Morfopsicologia: Putin a 13 anni, il volto del potere

Uno sguardo d’infanzia che già raccontava un destino segnato da disciplina, intelligenza e appartenenza. Ecco il leader russo “svelato” dallo studio morfopsicologico.

morfopsicologia
Già Professore di Anatomia, II Università di Napoli – Cultore di Morfopsicologia e Linguaggi Extraverbali

Morfopsicologia. Nell’immagine di copertina vi proponiamo un ritratto del presidente russo Vladimir Putin all’età di 13 anni. Il nostro studio morfopsicologico di questa settimana è dedicato al più discusso capo di Stato del nostro tempo, protagonista di un conflitto alle porte della pacifica Europa.

Da un’analisi complessiva del volto si coglie un’espressione seriosa, quella di un ragazzino tranquillo. Lo sguardo appare leggermente distaccato dal contesto, velato da una sottile tristezza e una sfumatura di pessimismo. Putin, da bambino, visse in una famiglia umile e di origini modeste, condizione di cui è sempre andato fiero, senza mai nasconderla.

Morfopsicologia, Putin “ragazzo di strada”

Il suo morfotipo principale, in questa fascia d’età, è quello del “Dilatato”, riconoscibile dalla forma rotondeggiante del volto. Nei Dilatati si riscontra una forte apertura verso gli altri, accompagnata da un notevole dispendio di energie e da una certa passività. Sono individui estroversi, con un profondo senso di protezione e appartenenza, che si sentono a loro agio nel far parte di un “branco”, un gruppo che condivida i loro valori e la visione del mondo.

Non a caso, il giovane Putin è stato definito dagli storici un “ragazzo di strada”, appellativo che non ha mai rinnegato. Tra quei ragazzi vigeva un rigido codice di appartenenza, fondato soprattutto sulla lealtà e sul rispetto reciproco. Per Putin, far parte di un gruppo fu una scelta obbligata, ma anche un’opportunità per apprendere insegnamenti preziosi per la vita.

Il piano dominante: superiore o cerebrale

In Morfopsicologia, questo è il piano più armonico del volto, ed è quello che ha guidato e influenzato l’intera personalità di Putin. È delimitato superiormente dalla linea dell’attaccatura dei capelli e inferiormente dalla radice del naso, e include i ricettori oculari.

La fronte si presenta molto ampia, appiattita e alta, priva della classica tripartizione: zona di osservazione (bozza sopraorbitale), zona di riflessione (incavo) e zona della sintesi (bozza frontale). Questa morfologia frontale segnala, sul piano psicologico, una spiccata interiorizzazione, insolita per la sua età. Si tratta, dunque, di un ragazzo “precocemente maturo”, con capacità di introspezione sviluppata.

Particolarmente significativi sono anche gli occhi e le sopracciglia: gli *occhi piccoli* in proporzione al piano indicano *concentrazione e riflessività, mentre le sopracciglia folte e abbassate accentuano questi tratti, sottolineando un’indole osservatrice e analitica.

Piano medio: affettivo o della solidarietà

È il secondo piano per importanza, compreso tra la radice del naso e il labbro superiore. Il recettore di riferimento è il naso. Questo piano, in metafora, corrisponde al cervello limbico, sede delle emozioni, della compassione, dell’amicizia e della solidarietà.

Le narici ampie e carnose sono un segno di apertura e di propensione alla socialità, al lavoro di gruppo, alla collaborazione. Non sorprende che i coetanei di Putin gli riconoscessero qualità come la lealtà e l’affidabilità, che gli valsero grande stima.

Il dorso del naso liscio, privo di sporgenze, riflette un’indole lineare e priva di conflitti interiori, mentre il passaggio morbido tra piano medio e superiore segnala una buona integrazione tra emozioni e razionalità: le spinte emotive e istintive erano già filtrate da un’intelligenza neocorticale precoce.

Infine, la punta del naso arrotondata suggerisce la presenza di gusto estetico e senso del bello, tratti più rari da osservare in un’età così giovane.

Piano inferiore: istintuale o della volontà

Si estende tra il labbro superiore e il mento, ed è il piano corrispondente al cervello rettiliano, la parte più antica e istintuale. Nel volto di Putin, questo piano è meno rappresentato. Ciò non significa che gli mancassero forza o determinazione, ma piuttosto che le sue energie andassero gestite con intelligenza – cosa che riusciva a fare, grazie alla predominanza del piano cerebrale.

Le labbra leggermente socchiuse, mai serrate, sono segno di ritrazione e selettività nei rapporti. Putin non concedeva facilmente la sua amicizia e si apriva solo a chi riteneva degno della sua fiducia.

All’età di 13 anni, Vladimir Putin era già un ragazzo *molto più maturo della sua età anagrafica, riflessivo, autocontrollato, rispettoso degli altri e desideroso di appartenere a un gruppo, cui mostrava lealtà e senso del dovere. Un ragazzo stimato, pronto a far tesoro delle esperienze di strada e delle regole non scritte della convivenza. Il suo volto rivelava già allora i “semi del leader” che sarebbe diventato.

Prossimo appuntamento

La prossima settimana, torneremo a osservare Putin da giovane, analizzando come i tratti del suo volto e della sua personalità si siano trasformati nell’adolescenza e prima età adulta, accompagnando l’evoluzione di un carattere destinato a lasciare il segno nella storia.