venerdì, 11 Ottobre 2024
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FIRMA ACHE TU CONTRO LA LEGGE BAVAGLIO

 

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Costante: «Invece di attaccare i giornalisti, la premier faccia una legge moderna sul conflitto di interessi»

26 January, 2024

«La cosa più sacra dei giornalisti è la reputazione ed è monetizzabile, nel senso che i lettori se si fidano ti comprano. Una campagna di delegittimazione ad opera della premier colpisce direttamente i giornalisti e non l’editore, che peraltro ha altri cespiti. Questo significa perdere posti di lavoro». Lo spiega Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, in un’intervista al quotidiano Repubblica, venerdì 26 gennaio 2024.

«La qualità della libertà di stampa è centrale per una democrazia. Non so se sta a cuore al governo, però: con il Media Freedom Act della Ue l’Italia fino all’ultimo sta cercando di utilizzare dei varchi per controllare i giornalisti, spiandoli quindi in determinati casi, con la scusa della sicurezza nazionale», aggiunge Costante, che quindi indica le difficoltà del settore dell’informazione in un Paese, l’Italia, dove «la stampa dovrebbe essere libera, ma i giornalisti lo sono sempre meno», tra crisi industriale, precariato selvaggio, attacchi da parte della politica.

«L’informazione è un’industria che soggiace a regole economiche, ma non solo. L’esecutivo, ad esempio non prorogando la pubblicità legale sui giornali, può di fatto togliere 120-130 milioni euro ad un settore già in crisi. Lo stesso è la decisione di non rifinanziare il fondo straordinario per l’editoria, altri 140 milioni in meno», spiega ancora.

«Siamo una categoria più povera e precarizzata. Il problema è che un giornalista non indipendente, anche economicamente, non è davvero libero. Vale per giudici, parlamentari e giornalisti, che però ora sono una categoria per l’appunto povera, salvo una minoranza», incalza la segretaria generale Fnsi, che in chiusura torna sul nodo del conflitto di interessi: «Lo abbiamo da 30 anni. Meloni faccia una legge europea e moderna sulle concentrazioni editoriali. Ha le leve del potere, le utilizzi».

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Dire, Barachini: «Riaperte le procedure per i contributi 2023, l’editore ritiri sospensioni e licenziamenti»

25 January, 2024

«La sospensione del fermo amministrativo da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito ci consente di riattivare le procedure di erogazione dei contributi 2023 alla società editrice dell’agenzia di stampa Dire e avviare quelle relative  all’iscrizione nel nuovo elenco di rilevanza nazionale». Lo dichiara in una nota il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria, Alberto Barachini.

«Come spiegato durante numerose interlocuzioni con l’editore e negli  incontri avvenuti nella sede del Dipartimento con il Cdr della Dire, con la Federazione nazionale della Stampa, con l’Associazione Stampa Romana, con Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, la nostra decisione di sospendere – sottolinea Barachini – era un atto dovuto, confermato da un parere dell’Avvocatura Generale dello Stato».

«Durante tutto il periodo delle festività natalizie gli uffici hanno lavorato con l’intento di proteggere i livelli occupazionali e scongiurare una drammatica crisi aziendale. Con la riapertura delle procedure da parte del Dipartimento – conclude il Sottosegretario – chiediamo all’editore di ritirare i provvedimenti di sospensione,  varati inopinatamente il 31 dicembre scorso, lo invitiamo a ritirare i licenziamenti collettivi annunciati il 28 dicembre e a provvedere immediatamente alla normale erogazione degli stipendi ai lavoratori per garantire la continuità occupazionale per il futuro dell’agenzia»

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Agenzia Dire, i giornalisti in sciopero. Fnsi: «L’editore paghi gli stipendi»

25 January, 2024

«Dopo i licenziamenti (illegittimi e immotivati) e le sospensioni (illegali), ora gli stipendi non pagati. L’editore della Dire, Stefano Valore, continua a colpire i giornalisti della sua agenzia di stampa, giornalisti che oggi e domani saranno di nuovo in sciopero dopo la comunicazione che l’azienda non intende saldare le spettanze dovute. A questo si aggiunge che nulla ancora è stato versato agli 11 colleghi licenziati il 28 dicembre, dal tfr al mancato preavviso». Lo si legge in un comunicato stampa diffuso dalla Federazione nazionale della Stampa italiana giovedì 25 gennaio 2024.

