di Vincenzo D’Anna*

Fin dall’antichità sia i greci che gli etruschi si affidavano ai sacerdoti aruspici, ossia a coloro che erano deputati a valutare e predire gli avvenimenti futuri scrutando i visceri degli animali che venivano sacrificati agli dei. In particolare il fegato, quasi sempre di pecora essendo, il mansueto animale, il più diffuso e disponibile in un mondo dedito anche alla pastorizia. Famoso è quello di Piacenza, un fegato di pecora di bronzo con una quarantina d’iscrizioni rivolte al loro pantheon (l’insieme di tutti gli dei) dall’antico popolo italico. Non mancavano, a quei tempi, famosi indovini, citati in diverse opere classiche, come Calcante, Tiresia, Cassandra, capaci di predire il futuro. Vi erano peraltro famosi santuari presso i quali i fedeli si recavano per ottenere risposte sul proprio futuro come gli “oracoli”. Famosissimi quello di Delfi in Grecia e quello di Cuma ove operavano sacerdotesse chiamate Sibille. Insomma fin dagli albori della civiltà gli uomini hanno manifestato una grande curiosità a poter scoprire il proprio domani oppure il corso degli eventi che li interessavano. Come non ricordare il venditore di almanacchi descritto da Giacomo Leopardi nel suo breve racconto, che immancabilmente prospetta ad ogni acquirente un anno nuovo, più ricco di benessere e soddisfazioni pur di vendere i suoi calendari? Una pratica che ai nostri tempi, pur carichi di scienza e di tecnologia, non si è né affievolita né somparsa. In Italia sono circa 12 milioni, pari al 20% della popolazione complessiva, le persone che bussano alla porta di maghi, cartomanti e guaritori cercando supporto, conforto, se non una sbirciatina nel prossimo avvenire. Ognuno di questi soggetti spende, in media, 500 euro l’anno, per un totale di circa 6 miliardi di euro. E per meglio capire la dimensione economica del fenomeno basterà precisare che quella spesa è superiore a quanto gli italiani spendono annualmente visite specialistiche, analisi cliniche e radiografie. Sembra superfluo rilevare che buona parte di quella cifra non venga tassata ma resti nel rapporto segreto tra l’occultista ed il cliente. Insomma nel terzo millennio, un periodo nel corso del quale gli uomini conquisteranno altri pianeti ed approderanno a verità scientifiche di portata inimmaginabile, la pratica di consultare i moderni aruspici e gli indovini rimane ben salda nella mentalità degli abitanti del Belpaese!! La dimensione del fenomeno ed il coinvolgimento di un italiano su cinque impedisce di definire come una minoranza di sprovveduti e di superstiziosi quelli che vi ricorrono. Alla base di tutto questo c’è sempre la speranza che il domani possa essere migliore, che per fatalità la vita di ciascuno di noi possa volgere al meglio ed al bene. Parliamoci chiaro: una società sempre più atea e abbarbicata alla materialità di una vita che ignora il trascendente per votarsi all’immanente, non può fare a meno di credere che il futuro possa cambiare a prescindere dai propri meriti, dal sapere e dal frutto del lavoro. La mitologia narra che quando gli uomini vuotarono scelleratamente il vaso di Pandora, che conteneva tutti mali del mondo, questi si diffusero ovunque. Dentro rimase solo la speranza, l’ultima dea. Ed è quest’ultima ciò che spinge l’umanità alla perpetua ricerca di un domani migliore ancorché procurato dal destino. Se questo è vero ciascuno di noi può abbandonarsi alla speranza di poter esprimere desideri che si avverino, che laddove non si colga con la realtà lo si possa fare con la fatalità. In fondo non costa granché affidarsi all’ultima dea ed anche chi scrive vorrebbe poter esorcizzare il reale ed il razionale esprimendo propositi e speranze. Potendo immaginare che, ad esempio la scuola italiana possa essere rifondata su basi culturali e che tornino la didattica ed il merito. Che la politica italiana si rifondi attraverso una nuova legge elettorale maggioritaria uninominale, anche con liste brevi, per ciascuna coalizione in ogni collegio elettorale, di modo che il maggioritario non sopprima il diritto del cittadino a poter esprimere preferenze. Che rinascano i partiti basati su valori e che vivano democraticamente, senza cioè ipoteche e ditte personali. Che lo Stato possa essere ridotto nella sua burocrazia, emendato dallo statalismo e dai monopoli pubblici fonte di disservizi e di debito. Che la nazione , possa ritornare alla lezione liberale e del libero mercato di concorrenza che ci portò, con Alcide De Gasperi e Luigi Einaudi, al miracolo economico del primo dopoguerra. Che l’Europa diventi una vera Federazione di Stati e sia un argine per la pace duratura e la difesa dei valori occidentali. Che la compagna di Giuseppe Conte paghi i 30 milioni di evasione fiscale con buona pace del marito moralista. Che sia fatta la riforma della giustizia con deperimento di tutti i giustizialisti e manettari. Che, per chi mi legge, sia un anno prospero e felice. Luigi Caprio

*già parlamentare