traffico di droga nel periodo del lockdown in Europa: i prezzi sono saliti, malgrado una minore purezza per alcune droghe, e si è registrata una “continua violenza tra fornitori e distributori”.

Sono stati adattati modelli di trasporto, rotte del traffico e i metodi di occultamento alle limitazioni imposte dalla pandemia. I consumatori e i rivenditori hanno usato metodi alternativi per entrare in contatto – mercati darknet, piattaforme social media, applicazioni per comunicazioni crittografate, pagamenti cashless.

 Traffico migranti

 Reati in decremento anche in questo caso. I reati inerenti la tratta di esseri umani passano da 1.202 a 685 (-43%). Ecco uno stralcio del rapporto sul fenomeno: “La crisi globale provocata dalla pandemia ha già mostrato di avere un impatto sul fenomeno delle migrazioni ed è prevedibile che ne possa avere sulla tratta di persone e sul traffico di migranti. (…). Dall’inizio della pandemia, la rotta migratoria proveniente dal nord Africa sta vivendo una rinnovata attrazione per i flussi irregolari e la Tunisia rappresenta il primo Paese di provenienza dei migranti illegali in Italia negli ultimi mesi, che hanno fatto registrare flussi in deciso aumento rispetto allo stesso periodo del 2019. (…) La Libia, con un conflitto civile in corso e principale hub per le partenze dei migranti verso le coste europee, sta subendo la crisi conseguente all’epidemia e quella contemporanea connessa all’interruzione dell’esportazione di petrolio. Il business illegale del favoreggiamento della migrazione clandestina potrebbe rappresentare, pertanto, un’attività ancora più attrattiva per le organizzazioni criminali già presenti ed operative nel Paese che peraltro vantano reti transnazionali di supporto. (…)

 I dati dal Primo marzo 31 luglio 2020

 Il report poi analizza i dati che vanno dal primo marzo al 31 luglio 2020 per “individuare, sulla base dei dati operativi, quasi ‘in tempo reale’, le direttrici e i trend della delittuosità in questo periodo eccezionale nella storia del Paese”. Riportiamo qui alcune considerazioni. “L’analisi dei dati – si legge nel rapporto – mostra una diminuzione più rilevante per alcuni reati quali le rapine in banca (-68,07%) e quelle in uffici postali (-64,47%) e per i furti in genere (…) e un decremento meno accentuato per altri reati quali le rapine in genere (-35,55%, di cui quelle in abitazione -33,33%, in esercizi commerciali -39,55%). Inoltre, benché continuino a verificarsi furti e rapine ai danni di farmacie, l’esame dei dati relativi al periodo 1 ° marzo – 31 luglio 2020, confrontato con l’analogo periodo del 2019, evidenzia un accentuato decremento del numero dei furti, che passano da 442 a 338 episodi (-23,5%) nonché delle rapine che scendono da 273 a 161 (-41%). Furti e rapine si sono concentrati, in particolare, sulle attività commerciali che non hanno mai sospeso la loro attività, come le farmacie, approfittando anche della possibilità di celarsi dietro una mascherina”.

 Per quanto riguarda i reati informatici “evidenziano un incremento del 31,86% (67.287 casi dal 1 marzo – 31 luglio 2020 a fronte dei 51.030 dell’analogo periodo del precedente anno)”. Capitolo a parte quello sull’usura: “Nonostante appaia una condotta criminale per certi versi ‘obsoleta’ e ‘superata’, nella nuova dimensione economico-finanziaria delle organizzazioni criminali e malgrado la stessa possa sembrare ormai ‘residuale’, stante il ridotto numero di segnalazioni presenti nella banca dati interforze, alcune conseguenze della sua pratica destano ancora un rilevante allarme sociale soprattutto in una società che tuttora risente degli effetti del lockdown e dell’emergenza sociale post Covid-19”. Qualche cifra: “Gli episodi di usura, rilevati in Italia dal 1 marzo al 31 luglio 2020, sono stati 67 con una generale flessione del 10,67% rispetto allo stesso periodo del 2019 (75 casi)”. C’è però un dato sul quale riflettere: “In alcuni contesti territoriali, infatti, l’avvento del Covid-19 ha ampliato le condizioni favorevoli alla diffusione dell’usura, in uno scenario già compromesso da povertà e disagi economici, acuendoli ulteriormente. Dalle spese primarie al pagamento di dipendenti e fornitori, questi i campi in cui si annida il rischio dell’usura, sia familiare sia d’impresa. Inoltre, essendo al cospetto anche di realtà imprenditoriali, la preoccupazione principale risiede nella capacità della criminalità di offrire denaro a facili condizioni a imprenditori che non riescono ad accedere, o quantomeno a farlo velocemente, al credito legale; ed è qui che matura il rischio di una possibile crescita dell’usura quale grimaldello che apre la porta per entrare nel mondo economico: dall’immissione di ‘soldi sporchi’ nell’economia legale fino ad arrivare all”esproprio delle imprese utilizzate, a loro volta, per fare riciclaggio, in un sordido circolo vizioso”.

 Fonte: di Antonio Massari | 8 OTTOBRE 2020/ Il Fatto Quotidiano