La Fnsi, «esprimendo solidarietà ai colleghi, denuncia ancora una volta la drammatica situazione nella quale si trova la Dire: sappiamo che sono in corso contenziosi giudiziari, ma non si può scaricare ogni problema sulle spalle dei dipendenti che in questi mesi nonostante tutto hanno svolto sempre il loro lavoro in maniera impeccabile».

La nota si chiude con un auspicio per il prossimo futuro: «L’editore onori i debiti, paghi gli stipendi, ritiri i licenziamenti e le sospensioni e finalmente si sieda a un tavolo di confronto con i sindacati – dal quale si sta sottraendo da settimane – per trovare soluzioni a questa crisi e soprattutto per dare risposte concrete ai lavoratori. Non è ammissibile che un imprenditore possa per mesi muoversi al di fuori di ogni regola, scappando dai suoi doveri e invocando solo aiuti dalle istituzioni per salvare la sua impresa. Non è così che si rilancia l’editoria».

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Altri due giorni di sciopero all’agenzia Dire. I giornalisti: «Pagare subito gli stipendi»

24 January, 2024

Il Cdr dell’agenzia Dire proclama due giorni di sciopero per le giornate di giovedì 25 e venerdì 26 gennaio 2024 in assenza di rassicurazioni sul pagamento della seconda parte dello stipendio di dicembre. «Dopo aver ricevuto un modesto acconto una settimana fa, oggi si legge in una nota pubblicata anche sul sito web dell’agenzia l’azienda ha fatto sapere che al momento non è stata data disposizione di pagare gli stipendi stante la situazione di stallo dovuta al fermo amministrativo del ministero dell’Istruzione (legato alle vicende giudiziarie della precedente proprietà) che ha colpito l’azienda all’inizio di dicembre e che, a catena, ha provocato il 29 dicembre la sospensione del corrispettivo di Palazzo Chigi alla società Com.e e dell’iscrizione della Dire all’elenco delle agenzie di rilievo nazionale».

Il Cdr reputa questa posizione «irricevibile» e dichiara sciopero, chiedendo all’editore di «pagare subito gli stipendi dovuti ai suoi giornalisti e ai colleghi grafici. I lavoratori rimarcano i rappresentanti sindacali non possono pagare per la situazione di difficoltà che si è creata, tanto più trattandosi dello stipendio del mese scorso. Anche i colleghi licenziati, ad oggi, hanno ottenuto solo questo acconto e non hanno ricevuto le spettanze relative a mensilità dovute e Tfr».

Per il Comitato di redazione «è inaccettabile pensare che lo stallo sul fronte giudiziario possa ricadere a cascata sui lavoratori, lasciandoli senza stipendio, così come erano inaccettabili le ‘sospensioni di Capodanno’ (di cui abbiamo chiesto il ritiro in tutte le sedi e senza sosta, l’ultima volta con uno sciopero la settimana scorsa), anch’esse forma di pressione mirata a far risaltare la drammaticità del blocco della terza rata del 2023 da parte di Palazzo Chigi alla società Com.e».

Denunciano poi i giornalisti: «L’editore, non più tardi di due giorni fa, ha incontrato il Cdr e chiesto un segnale di unità e compattezza per superare questo momento di difficoltà. Ma quale unità ci può essere se all’indomani di questa dichiarazione di intenti assistiamo alla scelta dell’azienda di non pagare gli stipendi fino a che la situazione del fermo non si sia chiarita? I lavoratori rigettano questa impostazione e tornano a ribadire l’urgenza di fissare lincontro con il tavolo sindacale (programmato per il 17 gennaio scorso ma annullato dall’azienda all’ultimo momento) per discutere della situazione di crisi, ormai conclamata, in cui versa l’agenzia».

Il Cdr torna infine a ribadire «la richiesta di ritiro delle sospensioni nonché dei licenziamenti, 11 il 28 dicembre (scesi a 11 dagli iniziali 14 dopo il reintegro di tre colleghi) e uno arrivato il giorno dopo per motivi disciplinari» e, annunciando iniziative di mobilitazione per i prossimi giorni, a chiedere «alla politica tutta di attivarsi per cercare per quanto nelle rispettive competenze una soluzione a questa situazione che ci pare ogni giorno di più senza via d’uscita. La storia di un’agenzia che esiste e lavora in modo serio da quasi 40 anni non può finire così. E non possono essere i 120 lavoratori a pagare gli errori della precedente proprietà e nemmeno una gestione attuale che concludono i rappresentanti sindacali non tiene in conto i lavoratori come prima e unica risorsa aziendale».

