Nel libro di Nadia Verdile

la storia della brigantessa Michelina Di Cesare raccontata per la Collana “Italiane”

 

CASERTA – Sarà presentato mercoledì 23, alle 17, nella sede di “50 & più” che ha organizzato l’evento, il libro di Nadia Verdile, “Michelina Di Cesare”, quindicesimo volume della Collana “Italiane”, diretta dalla stessa Verdile per Pacini Fazzi Editore. Il lavoro racconta la vita di Michelina Di Cesare, nota come donna che divenne brigante per amore. Ma non fu così. Michelina, nel 1863, entrò nella banda di Francesco Guerra cambiando per sempre la sua esistenza. «Quando ho iniziato a studiare la sua vita – spiega Verdile – conoscevo di lei quello che avevo letto in rete. Dunque poco. Ho studiato moltissimi libri sul brigantaggio, su Michelina sempre e solo le stesse informazioni riportate nella cronaca dei documenti della polizia: scorribande, rapimenti, furti. In pratica non avevo niente, ma veramente niente, per scrivere la sua biografia, per raccontare la sua storia. Allora sono andata all’Archivio di Stato di Caserta. Mi sono immersa nei documenti. Non quelli dei processi, quelli giudiziari che sono più o meno citati da tutti, ma quelli dello Stato Civile. È stato così che Michelina è venuta fuori con la sua storia familiare, quella vera». Chi furono le brigantesse e i briganti che nel meridione della neonata Italia, all’indomani dell’unità o dell’annessione, misero sotto scacco un intero paese, una nuova nazione? Raccontare la loro storia vuol dire narrare la storia di popoli che furono al centro di disegni politici che di loro non tennero conto ma che di loro si servirono per creare, o stabilizzare, una nuova classe dominante. «Quella che ho raccontato – continua Verdile – è la storia di una donna che fece parte del brigantaggio meridionale postunitario, fenomeno complesso, multiforme, che era sì figlio di una lunga tradizione di protesta ma che aveva spinte fortemente legate ai nuovi tragici avvenimenti storici. Si sviluppò nei territori dell’ex Regno delle Due Sicilie all’indomani della nascita dell’Italia e fu un moto di ribellione complesso che aveva in sé molte anime. C’erano gli ex soldati borbonici, c’erano i legittimisti, c’erano i disertori, c’erano i poveri. Quelli che combatterono nei boschi fitti e folti dell’Italia meridionale scelsero a volte senza altra possibilità di scelta. Disobbedire fu una necessità. Per le donne fu ancora più difficile e complesso». Quello delle brigantesse fu un percorso a ostacoli. Lasciavano la famiglia, perdevano l’onorabilità, tagliavano per sempre i ponti con ciò che era stato prima, fino a quel momento. Di loro per molto tempo nulla si è scritto. Fantasmi in una guerra civile descritta come una caccia ai criminali. Erano per chi ha tramandato per decenni la storia solo drude, manutengole, prostitute. In questo contesto caleidoscopico si inserisce la vicenda personale e poi pubblica di Michelina Di Cesare che se non fosse diventata brigantessa sarebbe rimasta solo un numero inconsapevole tra i numeri a molti zeri dei poveri tra i poveri. Finora la sua vita prima del suo ingresso nella banda di Francesco Guerra non era stata raccontata da nessuno. Il libro che è stato premiato in diverse parti d’Italia è un documento prezioso nella ricostruzione di quegli anni complessi e drammatici che seguirono l’unità d’Italia. «Nella programmazione di primo periodo (fino a gennaio 2023) – dice Emilia Mastrangelo di 50&Più – l’associazione ha inserito la presentazione del libro Michelina Di Cesare di Nadia Verdile rimasto in sospeso dal 2020 a causa della pandemia. Siamo ora felici di riprendere quest’appuntamento, di avere ancora con noi Nadia Verdile. Vi aspettiamo per condividere insieme questa presentazione».

   

FONTE: Ufficio Stampa Pacini Fazzi Editore