di Vincenzo D’Anna*

Benjamin “Bibi” Netanyahu non gode di molta simpatia in Europa dove è vilipeso dai maitre a penser della sinistra e dal popolo dei cortei arcobaleno. Costoro mentre deplorano il genocidio dei palestinesi addebitandolo alla malvagità del premier israeliano, ignorano le cause prime del conflitto e con esse l’eccidio, lo stupro ed il rapimento di centinaia di coloni ebrei, tra cui anche vecchi e bambini, da parte dei terroristi di Hamas. Analoga cosa accade per i missili Quassan che per anni sono stati lanciati su Israele. E per il genocidio in Ucraina? Identico silenzio, nessuna parola: oblio sulle fosse comuni, sulla deportazione di tanti bambini da parte degli invasori russi che martellano, senza pietà, scuole, ospedali e abitazioni civili di quel Paese. Evidentemente i morti di Kiev non suscitano lo stesso sdegno di quelli di Gaza. Roba già vista, consustanziale al manicheismo di coloro che fanno differenze etiche finanche sui caduti. Ora, l’acrimonia nei confronti del capo del governo ebraico è cresciuta in queste ore a causa dell’attacco sferrato dall’esercito israeliano contro l’Iran, una nazione, ricordiamolo, retta da una feroce dittatura e che da sempre si è detta pronta a cancellare Israele dalla faccia della Terra. Tuttavia, come per incanto, l’Iran sembra essere diventata, di punto in bianco, una nazione pacifica e tranquilla, aggredita proditoriamente dai malvagi sionisti della Stella di David. Poco o niente conta che le autorità internazionali di vigilanza abbiano sollevato il dubbio che il governo degli ayatollah stesse agevolando l’arricchimento dell’uranio per scopi militari, ossia per dotare Teheran dell’arma atomica. La proposta americana di non proseguire in quella direzione è stata sdegnosamente rifiutata da Ali Khamenei, il capo spirituale e politico del regime teocratico iraniano. Non v’è quindi dubbio alcuno circa le reali intenzioni dei governanti sciiti di quel Paese di voler entrare in possesso, motu proprio, della più potente delle bombe così da poter eliminare, in primis, gli ebrei e poi regolare i conti con i rivali musulmani di rito sunnita. A dire il vero di odio trasudano anche la considerazioni che i sacerdoti barbuti hanno nei confronti del “grande satana”, valle a dire del modello di civiltà e di società occidentale. Non a caso è proprio l’Iran a finanziare ed armare i fanatici terroristi Uti dello Yemen i quali bersagliano le navi americane ed europee che si trovano a transitare lungo le proprie coste con il loro carico di merci. Ricordiamolo: ad Est l’Iran confina con il Pakistan, nazione detentrice dell’atomica, a maggioranza religiosa sunnita ma con frange riottose di credo sciita. Poco più in là c’è l’Afganistan dei Talebani, paese diventato di fatto un protettorato della Cina che ne sfrutta i giacimenti di terre rare e ne asseconda cinicamente il regime tribale ed arcaico. Insomma: stiamo parlando di un’area geografica ridotta a polveriera dove, a voler tirare le somme, concedere l’atomica all’Iran sarebbe apparso un “affare” a dir poco problematico e pericoloso non solo per Israele, ma per un’intera vastissima regione. E’ questo il punto dolente, l’ipocrisia di quanti in Occidente fingono di non sapere, oppure ignorano lo stato delle cose nel loro complesso. Insomma piaccia o meno, Netanyahu sta togliendo letteralmente le castagne dal fuoco a parecchi governanti e ad intere comunità che in caso contrario, avrebbero potuto soccombere innanzi alla potenza nucleare degli Iraniani e di quelle frange di tagliagole islamici dedite alle guerre di religione. Dal momento che i massimi teocrati di Teheran stanno cercando di rifugiarsi in Russia lasciando il potere al Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione, appare evidente come la precarietà e l’instabilità tenderanno drammaticamente ad aumentare, favorendo la disgregazione del potere costituito. Di converso aumenterà la repressione sulla popolazione, il che potrà essere prodromo di un’eventuale rivolta. In soldoni: se il regime spietato ed ottuso degli ayatollah sta barcollando lo si deve proprio agli Israeliani i quali si sono stufati di avere la spada di Damocle sospesa sulla loro testa. La cronaca non riconoscerà a Bibi alcun merito o riconoscenza. Verrà tuttavia il tempo della Storia e sarà grato al lavoro sporco che oggi compie Netanyahu.

*già parlamentare