domenica, 9 Novembre 2025
Home Cronaca rassegna

rassegna

Un antefatto da film dell’orrore per una storia dai contorni ancora da chiarire. È questo il quadro che emerge, ora dopo ora, dall’indagine in corso sull’attacco al coltello alla neo-sindaca di Herdecke, Iris Stalzer, in Nordreno Westfalia.

Nelle ore precedenti alla chiamata al pronto soccorso e all’arrivo dei sanitari nella zona residenziale di Herdecke, l’avvocatessa 57 enne sarebbe stata torturata per ore nella cantina della sua abitazione dalla figlia adottiva 17 enne. La ricostruzione della polizia è stata confermata dalla testimonianza della stessa vittima, che ha ripreso i sensi e ha accusato la ragazza.

Secondo quanto appreso da Bild da fonti di polizia, la figlia adottiva avrebbe attaccato la madre in cantina cercando di incendiarne i capelli con spray e accendino e ferendola diverse volte con due coltelliOltre tredici coltellate sono state rilevate sul busto e sull’addome della donna. Mentre la sua testa è stata sbattuta contro qualcosa, testimoniano le lesioni al cranio della neo-sindaca. La ragazza avrebbe agito per vendetta. Poi se ne sarebbe pentita, rivela un tentativo di cancellare il sangue, e avrebbe chiamato aiuto alle 12:40. Al servizio di emergenza la ragazza aveva detto che la madre, prima di perdere i sensi, avrebbe riferito di essere stata attaccata da un gruppo di persone. Indicazione che aveva provocato allarme in tutta la Germania, viste le recenti tornate elettorali nel Land e la tensione politica per la sconfitta al ballottaggio dell’ultradestra.

 

Poliziotti portano via la ragazza

 

Ma se vendetta è stata, si è trattato di una vendetta privata. In casa di Iris Stalzer c’era già stato il precedente di una lite violenta. L’estate scorsa una discussione particolarmente accesa aveva visto la figlia adottiva brandire un coltello.

Al momento l’imputazione è per lesioni personali gravi e non per tentato omicidio. Secondo il procuratore capo Bernd Halldorn infatti la chiamata al numero d’emergenza potrebbe essere interpretata come un ripensamento. La ragazza è al momento ospitata in un ospedale psichiatrico sotto il controllo della polizia, mentre il fratello 15 enne è ancora sotto indagine e affidato ai servizi sociali.

La guardia di finanza del gruppo Pavia voleva fare «mirati accertamenti bancari» anche per i fratelli Cappa, tra cui Stefania e Paola, e il padre Ermanno. La richiesta è stata fatta alla procura di Brescia nell’ambito dell’inchiesta in cui l’ex procuratore aggiunto Mario Venditti è indagato per corruzione in atti giudiziari per il presunto insabbiamento dell’indagine del 2017 a carico di Andrea Sempio per il delitto di Garlasco. In un’annotazione successiva di dei primi di settembre, depositata al tribunale di Riesame di Brescia, riguardante le analisi bancarie poi compiute, i nomi della famiglia Cappa non compaiono. Mentre si dà conto, tra le altre cose, che non risultano anomalie sui conti di Venditti.

 

 

Nell’annotazione del 30 luglio, quando il fascicolo bresciano era ancora a modello 45, ossia senza indagati né ipotesi di reato (ora Venditti è indagato per corruzione in atti giudiziari), la Gdf di Brescia chiedeva ai pm di poter portare avanti analisi bancarie su 18 persone in totale, tra cui appunto l’ex gip Lambertucci e la famiglia Cappa. Nell’ormai noto appunto del padre di Sempio, che ha dato il là all’inchiesta su Venditti, si leggeva: «Venditti gip archivia X 20.30 euro». Da un’altra annotazione della Gdf di Brescia e Pavia e dei carabinieri di Milano del 4 settembre emergono, poi, gli esiti degli accertamenti bancari, disposti dai pm di Brescia il 31 luglio e che hanno riguardato in totale 11 persone. Tutta la famiglia Sempio e parenti stretti, gli avvocati di allora del nuovo indagato per l’omicidio di Chiara Poggi e due carabinieri in servizio nel 2017 alla sezione di pg presso la procura di Pavia.

 

 

Il filone di indagine bresciano, come si legge nell’informativa, è nato da un’annotazione trasmessa a Brescia dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano lo scorso 16 luglio, nell’ambito dell’inchiesta pavese riaperta a carico di Sempio sul delitto del 2007. Nell’annotazione si parlava proprio di quegli appunti trovati a casa dei genitori di Sempio e che hanno dato il via al filone bresciano. Nell’informativa di luglio la Gdf di Brescia ricorda che l’allora aggiunto di Pavia Mario Venditti e l’allora pm Giulia Pezzino presentarono il 15 marzo richiesta di archiviazione, accolta dal gip Lambertucci il 23 marzo 2017. E riportano stralci delle ormai note intercettazioni ambientali nell’auto dei Sempio, riascoltate e trascritte nella nuova inchiesta pavese, da cui emergerebbe che Andrea Sempio fosse «a conoscenza di alcuni elementi rappresentati nell’esposto presentato dalla madre di Stasi», che aveva dato origine alla prima indagine su di lui di fine 2016.

