VERSO LA MANOVRA
17 NOVEMBRE 2022
Un’altra conferma. Stavolta i numeri arrivano dal Censis, in uno studio presentato e realizzato con Harley&Dikkinson e la filiera delle costruzioni, che ne sarà stata contenta: i 55 miliardi di euro di investimenti certificati dall’Enea per il periodo compreso tra agosto 2020 e ottobre 2022 e legati all’utilizzo del Superbonus hanno attivato un valore della produzione nella filiera delle costruzioni e dei servizi tecnici connessi pari a 79,7 miliardi. E questo è solo l’effetto diretto. L’indiretto: 36 miliardi di produzione attivata in altri settori del sistema economico connesso all’indotto. Il totale fa insomma 115 miliardi con un gettito fiscale “altrettanto rilevante”. Dati gli effetti moltiplicativi sull’economia, secondo il Centro studi, il gettito fiscale conseguente può ripagare circa il 70% della spesa a carico dello Stato. Il disavanzo della misura si riduce: di ogni 100 euro spesi, allo Stato ne costano effettivamente solo 30. All’evento era presente anche il viceministro del Mef, Maurizio Leo, che si è trovato a difendere le intenzioni del governo di ridurre lo sgravio al 90%: “Sicuramente c’è stato un effetto positivo per l’economia, ma anche disfunzioni che non possiamo nascondere, in particolare sul bonus facciate dove non c’erano quei controlli puntuali che hanno generato “masse sui cassetti fiscali che non possono sfociare in un utilizzo”.

I dati del Censis dicono che nel 2021 il valore aggiunto delle costruzioni è aumentato del 21,3% rispetto all’anno precedente. Nel dettaglio: al Sud +25,9%, nel Nord-Ovest +22,8%, nel Nord-Est +18,5%. Il Centro si è fermato a +16,3%. L’impatto occupazionale tra agosto 2020 e ottobre 2022 è stimato in 900 mila unità di lavoro, tra dirette e indirette che, nei soli mesi del 2022, arrivano a 411 mila occupati diretti (nel settore edile, dei servizi tecnici e dell’indotto) e a 225 mila indiretti. Inoltre, il valore immobiliare delle unità aumenterebbe tra il 3 e il 5% con un risparmio energetico equivalente a 1,1 miliardi di metri cubi di gas (il 40% del risparmio energetico del nostro Piano emergenziale di riduzione dei consumi). Contando anche gli interventi finanziati dagli ecobonus ordinari fino al 2020, si arriverebbe a un risparmio di circa 2 miliardi di metri cubi di gas.

Intanto, il dl Aiuti quater che a una settimana dalla sua approvazione in Cdm non è (al momento in cui andiamo in stampa) ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, pare sia fermo proprio sulla misura, ufficialmente in attesa che l’Aiuti ter fosse approvato dal Parlamento. Sempre Leo ha anticipato l’introduzione di condizioni per le villette, come il fatto che si tratti di prima casa e un tetto al reddito di 15 mila euro. Ha annunciato anche l’introduzione di un cosiddetto “quoziente familiare”, una “ipotesi allo studio” per venire incontro a chi si dovesse trovare “in situazioni di indigenza”, soprattutto nel caso dei condomini, ventilando la “creazione di un fondo, che possa integrare” anche il 10%.

Altro nodo sul tavolo – ha invece riferito il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani – la ricerca di soluzioni per ampliare il lasso temporale per la cessione dei crediti, ma a determinate condizioni. Più avanti, ha detto Leo, si passerà a “razionalizzare il sistema dei meccanismi agevolativi per il comparto immobiliare”, con una misura unificata sull’efficientamento energetico e in linea con quella che viene definita una “razionalizzazione di tutta la fiscalità immobiliare”. Ma il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha ribadito che, “salvo il pregresso, lo Stato non può garantire il ritmo del credito d’imposta attuale”. E che “va capito se da parte del sistema bancario arriverà un’opportuna proposta”. Forza Italia chiedeva di spostare la data di scadenza del 110% almeno di un mese – rispetto al 25 novembre annunciato dalla premier Meloni – per chi ha già deliberato in assemblea di condominio e ha già stipulato contratti.

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