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Morto Renato Rocco, il cordoglio di SUGC e Unione cronisti

24 January, 2024

È morto all’alba di questa mattina, 24 gennaio 2024, all’età di 71 anni, il giornalista Renato Rocco. Decano dei cronisti napoletani è stato a lungo presidente dell’Unione cronisti in Campania. Il suo luogo di lavoro è sempre stato la sala stampa della Questura di Napoli. Ha collaborato con diverse testate tra le quali Roma, Il Mattino, il Giornale di Napoli, Leggo, La Verità, l’agenzia di stampa Agi, negli ultimi tempi stava collaborando con la testata online Per sempre news. Con il Sindacato unitario giornalisti della Campania aveva avviato un progetto per ricostruire l’Unione cronisti. La segretaria e il presidente del SUGC, Geppina Landolfo e Pietro Treccagnoli, con tutto il direttivo, i consiglieri nazionali campani della Fnsi, il commissario nazionale dell’Unione cronisti Claudio Silvestri, si stringono in un abbraccio affettuoso ai figli Edoardo ed Antonio, che hanno perso la loro mamma, Alessandra Origo, anche lei giornalista, il 3 novembre scorso. I funerali si terranno domani, 25 gennaio 2024, alle ore 16 presso la parrocchia di San Vincenzo Pallotti in via Manzoni 1 a Napoli.

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Infortuni dei giornalisti lavoratori dipendenti, Inpgi chiarisce: «La competenza esclusiva è di Inps e Inail»

23 January, 2024

Al fine di dissolvere in via definitiva eventuali dubbi o incertezze interpretative relative alla competenza a garantire le tutele assicurative in favore dei giornalisti titolari di un rapporto di lavoro dipendente, l’Inpgi ha ritenuto opportuno pubblicare sul blog InpgiNotizie.it una breve ricostruzione della questione.

A seguito di quanto disposto dalla legge di Bilancio 2022, con il passaggio dal 1° luglio 2022 all’Inps della funzione previdenziale sostitutiva dell’Ago svolta dall’Inpgi, «per quanto attiene alla tutela assicurativa contro gli infortuni dei giornalisti titolari di un rapporto di lavoro dipendente scrive l’Ente il comma 109 del medesimo articolo 1 della citata legge ha disposto l’attribuzione, a far data del 1° luglio 2022, della relativa funzione all’Inail».

Per quanto riguarda, invece, gli infortuni che si erano verificati entro la data del 30 giugno 2022, il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, a seguito di interlocuzioni intervenute con Inpgi, Inail e Inps, già nel mese di settembre 2022 ha chiarito che gli stessi sono stati assorbiti nell’ambito delle competenze dell’Inps.

In particolare, con la nota della Direzione Generale per le Politiche Sociali del 22 settembre 2022, il predetto Dicastero ha chiarito che per gli eventi occorsi fino al 30 giugno 2022 la competenza a gestire le relative pratiche è stata acquisita in via esclusiva dall’Inps, ente al quale era stato nel frattempo trasferito il relativo Fondo Assicurazione Infortuni presente nel bilancio dell’ex Gestione previdenziale sostitutiva dell’Ago dell’Inpgi.

«Il ministero proseguono da via Nizza in adesione ad una manifestazione di disponibilità rappresentata in tal senso dall’Inpgi, prospettava la possibilità di definire con una convenzione tra i tre enti interessati gli aspetti relativi alle modalità di gestione operativa del processo volto a garantire la copertura assicurativa ai soggetti beneficiari. A seguito dei chiarimenti ministeriali l’Inail (con esclusivo riferimento agli eventi verificatisi a decorrere dal 1° luglio 2022 in poi) ha conseguentemente provveduto a disciplinare in via autonoma le modalità di gestione del rapporto assicurativo in oggetto, istituendo apposite procedure volte alla riscossione dei premi e all’istruttoria delle pratiche relative all’erogazione dei trattamenti».

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«No alla nuova legge bavaglio»: al via una raccolta di firme

22 January, 2024

Nasce una nuova iniziativa per opporsi al divieto di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare e i contenuti fino alla fine delludienza preliminare, previsto dall’emendamento proposto dal deputato di Azione Enrico Costa e che nei prossimi giorni potrebbe ottenere lok definitivo al Senato: si tratta di una petizione che è possibile firmare sul sito web change.org, con la quale si chiede al Parlamento di non approvare il testo e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella di non firmare il provvedimento eventualmente varato.