Un momento della conferenza MINDS, dal 9 al 10 ottobre, presso l'Hotel Quirinale di Roma.Un momento della conferenza MINDS, dal 9 al 10 ottobre, presso l’Hotel Quirinale di Roma. 

Conferenza agenzie di stampa, Ruffini: accertare fatti e verità per costruire fiducia

Il prefetto del Dicastero per la Comunicazione interviene alla 39esima conferenza di MINDS, tenuta a Roma il 9 e il 10 ottobre, presentando il Magistero della Chiesa come antidoto all’informazione manipolata e ai pericoli dell’intelligenza artificiale: “Una comunicazione autentica – sottolinea – poggia su relazioni autentiche”

Daniele Piccini – Roma

“Senza fatti non può esserci verità. Senza verità non può esserci fiducia. Senza queste tre cose non abbiamo una realtà condivisa. Non può esserci giornalismo, non può esserci democrazia”. Lo ha detto questa mattina, 10 ottobre, Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione, intervenendo all’Hotel Quirinale alla conferenza “Avere fiducia nel futuro delle notizie. Indipendenza, innovazione, crescita”. L’incontro, giunto alla sua 39esima edizione, è stato organizzato dall’associazione MINDS International, una rete globale di agenzie di stampa. I partecipanti alla conferenza, ieri mattina, sono stati ricevuti da Papa Leone XIV in udienza nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico.

Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione, durante il suo intervento alla conferenza organizzata da MINDS.
Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione, durante il suo intervento alla conferenza organizzata da MINDS.

MINDS in udienza da Papa Leone XIV

Incontrandoli, il Pontefice ha esortato i giornalisti di MINDS a continuare a promuovere “un’informazione libera, rigorosa, obiettiva” e a formare “coscienze” e un “pensiero critico”, in un’epoca di informazione “spazzatura” in cui spesso si scambia “il falso per vero” e “ciò che è autentico con ciò che è invece artefatto”. Questione che non è meramente epistemologica, ma incide sulla buona salute di ogni democrazia, perché “solo i popoli informati possono fare scelte libere”, come già aveva detto, esprimendosi sul tema giornalismo e verità, il neoeletto Leone XIV, lo scorso 12 maggio, incontrando gli operatori della comunicazione in Aula Paolo VI.

L'incontro di Papa Leone XIV in sala Clementina con le agenzie di stampa membre di MINDS, ieri, 9 ottobre 2025.
L’incontro di Papa Leone XIV in sala Clementina con le agenzie di stampa membre di MINDS, ieri, 9 ottobre 2025.   (@Vatican Media)

Comunicazione è relazione

Fatti, verità e fiducia sono i mattoni del giornalismo che a loro volta costruiscono la democrazia. La combinazione proposta da Ruffini è un antidoto alla malattia mortale di questa epoca, in cui, ha detto ancora il prefetto, “se dici una bugia milioni di volte, diventa un fatto”. Una comunicazione autentica è solo quella che poggia su relazioni autentiche. “Ripristinare un dialogo autentico e aperto – ha spiegato ancora Ruffini nel suo intervento intitolato “Comunicazione e informazione nell’era digitale della disintermediazione e dell’intelligenza artificiale. Il sistema di comunicazione della Santa Sede e il Magistero della Chiesa” – è uno dei compiti più importanti del nostro tempo, specialmente ora che la polarizzazione spesso trasforma la comunicazione in nient’altro che monologhi sovrapposti”.

Chiarezza ed onestà

Dopo aver sottolineato, sulla scorta dell’esortazione apostolica di Papa Francesco Laudate Deum, la necessità di muoversi con “chiarezza” e “onestà” per districarci nei territori dell’informazione e del marketing che cerca con ogni mezzo di plasmare la “pubblica opinione”, Ruffini ha ribadito che secondo il Magistero della Chiesa, “siamo chiamati a una battaglia pacifica, ma urgente per ripristinare solide fondamenta nel sistema di diffusione delle notizie e ricostruire i principi della comunicazione e del buon giornalismo, offrendo una vera alternativa al consumo tossico di informazioni manipolate”.

Informazione come bene comune

Per fare tutto questo è fondamentale “costruire un rapporto di fiducia” con le persone cui ci rivolgiamo, ha argomentato ancora il prefetto del Dicastero per la Comunicazione. “Significa lavorare sulla cultura e promuovere l’alfabetizzazione a tutti i livelli. Significa – ha concluso Ruffini – riscoprire e condividere l’idea di terreno comune e di informazione come bene comune”.

