venerdì, 11 Luglio 2025
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LA RASSEGNA STAMPA DI OGGI CHE FA PIANGERE… MA ANCHE RIDERE GRAZIE A NAPOLI E SANGIULIANO…impiegato comunale napoli28 giu 19:51 ARCHEO VIDEO-FLASH! – “A NAPOLI ABBIAMO 50 FINOCCHI E 600 PORCELLI” – L’INTERVISTA ANDATA IN ONDA SU RAI1, 15 ANNI FA, IN CUI UN IMPIEGATO DELL’ANAGRAFE DI NAPOLI MOSTRA I COGNOMI PIÙ INSOLITI DELLA CITTA’ PARTENOPEA: “IL SIGNOR TOPO È CONIUGATO CON DELLA GATTA” – “C’E’ ZOCCOLA BIANCA E ZOCCOLA FELICETTA, FIGLIA DI ALTRE DUE ZOCCOLE”

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Provincia di Caserta, sei schede ballerine, un verbale che non convince e due che addirittura mancano: dove sono? Segretaria, li tiri fuori

CASERTA – La Provincia di Caserta come una mucca da mungere. È questo, senza troppi giri di parole, il retrogusto amaro che emerge dalle elezioni per la Presidenza provinciale.

Uno scenario dai contorni torbidi, che viene da lontano, che ha visto all’opera sempre gli stessi attori, e che ora – per un accidente qualsiasi – è marchiato anche dalla (s)comparsa di sei “schede ballerine”. Sei schede che, nel cuore della notte, hanno agitato il seggio elettorale e tolto il sonno ai funzionari dell’ente, a partire dalla presidente, la dottoressa Elena Inserra.

Eppure, la commissione elettorale ha scelto di archiviare la questione con una scrollata di spalle burocratica. Ha ignorato contestazioni e reclami, definendoli non incidenti sul risultato finale. Come se la trasparenza fosse un optional, e non una colonna portante della democrazia. Nessun approfondimento. Nessuna spiegazione. Nessun documento allegato in vista: c’è, si dice, ma al momento non si riesce a consultare. La segretaria generale dell’ente probabilmente preferisce tenerli segretati e non si capisce il motivo. Più semplicemente, forse – il sospetto è lecito – non si riesce a leggerli, questi verbali allegati, perché c’è scritto che nell’urna dei comuni della fascia B ci sono sei schede in meno; mentre in quella della fascia C ce ne sono sei in più. Un particolare che, normalmente, non può essere considerato trascurabile. Ed è finanche incomprensibile di come possa essere accaduto.

Nel verbale della commissione centrale si afferma, poi – con disarmante leggerezza – che “non sono sorti incidenti”, omettendo di dire che un rappresentante di lista del candidato Mirra ha dovuto alzare la voce per verbalizzare le anomalie riscontrate. Il seggio ha partorito il verbale finale delle operazioni di voto quasi all’una del mattino, e dopo una notte insonne, ma il nodo rimane.

Possiamo davvero accettare che una “irregolarità” diventi irrilevante solo perché non incide sul vincitore?

Il centro-sinistra, nel frattempo, prepara un ricorso. Almeno così si dice. Non per ribaltare un verdetto, ma per mettere nero su bianco un principio fondamentale: la democrazia non vive di numeri, ma di fiducia nei processi. Questa è la scomoda verità che grava sulle urne casertane: anche quando il risultato non cambia, la ferita resta.

Così come restano le ombre che avvolgono questa vicenda, le quali non saranno certamente spazzate via fingendo che nulla sia stato, e procedendo intanto con la proclamazione dell’eletto.

(Nelle foto Gimmi Cangiano, Giovanni Zannini, Antonio Mirra, Anacleto Colombiano, Gianpiero Zinzi ed Elena Inserra)

Qui sotto il verbale redatto dalla commissione elettorale presieduta dalla segretaria Inserra

 

impiegato comunale napoli

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Pirata della strada uccide 16enne e scappa

Pirata della strada uccide 16enne e scappa

Dopo la serata con amici è morto mentre tornava a casa con lo scooter, travolto da un’auto che non si è neanche fermata. È accaduto a Mondragone (Caserta), comune del litorale domizio, dove il 16enne Luigi Petrella è deceduto per le gravi ferite riportate nello scontro che ha coinvolto lo scooter su cui viaggiava. L’auto pirata è ricercata dai carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone. Quando i militari sono giunti sul posto in via Padule, c’era solo lo scooter a terra, mentre il 16enne era già stato già portato d’urgenza in ospedale. I carabinieri non hanno trovato traccia di un’altra auto, ma dai primi accertamenti pare che il giovane abbia urtato un altro mezzo, per cui si crede che l’altra vettura coinvolta sia scappata.

Il Tribunale dei ministri contro Sangiuliano: “Processatelo per la chiave d’oro di Pompei”

Il Tribunale dei ministri contro Sangiuliano: “Processatelo per la chiave d’oro di Pompei”

Il Tribunale dei ministri ha chiesto al Senato l’autorizzazione a procedere in giudizio per peculato nei confronti di Gennaro Sangiuliano: il caso è quello della ormai famigerata chiave d’oro ricevuta in dono dall’allora ministro della Cultura durante una cerimonia a Pompei. Di recente se ne era già occupato Palazzo Madama: il mese scorso l’aula del Senato aveva respinto a maggioranza l’autorizzazione con cui sempre il Tribunale dei ministri aveva chiesto di poter utilizzare le chat tra Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia, prima di decidere se archiviare o chiedere per lui il giudizio. Un diniego motivato con il fumus persecutionis: secondo il centrodestra l’intento dei magistrati era di acquisire le chat sequestrate in un altro procedimento (attivato su denuncia di Sangiuliano contro la sua “consulente mancata” Boccia) per poi usarle come elementi di prova contro di lui. Un “no” motivato anche da questioni procedurali: secondo il centrodestra, i magistrati avrebbero dovuto prima chiedere l’autorizzazione a procedere e solo poi, semmai, domandare di acquisire la corrispondenza telefonica. Detto, fatto: il 25 maggio hanno di nuovo bussato alla porta del Senato ritenendo di poter mandare a processo Sangiuliano, anche senza quei messaggi. Su questa ulteriore richiesta si dovrà esprimere in prima battuta la Giunta delle immunità a partire dal prossimo 1º luglio.

Sul monile di cui si sono perse le tracce, oltre al procedimento di Roma, avevano avviato un’indagine anche la Procura di Torre Annunciata e la Corte dei Conti. I fatti si riferiscono alla cerimonia avvenuta il 23 luglio 2024 a Pompei, quando il sindaco locale, a nome della città, aveva consegnato l’onorificenza a Sangiuliano accompagnato per l’occasione da Maria Rosaria Boccia (che dopo poco tempo avrebbe fatto scoppiare lo scandalo attorno al ministro della Cultura, costringendolo alle dimissioni). La chiave non era stata messa a disposizione del ministero benché di valore superiore al limite di 300 euro. Va detto che Sangiuliano ha sempre sostenuto di non essere a conoscenza del suo valore effettivo, circa 13 mila euro, e di averla comunque “ripagata” attraverso due bonifici, uno il 12 novembre 2024, l’altro il 27 gennaio 2025. Agli atti della giunta del Senato Sangiuliano “rappresentava peraltro di non avere il possesso del monile, essendo quest’ultimo nella disponibilità della dottoressa Boccia”.