LA POLITICA? NU GLIUOMMERO OSSIA LE ELEZIONI PROVINCIALI A CASERTA COME FA CAPIRE IL DIRETTORE DI NOTIX.IT
Il direttore della tv, della radio e del quotidiano on line del Gruppo Turco dott. Antonio Arricale; giornalista esperto in economia di lungo corso, con incarichi in quotidiani nazionali di prestigio, purtroppo oggi relegato in questa provincia – come diceva il suo compaesano giornalista de l’Avanti! Antonio Piscitelli – ( mio collega al Ministero di Grazia e Giustizia) – “grigia e addormentata”.
Lo gliòmmero, o gliuòmmero (dal latino glŏmŭs-glomeris = gomitolo), è stato un raffinato genere poetico popolaresco, affine alla frottola da un punto di vista compositivo, diffusosi a metà del Quattrocento negli ambienti letterari della corte aragonese del Regno di Napoli, fiorito fino al Cinquecento.

Dopo la serata con amici è morto mentre tornava a casa con lo scooter, travolto da un’auto che non si è neanche fermata. È accaduto a Mondragone (Caserta), comune del litorale domizio, dove il 16enne Luigi Petrella è deceduto per le gravi ferite riportate nello scontro che ha coinvolto lo scooter su cui viaggiava. L’auto pirata è ricercata dai carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone. Quando i militari sono giunti sul posto in via Padule, c’era solo lo scooter a terra, mentre il 16enne era già stato già portato d’urgenza in ospedale. I carabinieri non hanno trovato traccia di un’altra auto, ma dai primi accertamenti pare che il giovane abbia urtato un altro mezzo, per cui si crede che l’altra vettura coinvolta sia scappata.


Il Tribunale dei ministri ha chiesto al Senato l’autorizzazione a procedere in giudizio per peculato nei confronti di Gennaro Sangiuliano: il caso è quello della ormai famigerata chiave d’oro ricevuta in dono dall’allora ministro della Cultura durante una cerimonia a Pompei. Di recente se ne era già occupato Palazzo Madama: il mese scorso l’aula del Senato aveva respinto a maggioranza l’autorizzazione con cui sempre il Tribunale dei ministri aveva chiesto di poter utilizzare le chat tra Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia, prima di decidere se archiviare o chiedere per lui il giudizio. Un diniego motivato con il fumus persecutionis: secondo il centrodestra l’intento dei magistrati era di acquisire le chat sequestrate in un altro procedimento (attivato su denuncia di Sangiuliano contro la sua “consulente mancata” Boccia) per poi usarle come elementi di prova contro di lui. Un “no” motivato anche da questioni procedurali: secondo il centrodestra, i magistrati avrebbero dovuto prima chiedere l’autorizzazione a procedere e solo poi, semmai, domandare di acquisire la corrispondenza telefonica. Detto, fatto: il 25 maggio hanno di nuovo bussato alla porta del Senato ritenendo di poter mandare a processo Sangiuliano, anche senza quei messaggi. Su questa ulteriore richiesta si dovrà esprimere in prima battuta la Giunta delle immunità a partire dal prossimo 1º luglio.
Sul monile di cui si sono perse le tracce, oltre al procedimento di Roma, avevano avviato un’indagine anche la Procura di Torre Annunciata e la Corte dei Conti. I fatti si riferiscono alla cerimonia avvenuta il 23 luglio 2024 a Pompei, quando il sindaco locale, a nome della città, aveva consegnato l’onorificenza a Sangiuliano accompagnato per l’occasione da Maria Rosaria Boccia (che dopo poco tempo avrebbe fatto scoppiare lo scandalo attorno al ministro della Cultura, costringendolo alle dimissioni). La chiave non era stata messa a disposizione del ministero benché di valore superiore al limite di 300 euro. Va detto che Sangiuliano ha sempre sostenuto di non essere a conoscenza del suo valore effettivo, circa 13 mila euro, e di averla comunque “ripagata” attraverso due bonifici, uno il 12 novembre 2024, l’altro il 27 gennaio 2025. Agli atti della giunta del Senato Sangiuliano “rappresentava peraltro di non avere il possesso del monile, essendo quest’ultimo nella disponibilità della dottoressa Boccia”.