“Fondamentale il monito del Papa sull’informazione”

La concorrenza delle macchine

Il pensiero di Papa Leone XIV sull’informazione, l’intelligenza artificiale e le conseguenze etiche di un’informazione manipolata, stimola il lavoro e la riflessione delle agenzie di stampa, spesso primo, fondamentale anello nella catena di produzione delle notizie sul campo. “Ieri nel suo discorso il Santo Padre ha toccato e rinforzato queste tematiche dando dei messaggi estremamente rilevanti, che poi toccano direttamente il nostro lavoro di agenzie di stampa”, ha detto ai media vaticani Stefano De Alessandri, amministratore delegato dell’agenzia di stampa italiana ANSA, che quest’anno celebra l’80° anniversario della sua fondazione.

“Come è noto – ha proseguito il manager – le agenzie di stampa sono alla base del sistema dei media, sono quelle che danno le notizie agli altri. Quindi il nostro ruolo come baluardo professionale nei confronti della disinformazione e delle fake news è fondamentale”.

L’ANSA utilizza l’intelligenza artificiale per il suo lavoro già da quattro anni, ma con dei criteri procedurali ed etici rigorosi. “La utilizziamo – ha spiegato De Alessandri – con uno stretto codice etico che abbiamo pubblicato e che si può leggere sul nostro sito. Il codice prevede una serie di comportamenti da parte dei nostri giornalisti. Per esempio, per citarne alcuni, non pubblichiamo foto che siano generate dall’intelligenza artificiale. Non pubblichiamo articoli che siano interamente generati dall’intelligenza artificiale. Utilizziamo l’intelligenza artificiale per fare il nostro mestiere, ma quando la utilizziamo lo dichiariamo apertamente e ci siamo impegnati nel codice etico a gestire personalmente il processo di pubblicazione delle notizie, non solo all’inizio, ma anche alla fine”.

L'intervento di Miguel Angel OIiver, presidente dell’agenzia di stampa spagnola EFE.
L’intervento di Miguel Angel OIiver, presidente dell’agenzia di stampa spagnola EFE.

Il ruolo insostituibile del giornalista “on the ground”

“Oggi l’intelligenza artificiale rappresenta una grande opportunità – ha detto ai media vaticani Miguel Angel OIiver, presidente dell’agenzia di stampa spagnola EFE – ma è anche una minaccia e quindi va vista come una sfida. Dobbiamo trarre il meglio da essa, ma anche adattarci a questa nuova era, a questo nuovo tempo. Quello che ci è chiaro in EFE è che un giornalista non potrà mai essere sostituito da un programma di intelligenza artificiale, il giornalista deve essere sul posto, il giornalista deve essere sul campo”.

“L’udienza che abbiamo avuto con il Papa – ha detto infine ricordando l’incontro con il Pontefice, avvenuto prima che si aprissero i lavori della conferenza di MINDS – è stata un’occasione unica e ne siamo molto grati. Ha fatto alcune riflessioni molto interessanti e molto in linea con diversi aspetti che EFE condivide. Il giornalismo non potrà mai essere sostituito dalle macchine. Sono proprio il giornalismo e i giornalisti a dare fiducia al pubblico raccontando i fatti così come sono, essendo onesti con il pubblico e con sé stessi. Ringraziamo quindi il Papa per averci rivolto queste parole”.

Il direttore di MINDS, Wolfgang Nedomansky, durante la conferenza all'Hotel Quirinale.
Il direttore di MINDS, Wolfgang Nedomansky, durante la conferenza all’Hotel Quirinale.

Le agenzie di stampa fanno rete

MINDS è un’organizzazione internazionali che raccoglie ben ventisei agenzie di stampa di tutto il mondo. “Sono nostri membri aziende leader a livello globale come Reuters, AP, AFP, che si sono poste l’obiettivo di promuovere la digitalizzazione dei media, sviluppare nuove soluzioni innovative e collaborare a livello dirigenziale”, spiega ai media vaticani il direttore di MINDS, Wolfgang Nedomansky. “A tal fine – prosegue – ci riuniamo due volte all’anno in occasione di conferenze in cui dirigenti provenienti da tutto il mondo, dal Canada all’India, dal Giappone all’Australia e da tutti i paesi europei, si incontrano promuovere lo scambio, imparare gli uni dagli altri, condividere esperienze e sviluppare soluzioni comuni, perché questo aumenta la nostra efficienza”.

Scopo di MINDS è connettere le esperienze delle varie agenzie per condividere buone pratiche, migliorare l’efficienza, abbattere i costi di produzione delle notizie e con ciò renderne più polifonica la diffusione. “Promuoviamo ad esempio la collaborazione e la cooperazione, un metodo che riduce i costi. Al contempo – conclude il direttore di MINDS – sviluppiamo nuove fonti di reddito e nuovi modelli di business, al fine di fornire alle agenzie la possibilità di avere una base economica sana e solida”.