Lappello è rivolto «al mondo dell’informazione, della cultura, della società civile, ai sindacati, alle reti sociali, a tutti i cittadini che hanno a cuore la libertà d’informazione e il diritto di essere informati».

La raccolta firme, che sostiene la mobilitazione di Fnsi, Usigrai e Ordine dei giornalisti, e che è stata promossa dalla Rete NoBavaglio, ha già raccolto ladesione dellAssociazione Articolo21, Libera lnformazione, Cgil, Arci, Libera, Legambiente Libertà e Giustizia, Ordine dei giornalisti del Lazio, Associazione Nazionale Giuristi Democratici, Collettiva, MoveOn Italia, Associazione Stefano Cucchi, Free Assange Italia, Coordinamento per la democrazia costituzionale, Udu Roma, Gay Net, Stampa Critica, Assopace Palestina, Fillea Cgiil Roma Lazio, Anpi G. Matteotti Flaminia-Tiberina,  Anpi Teresa Noce Fiano Romano, InLiberaUscita, Agenzia Pressenza, Reti di Giustizia, Obct Transeuropa, Associazione Senza Paura, Associazione Coordinamento Antimafia Anzio Nettuno, Associazione Socio-Culturale Nawroz, Bibliopop, TastoRosso, Uisp, Stampa Romana, Sindacato Cronisti Romani e Giornale Radio Sociale.

La Federazione nazionale della Stampa italiana invita tutti a firmare la petizione sul sito web change.org.

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L’ex ras minaccia i nemici e tira in ballo la cronista, Fnsi e Sugc: “Si indaghi”

22 January, 2024

La Federazione nazionale della Stampa italiana e il Sindacato unitario giornalisti della Campania esprimono preoccupazione per quanto sta avvenendo nel quartiere di Ponticelli, a Napoli, nei confronti della giornalista Luciana Esposito, spesso tirata in causa sui social in post di persone appartenenti ai clan camorristici della zona. L’ultimo riguarda un ex ras, sotto protezione e agli arresti domiciliari, che in un post su Instagram inserisce la foto del suo nuovo tatuaggio lanciando minacce ai suoi nemici: Infami, per voi ci saranno i giorni dei limoni neri e non dimentica di lanciare un altro messaggio a quelli che chiama infami invitandoli a inviare il post alla vostra amica, riferendosi presumibilmente alla collega. Il caso è già all’attenzione delle forze dell’ordine alle quali chiediamo la massima attenzione. A Luciana l’invito a continuare a raccontare con coraggio il suo territorio.

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Iurillo minacciato durante servizio delle “Iene”, Fnsi e Sugc: “Caso da segnalare al Prefetto”

22 January, 2024

La Federazione nazionale della Stampa italiana e il Sindacato unitario giornalisti della Campania esprimono solidarietà al giornalista del Fatto Quotidiano Vincenzo Iurillo che, durante un servizio delle Iene, viene preso di mira, a più riprese, da Salvatore Langellotto, imprenditore condannato per concorso esterno in associazione camorristica. Langellotto nel servizio tenta di screditare il giornalista parlando i presunti scheletri nell’armadio. Quella di infangare chi ha il coraggio di illuminare scandali e corruttele è una strategia molto diffusa. L’unica colpa di Iurillo è stata quella di aver raccontato per primo, sulle pagine del suo giornale, la vicenda della plateale benedizione di cinque camion dei rifiuti di proprietà di Langellotto avvenuta sul sagrato della chiesa di Sant’Agnello, in costiera sorrentina. Quello che preoccupa è che Iurillo vive nello stesso Comune dell’imprenditore, già sotto indagine per l’aggressione a un attivista del Wwf. Per questo chiediamo che la questione sia posta all’attenzione del Prefetto.

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Collega cacciato dalla riunione del Pd ad Avellino, la solidarietà del SUGC

22 January, 2024

Il Sindacato Unitario giornalisti della Campania esprime sentimenti di vicinanza e solidarietà al collega giornalista Emanuele Marinelli della redazione dellemittente Irpinia Tv al quale sabato scorso è stato impedito laccesso presso la sede del coordinamento provinciale irpino del Partito democratico dove era in corso una riunione politica alla quale hanno preso parte le forze locali di centrosinistra. Episodio da stigmatizzare che da un lato va a ledere il diritto di cronaca e dallaltro mina ai fondamenti il rispetto doveroso tra gli organi di informazione e i rappresentanti politici e istituzionali a tutti i livelli.

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Sindacato Unitario Giornalisti Campania
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