La festa del Fatto

Conte: “No a Renzi, un affarista. Grillo rispetti noi e il contratto”

Leader a tuttocampo – L’incontro. L’ex premier: “Matteo vuol entrare nella partita del litio, mai con lui”. Sul garante : “Con Beppe sopraelevato uscirei dai 5S”

9 Settembre 2024

Sopra il palco, sotto un sole pallido, l’avvocato a 5Stelle si prende tutto il tempo che può per farsi applaudire dalla folla piena di sostenitori. Poi Giuseppe Conte si dedica ai suoi due avversari. Al primo, al Matteo Renzi che vorrebbe rientrare nel centrosinistra, l’ex premier riserva l’ennesimo cartellino rosso: “Non potremmo mai lavorare con lui, è una presenza inquinante”. A cui allega un morso di quelli profondi: “Renzi sta facendo affari in tutto il mondo, ora si sta ingegnando a entrare nella partita del litio, bravissimo, vale tanto. Ma che c’entra con la politica?”. Invece al nemico che ha ancora in casa, Beppe Grillo, lancia un avviso che sa già di tribunale: “Non può essere un sopraelevato rispetto alla comunità del M5S, e come garante dovrebbe rispettare un contratto dove ci sono specifici obblighi. Ma io sono tranquillissimo, se ne occuperanno gli avvocati”. E appena scandisce quelle sillabe, i parlamentari e eletti a 5stelle sotto il palco sussultano.

Parole e scatti dall’intervento di Conte alla festa del Fatto Quotidiano, ieri mattina. Intervistato da Paola Zanca e Luca Sommi, parte da Grillo per arrivare alla Rai e al rapporto con Elly Schlein. Giura che con il garante non è un affare personale: “Continuo a rispettare il suo ruolo di fondatore, solo che c’è una ricetta che non funziona più, non bisogna più interpretare i bisogni di 15 anni fa, ma capire come progettare la società di domani”. Quindi, urge l’assemblea costituente “un processo dal basso per cui sono arrivati 22mila contributi da iscritti e simpatizzanti, per 800 pagine di proposte”. Una tale massa di materiale che ora, raccontano dal M5S, Conte riflette sul rinviare la Costituente. Il Movimento ha già fissato l’assemblea per il 19 e il 20 ottobre, presso il Palazzo dei congressi a Roma. Potrebbe slittare, “per non comprimere la discussione interna” spiegano, Nell’attesa, si ritorna all’intervista di Conte, e al veto di Grillo alle modifiche ai “pilastri non negoziabili”: i due mandati, il simbolo e il nome. “Il simbolo è già cambiato più volte – ribatte l’ex premier – e anche la regola dei mandati è stata cambiata per i consiglieri comunali, per esigenze particolari”. Ovvero per ricandidare nel 2021 come sindaca di Roma Virginia Raggi, ai tempi al terzo mandato. Una norma per la big che, secondo i contiani, “ormai è schiacciata su Grillo”. E proprio i lealisti fanno notare come il fondatore, secondo quanto scritto da Il Dubbio, starebbe meditando di farsi assistere nella battaglia legale contro Conte dall’avvocato Pieremilio Sammarco, presso il cui studio lavorava proprio Raggi. Però l’ex premier ostenta serenità: “Gli avvocati se ne occuperanno, ma l’impegno a non sollevare contestazioni sul simbolo è nero su bianco e il garante dovrebbe rispettarlo”. E comunque, precisa, “non accetterò mai di vivere in una comunità in cui c’è un soggetto sopraelevato rispetto a esso. Se passa questo principio, non potrei esserci”. Poi, certo, c’è Renzi. Appena i giornalisti evocano il suo nome, dalla platea salgono i buu e le proteste. Conte può infierire: “Il popolo italiano non si fida di lui. Questo campo largo, ma che vuol dire ? Chiunque passa? Fino a ieri Renzi ha votato con la Meloni, poi ha perso le elezioni e ora torna. Ha fatto il Jobs Act, non vuole il salario minimo e il reddito di cittadinanza. E poi noi siamo in politica per contrastare l’affarismo”. Però Elly Schlein spinge per il rientro di Renzi… “Avremo modo di parlarne, con Pd e Avs stiamo lavorando, non si parte da zero”.

Però a Iv è no, totale: “Mi metto nei panni di Schlein, non capisco questa scelta che ci fa male. Devo essere maligno? Se qualcuno pensa di spaccare il M5S, non ci saremo”. Quindi, le nomine in Rai: “Non siamo mai stati gli utili idioti di nessuno. portino presidenti autorevoli, indipendenti e li valutiamo. Soluzioni partiticamente congeniali non ci riguardano”.

Dopodiché, “Telemeloni esiste, certo, ma non è che se prima era TelePd era migliore. Il problema è la legge (fatta da Renzi, ndr), noi stiamo per lanciare gli Stati generali per un progetto di riforma della Rai. Il primo obiettivo è fuori la politica e i partiti dalla tv pubblica”. Saluti.