Pulci di notte
di Stefano Lorenzetto
Sabino Cassese sul Sole 24 Ore: «Nel 1929, ad opera del presidente Roosevelt, in America si afferma il concetto di “social security”». Duole contraddire il giurista, ex ministro ed ex giudice della Corte costituzionale, ma Franklin Delano Roosevelt nel 1929 era semplicemente governatore dello Stato di New York, incarico che mantenne fino al 1° gennaio 1933. Solo il 4 marzo di quello stesso anno cominciò il suo mandato di 32° presidente degli Stati Uniti d’America, interrotto, dopo ben tre rielezioni, dalla morte improvvisa a 63 anni per un’emorragia cerebrale, avvenuta il 12 aprile 1945.
Roberta Zunini sul Fatto Quotidiano: «Il direttore della Cia, Bill Burns, è a Tel Aviv per una visita in Israele e Cisgiordania organizzata da tempo, ma tenuta segreta». Segretissima.
Assia Neumann Dayan sulla Stampa: «Perché le polemiche sui social scadono dopo al massimo un paio di giorni». Nel titolo si legge: «Quelle solite bufere online, ma l’indignazione di chi commenta dura solo 24 ore». La riforma del calendario.
Gustavo Bialetti nella rubrica Caffè corretto sulla Verità: «Il climax ascendente degli armieri di Via Solferino si interrompe bruscamente ieri per mano di Federico Rampini». Sicuramente esiste il climax discendente (o anticlimax). Ma l’espressione climax ascendente non ha linguisticamente molto senso, essendo già di per sé il climax una figura retorica che consiste nella gradazione ascendente per intensità e forza. Tant’è che il suo sinonimo, in medicina, è acme, cioè punto culminante, il quale pertanto non può ascendere oltre.
«Ma dove li mettiamo i tremila “Cacciatori delle Alpi” che combatterono accanto a Garibaldi nella Seconda guerra di Indipendenza italiana (1859) a Villafranca, Magenta, Solferino e San Martino?», si chiede il coltissimo Mephisto Waltz nella sua rubrica sul Sole 24 Ore? Urge un ripasso di storia per il povero diavolo. I Cacciatori delle Alpi, brigata di volontari agli ordini di Giuseppe Garibaldi attiva dal 1859, lottarono nei pressi di Varese e a San Fermo (oggi San Fermo della Battaglia), dalle parti di Como, certamente non a Magenta né a Solferino e San Martino. Quanto a Villafranca Veronese, non vi fu combattuta nessuna battaglia, tantomeno dai Cacciatori delle Alpi, bensì, fra l’8 e l’11 luglio 1859, vi vennero discussi fra Napoleone III e Francesco Giuseppe i preliminari dell’armistizio tra Francia e Austria, controfirmato da Vittorio Emanuele II, che pose fine alla Seconda guerra d’indipendenza (Pace di Villafranca). Nella cittadina veronese si combatté il 24 giugno 1866, quando il 49° Reggimento di fanteria difese eroicamente il principe ereditario Umberto di Savoia dai soldati austriaci, disponendosi in formazione quadrangolare intorno a lui (episodio tuttora ricordato dall’Obelisco del Quadrato). Ma era la Terza guerra d’indipendenza, illustre signor satanasso, non la Seconda.
La Repubblica a pagina 31 ospita la rubrica Pietre di Paolo Berizzi con il titolo «Targa». Alla pagina successiva, 32, c’è la rubrica Cucù di Sebastiano Messina con lo stesso testo apparso in Pietre. L’indomani, nelle Lettere, si legge: «Per un errore ieri non è stata pubblicata la rubrica “Cucù” di Sebastiano Messina. Ce ne scusiamo con l’interessato e con i lettori». A noi pare che per un errore sia stata pubblicata due volte, con il nome sbagliato nella replica, la rubrica Pietre di Paolo Berizzi.
Intervistando sul Corriere della Sera l’«accompagnatore alla morte» Ange Fey, nato a Parigi da padre valdostano e madre monegasca, Stefano Lorenzetto si lascia irretire dal suo italiano stentato e in una risposta riporta: «Era una lettrice di Famiglia Cristiana. L’ho resa felice imitando l’accento tedesco nel leggergli un’intervista con l’allora cardinale Joseph Ratzinger». Il gender dilaga.
Massimo Giannini, direttore della Stampa, nel suo editoriale di prima pagina: «E sono anche convinto che la Rai non perderebbe un solo punto di share, vista la collaudata autosufficienza dell’unico “format totale” che, insieme a qualche buona fiction, gli salva ancora il palinsesto». Ci si consola.
Nella rubrica Il buonista risponde che tiene su Oggi, Luca Bottura, autore satirico, s’inventa una lettera del Santo Padre e la firma «Papa F., Città del Vaticano, Roma». A parte che la Città del Vaticano è uno Stato e quindi nessuno dei suoi abitanti, e men che meno il suo sovrano, la farebbe rientrare nei confini di Roma, la risposta di Bottura è la seguente: «Santità, non si curi di loro ma guardi e passi. Ma passi più lentamente possibile, ché c’è tanto bisogno». Parafrasi da liceale mediocre. La frase originale della Divina Commedia, pronunciata da Virgilio (Inferno, canto III), non contempla il verbo curare: «Non ragioniam di lor, ma guarda e passa».
Alberto Simoni, corrispondente da Washington della Stampa, cita «il sistema di trasmissione dati e informazioni per i piloti, il Notam (Notice for Air Missions)». In realtà, Notam vuol dire Notice to air missions (Notams), e non for, come specifica il sito della Federal aviation administration statunitense. In passato significava invece Notice to air men. Secondo Simoni, «il Notam è uno strumento vecchio di quasi un secolo». A dire il vero, esso fu previsto dalla Cica (Convention on international civil aviation), meglio nota come Chicago convention, entrata in vigore il 4 aprile 1947, quindi quasi 76 anni fa, che sono poco più di tre quarti di secolo, non «quasi un secolo».
Secondo M. Bel. (Il Sole 24 Ore), la Maserati ha in programma «di realizzare da qui al 2030 una gamma di vetture disponibili con una versione full completamente elettrica». Ok, full electric, solo elettrica, abbiamo capito.
Scheda dal Corriere della Sera: «Chi compie atti sessuali in luogo pubblico, aperto o esposto al pubblico, non costituisce più reato». Il famoso corpo del reato.
Titolone dall’Osservatore Romano: «La donna via della pace». Dei sensi?
SL
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