Stasera in piazza della Rinascita in via Mascagni a Casapesenna, dove il camorrista Michele Zagaria del clan dei Casalesi fu arrestato il 7 dicembre 2011, si farà memoria del giornalista Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra napoletana il 23 settembre del 1985. «È una tappa di una serie di eventi, avviati il 4 giugno con l’Ordine dei giornalisti, che ci aiuteranno non solo a ricordare Giancarlo ma anche a parlare del buon giornalismo e di quanto sia importante educare i giovani perché diventare dei camorristi vuol dire abbandonarsi ad un destino di morte o di carcere a vita», spiega Paolo Siani che, da quella tragica sera di 40 anni fa, non ha mai smesso di chiedere verità. «Mio fratello non si accontentava di raccontare i fatti guardandoli in superficie, li studiava fino a scomporli, conosceva il territorio e sapeva quanto sia fondamentale che ogni parte della società lavori a rigettare le infiltrazioni.
La politica, e quindi gli amministratori comunali, hanno in questo un ruolo importantissimo e nemmeno un caffè dovrebbero mai accettare di prendere con un criminale o con chi la criminalità l’ha agevolata in qualsiasi modo», continua Siani che stasera sarà accanto al regista Marco Risi, maestro del cinema italiano e regista di “Fortapasc”, film dedicato a Giancarlo Siani, ospiti della Summer School, Scuola di giornalismo investigativo, insieme al presidente del Tribunale di Torre Annunziata, Giovanna Ceppaluni, che firmò gli ordini di arresto per gli assassini del giornalista, e al caporedattore centrale de “Il Mattino”, Pietro Perone, autore del libro “Terra nemica”, dall’11 giugno in tutte le librerie, edito da San Paolo, con la prefazione di Marco Risi e postfazione di Gianmario Siani. Il libro svela alcuni inediti di quell’omicidio deciso dopo il 10 giugno 1985, quando il giornalista scrisse su “Il Mattino” l’articolo sulla cattura del boss Valentino Gionta, movente riconosciuto da più Corti di Giustizia. «La presenza di Risi è il cuore dell’incontro che è anche l’anteprima della prossima edizione della Summer School di giornalismo investigativo Ucsi, che si terrà a fine settembre (sono già aperte le iscrizioni) spiega l’ideatore e direttore Luigi Ferraiuolo perché puntiamo a ricordare Siani attraverso l’immaginario collettivo e, per suo tramite, educare alla libertà e indipendenza le nuove generazioni in un territorio che sta lavorando con passione per il riscatto, nonostante una storia difficile».
L’incontro sarà realizzato in collaborazione con Agrorinasce, guidata dalla presidente Maria Antonietta Troncone magistrato in quiescenza e già procuratore di Napoli Nord e prima ancora di Santa Maria Capua Vetere. Al suo fianco Giovanni Allucci, amministratore delegato della società consortile. Si partirà con il dibattito dalle 19, in attesa del tramonto per la proiezione del film “Fortapasc”, resa possibile grazie ad Angerlo Barbagallo per la Bibi Film.
FONTE:
Un ricordo personale. Ho visto il film su Siani nel Teatro Garibaldi a Santa Maria Capua Vetere in occasione di una conferenza del giudice Raffaele Cantone proprio sull’argomento dell’assassinio del giovane cronista. E non ho vergogna di ammetterlo: alla scena dell’aggressione del giornalista, nel garage de Il Mattino al riecheggiare dei colpi di pistola che stavano sparando a Siani ho pianto. Sì. E’ stato un fatto spontaneo. Non ho avuto il piacere di conoscere Siani. Ho conosciuto, però, il giornalismo, quello duro e pericoloso, da vicino da molto vicino, anzi, come si dice oggi “inside”. Apprezzo moltissimo quanto stanno facendo le istituzioni, Don Tonino Palmese, il collega Luigi Ferraiuolo, Agrorinasce, Giovanni Allucci e il fratello di Giancarlo. Oggi – a 88 anni compiti – non sono in condizioni di viaggiare altrimenti avrei con piacere rivissuto la visione del film e quasi certamente avrei pianto di nuovo.
Ferdinando Terlizzi