INTERVISTA

Fico: “M5S mai più con la destra, siamo noi i veri progressisti”

IL PRESIDENTE DELLA CAMERA – “Non dobbiamo dimostrare nulla. Vediamo che uscirà dal congresso dem, ma al momento è impossibile allearsi”

6 OTTOBRE 2022
Roberto Fico siede in un salottino di Montecitorio, senza giacca. Ragiona su sinistra, progressisti e Movimento, insomma del mondo fuori della Camera di cui sarà ancora presidente per un pugno di giorni. E parte da una distinzione, sottile, ma anche no: “Noi 5Stelle siamo progressisti, un concetto più ampio e più moderno: sinistra mi sembra una parola più ristretta, da partiti”.Cos’è la sinistra nel 2022?

Io ho valori di sinistra, ma nel 2005 ho fondato il meet up di Napoli perché i partiti che ne dovevano essere espressione non mi rappresentavano più e volevo creare una politica nuova, su temi come la sanità e l’acqua pubblica, la lotta ai privilegi, l’ambiente. A quei tempi la mia città e la Campania erano governate dalla sinistra. Ma io dovevo fare qualcosa di diverso, di più.

Quindi…

La sinistra, quella dei partiti, ha perduto la connessione con me e tanta parte del Paese da almeno 20 anni. È una crisi che viene da lontano.

E la potete rappresentare voi 5Stelle, che avete votato i decreti Sicurezza di Matteo Salvini in un governo sbilanciato a destra?

Questo è un racconto parziale. Nel 2018, con il mandato esplorativo, avevo provato a formare un governo con M5S e Pd, ma Matteo Renzi aveva fatto saltare tutto una domenica intervenendo a un programma tv. Così si fece un accordo con la Lega, per un esecutivo che io certo non auspicavo, con un contratto di governo. Ognuno dei due partiti fece la propria politica facendo approvare i propri provvedimenti: era un metodo di lavoro su due binari, ma alla lunga non ha funzionato, perché mancava una prospettiva, una visione di Paese.

Alcuni politici e intellettuali, da Rosy Bindi a Tomaso Montanari, che in un appello scrivono: “Chiediamo al M5S di dimostrare che l’approdo a posizioni progressiste non è meramente tattico, ma l’epilogo di un definitivo chiarimento identitario”.

Non dobbiamo dimostrare nulla a nessuno. I provvedimenti per aiutare le persone in difficoltà li abbiamo fatti noi 5Stelle. E noi ci siamo battuti per difendere la sanità e la scuola pubblica. Dobbiamo continuare e rafforzare queste scelte. Chi è che ha creato un ministero per l’Ambiente come il Mite, o ha spinto per un piano energetico nazionale? Noi siamo progressisti.

E lo rimarrete?

Sulla base della nostra esperienza, è chiaro che non faremo mai più un governo con la Lega o con la destra.

Ci sarebbe un campo di centrosinistra da costruire: ammesso che vi interessi farlo, visto che correndo da soli nelle urne avete ripreso quota.

Credo che chi vota il M5S pretenda che il Movimento rimanga sempre chiaro e fedele a ciò che ha promesso di fare, dal reddito di cittadinanza al salario minimo. Quando invece abbiamo difficoltà a realizzare la nostra politica veniamo percepiti più deboli.

Tradotto?

La discriminante non è allearsi o meno. Le intese devono essere funzionali al percorso, a una visione e a obiettivi comuni, non solo a vincere. Un campo larghissimo potrebbe anche prevalere nelle elezioni, ma probabilmente non riuscirebbe a portare avanti le politiche del M5S.

Ma dovrete riparlare almeno con il Pd…

In questo momento, a livello nazionale non vedo la possibilità di alleanze.

Non la vede perché Enrico Letta è ancora segretario?

Il Pd si avvia a un congresso, che io rispetto. Non metto bocca in casa d’altri. Si vedrà cosa ne uscirà, anche a livello di segreteria.

Per le Regionali nel Lazio e in Lombardia lei cosa farebbe?

Su questo ci sarà una riflessione all’interno del Movimento.

Per Calenda “il Pd deve scegliere tra riformisti e populisti”.

Non credo che lui debba dettare la rotta al Pd.

Magari siete voi a voler affossare i dem, per svuotarli…

Nessuno svuota nessuno, sono i cittadini a scegliere. Il Movimento deve solo pensare a portare avanti politiche serie e coerenti.

Anche all’opposizione?

Certo. Affermare che c’è un pericolo fascista è come dire che non c’è un Parlamento abbastanza forte da tutelare i nostri principi e valori, è un modo di buttare la palla in tribuna. Piuttosto, il governo di destra andrà contrastato con politiche e valori differenti.

Se si parla di pace di questi tempi si rischia di passare per putiniani. Come potete tenere assieme il sostegno all’Ucraina con la richiesta di fermare l’invio di armi?

Noi del M5S siamo al 100 per cento con l’Ucraina, aggredita dalla Russia. I referendum per l’annessione di territori ucraini sono una farsa. Detto questo, dobbiamo anche capire come arrivare a una pace, che deve salvaguardare innanzitutto il popolo dell’Ucraina.

Ma l’invio di armi è sbagliato, alimenta la guerra?

Non si può permettere a Putin di conquistare così l’Ucraina, il diritto di Kiev alla difesa va rispettato. Dopodiché dopo le armi serve anche un modo per arrivare a un negoziato.

Cosa farà appena uscito dal Parlamento?

Continuerò a fare politica, con l’intenzione di incidere. In campagna elettorale sono andato in tante città, e a Napoli abbiamo preso il 43 per cento. Ci sono e ci sarò.

FONTE:

Il presidente della Camera Roberto Fico durante le votazioni sul Decreto Aiuti-bis, Roma, 15 settembre 2022. ANSA/GIUSEPPE LAMI