A volte ritornano: la riforma della prescrizione è in Senato

Il governo riavvia l’iter sul testo approvato 15 mesi fa alla Camera e congelato: Santanchè spettatrice interessata

L’ennesimo effetto sorpresa per le cattive leggi meloniane sulla giustizia. In tutta fretta, in una settimana presa dalla morte di Papa Bergoglio e dall’arrivo dei grandi a Roma, ecco una nuova legge capestro affacciarsi al Senato. Giusto la nuova prescrizione, quella da sempre cara ai berlusconiani, ma che stavolta, per via della ministra del Turismo Daniela Santanchè, serve pure ai meloniani perché potrebbe bloccare il processo Visibilia in corso a Milano, come ha già rivelato il Fatto Quotidiano.

Proprio un blitz del tutto inaspettato. La prescrizione approvata alla Camera il 16 gennaio 2024 era finita in un sonno profondo. Complici forse gli appelli disperati dei 26 presidenti delle Corti d’Appello di tutt’Italia che avevano scritto al Guardasigilli Carlo Nordio chiedendogli di inserire almeno una norma transitoria per evitare la morte di migliaia di processi. Nonché per le parole dure della prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano, che anche al Csm, mentre discuteva il parere contro la riforma, ne parlò come di un’imminente catastrofe per la giustizia. Ma la Camera andò avanti. E Nordio volle metterci il cappello sopra, anche a costo di far innervosire Forza Italia. Convocò un summit in via Arenula per mettere il sigillo sulla proposta, peraltro già approvata in commissione Giustizia e che portava il nome del forzista sardo Pietro Pittalis.

Dopo il voto, però, ecco 15 mesi di silenzio tombale. Finché la legge non si è rivelata utile per Santanchè. Tant’è che ora il testo, che figura già inserito nel programma della commissione Giustizia per mercoledì e giovedì 2 e 3 aprile, è accompagnato da un nome assai significativo, quello del relatore. Perché è stato scelto il meloniano Sergio Rastrelli, l’avvocato che si è già distinto in numerose battaglie molto dure in commissione, e che al momento figura come curatore unico del testo.

Un effetto sorpresa nella sorpresa. Perché sulla prescrizione sembrava che tutto l’interesse fosse anche questa volta solo di Forza Italia. Visto che da sempre è stata la bandiera delle leggi ad personam pensate e approvate apposta per il Cavaliere. Come la legge ex Cirielli del 2005 che, per salvare Berlusconi da uno dei suoi processi, il ben noto caso Mills, ne ridusse i tempi per ogni reato dal massimo della pena più la metà a un quarto. Ma stavolta tra Forza Italia e Fratelli d’Italia l’intesa ha funzionato.

È il 23 marzo quando Maurizio Gasparri, capogruppo forzista al Senato, chiede perentoriamente che la prescrizione torni protagonista. Nelle stesse ore Santanchè è stretta dal processo Visibilia, dove per guadagnare un paio di mesi cambia anche il suo avvocato. Gasparri chiede “un rapido esame della prescrizione perché il testo sia definitivamente approvato”. Detto fatto, un mese dopo ecco quel testo all’ordine del giorno, nelle mani amorevoli di Rastrelli. Un interesse congiunto dunque, anche se proprio Meloni aveva chiesto alla presidente della commissione, l’avvocato Giulia Bongiorno, di fermarsi per non ostacolare la separazione delle carriere. Che ormai però veleggia verso il voto senza ostacoli di sorta.

Quindi anche l’utile prescrizione può diventare legge subito. Dopo il blitz sui 45 giorni per le intercettazioni, la tegola sui poteri della Corte dei conti, la stretta sugli smartphone, la continua minaccia d’infilare la stretta sul trojan per i reati della Pubblica amministrazione nella prima leggina utile, la nuova prescrizione è quella che porterà indietro l’orologio del tempo del processo. Cancella del tutto la riforma dell’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede, che la fermava dopo il primo grado solo per i condannati, e rende di nuovo protagonista il tempo del reato che parte quando viene commesso, ma non avrà valore se il condannato in primo grado viene poi assolto in Appello o in Cassazione, e in ogni caso se il giudice non decide entro il termine di sospensione. Basta allungare i processi, con i tanti trucchi a disposizione delle difese, e il gioco è fatto.