Appassionata

 Le parole della musica

ap-pas-sio-nà-ta

SIGNIFICATO Colma di passione

ETIMOLOGIA aggettivo formato dal prefisso ad- e dal sostantivo passione, derivato da passio, a sua volta da passus, participio passato di pati ‘soffrire, patire’, dal greco páthos.

  • «È un genere di cui sono appassionata.»

Passione è un termine attestato nella lingua italiana sin dal Duecento. Figlio del pàssio latino, indica un’affezione, un turbamento dell’animo.

Nel mondo cattolico si chiama Passio la rappresentazione della Passione di Cristo che si celebra la Domenica delle Palme, analoga al Passion Play inglese. Qualcuno ricorderà a proposito lo storico  A Passion Play dei Jethro Tull.

Nella vita, invece, la  è una categoria del sentimento, uno stato emotivo irrazionale, un moto affettivo talmente intenso e coinvolgente che non sente ragioni. Ci si appassiona a uno sport o a una disciplina, oppure si può essere travolti dalla passione divorante per qualcuno. In questo caso la subiamo senza averla scelta, quasi fosse una malattia, dolorosa o esaltante, che può ferire o far toccare il cielo con un dito. La passione non è mai tiepida e nemmeno . Infatti, i sinonimi di appassionato sono ardentebollenteentusiastafanaticofocosoimpetuosoroventestruggente… Il linguista Giuseppe Pittàno elencava tra i contrarî freddoindifferente ma anche sereno e lieto. Strano, no?

Una parola dal significato tanto potente non poteva mancare nell’arte musicale, considerata espressione massima del sentimento puro e inafferrabile.
Genericamente si può definire appassionato uno stile esecutivo, ma l’applicazione più famosa della parola è quella che è stata convenzionalmente riservata alla sonata Appassionata per  di Ludwig van Beethoven op. 57, composta nei primissimi anni dell’Ottocento. Piccola parentesi. Nella storia della musica Beethoven non è considerato un compositore romantico, ma l’ultimo grande  del classicismo. È stato avvicinato al campione della poesia preromantica italiana, Ugo Foscolo, suo coetaneo. I due condivisero alcuni ideali importanti, in particolare l’entusiasmo per Napoleone, in entrambi annichilito da una cocente delusione.

Torniamo alla musica. Il titolo Appassionata probabilmente non fu scelto da Beethoven; sembra infatti che comparve per la prima volta in una versione per pianoforte a quattro mani pubblicata  ad Amburgo nel 1838. Certo, una sonata non può essere appassionata; piuttosto, l’attributo può raccomandare un’indicazione  per l’esecutore. Fuor di musica, è recentemente invalso qualcosa di analogo con l’aggettivo goloso; infatti è spesso impiegato nei programmi televisivi di cucina non per identificare una persona particolarmente ghiotta, ma una pietanza, «un’insalata golosa» che a rigore sarebbe ‘gustosa, deliziosa, appetitosa, saporita’ e via dicendo.

Comunque, Beethoven ricorse ripetutamente all’aggettivo appassionato per le sue composizioni, come in questo largo appassionato o in questo adagio affettuoso ed appassionato, oppure in un allegro con brio ed appassionato e nel finale allegro appassionato del Quartetto d’archi in  minore. Per concludere, aggiungiamo l’Adagio sostenuto, da suonare appassionato e con molto sentimento.

Del resto, nel 1802 ad Amburgo era stato pubblicato il Musikalisches Lexikon di Heinrich Christoph Koch. Molti dei termini musicali indicizzati erano italiani; il lemma appassionato fu puntualmente tradotto in tedesco per i lettori germanofoni, leidenschaftlich (leid significa ‘dolore’ e leiden ‘patire’). Così, la parola fu sempre più adoperata in musica, soprattutto come segno d’espressione. Vi ricorsero, tra gli altri, Franz SchubertCamille Saint-Saëns e Niccolò Paganini.

Può suonare strano che l’attributo ‘appassionato’, oggi considerato sinonimo di ‘focoso’, sia prescritto da Ludwig per un Adagio, dove impeto e assalto sembrerebbero fuori luogo. E questo perché la passione esiste anche nel profondo dell’animo, come nel classico topos della brace che cova sotto la cenere.