Movimento 5 stelle

Due mandati, logo e nome: c’è il vaffa di Conte a Grillo

Duello – Il Garante prova a sabotare la Costituente: “Pilastri intoccabili”. Ma l’ex premier lo respinge: “Già cambiati in passato, parola agli iscritti”

21 Agosto 2024

La scomunica del fondatore doveva arrivare, se l’aspettavano tutti nel Movimento. E puntualmente è arrivata. Proprio ieri, poco dopo che Giuseppe Conte gli aveva inviato il regolamento dell’assemblea costituente, tanto per dimostrare che non lo tiene all’oscuro. Eccolo, il (nuovo) anatema di Beppe Grillo, “Garante e custode dei valori fondamentali dell’azione politica del Movimento” come rivendica nel post calato ieri all’ora di pranzo sul suo blog. Uno scritto con un titolo che è già bandiera – “Il nostro Dna” – dove ribadisce il suo veto al possibile stravolgimento di regole e profilo politico: “Il nostro simbolo, il nostro nome e la regola del secondo mandato sono pilastri imprescindibili. Non sono negoziabili e non possono essere modificati a piacimento, perché sono il cuore pulsante del M5S, il nostro faro nella tempesta”. E Conte, come reagisce? In serata registra un video per lanciare “la prima fase della Costituente”.

Era già previsto, ma sullo sfondo di una bella villa all’ultimo minuto infila anche una risposta al Garante, peraltro senza citarlo: “Non possiamo ammettere che qualcuno possa decidere arbitrariamente su cosa si potrà discutere e deliberare in assemblea”. Non solo, infierisce l’ex premier in maniche di camicia bianca: “In passato il simbolo è stato cambiato più volte ed è stata modificata anche la regola dei due mandati, ricordate il mandato zero? (cioè la norma che servì a ricandidare sindaca Virginia Raggi, ndr). Non possiamo ammettere che quando queste decisioni vengono prese da due, tre, cinque persone va tutto bene, e invece se lo fa la comunità degli iscritti no”. È lo sberleffo per Grillo. La nuova tappa dello scontro dopo lo scambio epistolare di fine luglio, in cui il fondatore si era lamentato per non esser stato consultato sulla Costituente e aveva chiesto all’avvocato di vederlo perché “dovremmo quantomeno discuterne prima nel corso degli incontri che ti avevo chiesto di fare”. Ma l’ex premier aveva sbarrato la porta: “Devo informarti che non posso accogliere la tua proposta di discutere ‘preventivamente’ i temi da sottoporre alla Costituente, a decidere tutto sarà la base”. Meno di un mese dopo, la lettera aperta in cui Grillo rivolge ai “cari attivisti, portavoce e sostenitori del Movimento” riconosce che questa è una partita da dentro o fuori: “Ci troviamo a un crocevia fondamentale nella nostra storia”. In gioco, teorizza, c’è il senso un progetto: “Quando io e Gianroberto fondammo il M5S volevamo costruire un’alternativa al sistema politico tradizionale, ma ci siamo dovuti adattare per sopravvivere”.

Un percorso, continua il fondatore, dove simbolo, nome e regola dei due mandati sono stati indispensabili. “Il simbolo del Movimento non è solo un segno grafico, è l’emblema di una rivoluzione culturale e politica” celebra. Mentre il nome “rappresenta la nostra piena identità”. Un contiano morde: “A voler cambiare il simbolo con la scritta Movimento2050 fu lui, e quello attuale non è di sua proprietà”. Però il punto cruciale resta il totem dei mandati, e non a caso è il nodo su cui il Garante si sofferma di più: “La politica non deve essere un mestiere ma una nobile missione. Trasformare l’impegno politico in una professione perpetua significa tradire la fiducia dei cittadini”. Quindi è intoccabile, anche se parlamentari e gran parte degli eletti lo vogliono abbattere: “La regola del secondo mandato ci distingue, è un argine contro la degenerazione del potere”.

Così argomenta Grillo, per poi implorare: “Vi chiedo di riflettere e ascoltare la vostra coscienza, non possiamo smarrire la nostra rotta”. In serata, Conte. Conferma che la Costituente si terrà a fine ottobre (il 19 e il 20, a Roma). Assicura: “Nell’assemblea potremo rifondarci integralmente, discutere di tutto. Sì, anche il simbolo, anche la denominazione, anche le regole organizzative, quelle consolidate, potranno essere discusse”. Servirà per “riossigenarci”, giura, e sarà un “processo dal basso, senza gerarchie. Io stesso mi metto da parte”. E figurarsi se non può farlo Grillo, sembra voler dire.

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