«PER LA MIA BARBONCINA HO DETTO ADDIO SOLO ALLA MOTO SONO TENTATA DI PRENDERNE ALTRI»
di Antonio Menna
«La porto sempre con me. Montagna, mare, viaggi di lavoro. Ovunque. Anche nei pellegrinaggi». Non si separa mai dalla sua cagnolina, Rosanna Marziale, chef stellata con il suo ristorante Le Colonne di Caserta: tradizione e innovazione, i prodotti del territorio, l’amore per la mozzarella, la lezione del padre, chef e ristoratore anche lui, e la capacità di mescolare provenienze, storie antiche e sguardo sul futuro. E l’amore sconfinato per il suo cane. «Un pezzo della mia famiglia a tutti gli effetti».
Ce lo presenta? Come si chiama, quanti anni ha, quando ha fatto il suo ingresso in casa?
«Si chiama Era, un nome importante per un cagnolino così piccolo. È il nome mitologico della moglie di Zeus, quindi regina degli dei greci. Si scriverebbe Hera o col nome romano di Giunone. Nella mitologia greca era la donna ideale, oltre a essere la dea del matrimonio e della famiglia, protettrice delle donne durante il parto. La mia Era ha due anni, è del segno dei Gemelli ed è un barboncino mini toy, proviene da un allevamento vicino Milano».
Com’è la vita quotidiana con un animale di famiglia e in famiglia?
«All’insegna di due parole: dedizione e responsabilità. Bisogna dedicarsi e bisogna sentire la responsabilità per un altro essere vivente che hai decido di tenere con te. Devi imparare a gestire il tempo dedicandone ovviamente anche a lei. Era ha legato moltissimo con me, siamo inseparabili. Ma è anche molto socievole con chiunque si avvicini».
Estate, tempo di viaggi, tempo di vacanza: a volte l’amico a 4 zampe diventa un problema. Crescono gli abbandoni. Lei come affronta questo periodo dell’anno con il suo animale?
«Intanto trovo impensabile l’abbandono, davvero non riesco a capire come si possa fare una cosa del genere, visto che diventano componenti della famiglia a tutti gli effetti. Proprio per questo, Era viene sempre, anzi quasi sempre, devo dire. Il quasi è relativo ai viaggi all’estero. Lì non me la sento. Per fortuna ci sono persone fidate a cui la affido con serenità».
Ci racconta un viaggio bello con il suo animale che ricordi, un ricordo piacevole?
«Ma sono tutti belli i viaggi con Era, l’ho portata dappertutto. Viene con me al mare, senza problemi; ma anche in montagna, la porto dietro agli appuntamenti di lavoro, ai viaggi per ragioni professionali. L’ho portata perfino a qualche pellegrinaggio».
E un ricordo cattivo, un episodio spiacevole?
«Ricordo un viaggio a Rimini. Ci andai per lavoro, una fiera. Era inverno e lei prese una influenza fortissima. Aveva la tosse, sintomi pesanti, soffriva. Mi preoccupai molto, ero in pensiero tutto il tempo. Tornai a casa prima per poterla curare. Le feci l’aerosol, una cosa che non ho mai fatto neppure io».
Si è mai pentita di aver preso in casa il suo cane?
«Mai, mai! Mai pentita. Anzi mi sta venendo una passione che non avevo prima, quasi quasi penso di prenderne altri. È un pensiero che di tanto in tanto mi accarezza. Ma vediamo, aspettiamo».
Il giorno che Era non ci sarà più, ne vorrà un altro?
«Oh, Dio, ora solo il pensiero mi fa rabbrividire. Ma penso proprio di sì».
Un vantaggio e uno svantaggio nell’avere un legame così forte con un animale domestico?
«Il vantaggio è, appunto, il legame: un qualcosa di così forte e profondo che non si può spiegare bene a parole. Lo svantaggio è che vorresti farla stare sempre con te anche quando non si può. Lasciarla alimenta sempre qualche senso di colpa».
Quando sono entrati gli animali domestici nella sua vita? Già da bambina o da adulta?
«Fin da bambina ma non per mia passione. Era indotta da mio fratello Loreto, che era un grande conoscitore del mondo animale e vegetale, un appassionato di natura. Diciamo che da bimba e da ragazza li ho un po’ subiti perché in casa ne erano davvero tanti, a volte faticosi».
C’è un altro animale domestico, evidentemente del passato, a cui ha lasciato il cuore?
«Sì, un pappagallo. Con precisione un Ara di nome Pamela che avevamo in casa e per noi era come fosse un cane; un animale domestico, da compagnia, un elemento di famiglia».
Quanto la condiziona la vita con un animale domestico?
«Il pensiero è costante, non posso negarlo. È un elemento della famiglia, quindi è normale pensarci. Bisogna organizzarsi anche in base alle esigenze della piccola Era. Bisogna pensare a farla stare bene e far trascorrere qualche momento felice anche a lei. Quindi, anche in occasione delle vacanze estive, dei viaggi, il pensiero di lei c’è. Ed è giusto che ci sia».
Una cosa a cui hai dovuto rinunciare per amore del suo amico a 4 zampe?
«Ahimè, ad andare in moto. Un viaggio in moto con un cane è impensabile».
Ci rivolgiamo agli animali domestici come se fossero figli: si sta esagerando nell’umanizzare i nostri amici a 4 zampe?
«Di sicuro stiamo un po’ esagerando in tutte le nostre manifestazioni ma non ne farei un dramma. Anche io chiamo la mia cagnolina Era, la mia bambina, e quando lo faccio, sono consapevole dell’esagerazione. Ma a chi faccio male?».
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