Serena Mollicone, dopo 21 anni tutti assolti. Caos in aula: “Vergogna“. Imputati aggrediti

DI STEFANO BAUDINO
16 LUGLIO 2022

Tutti assolti. A 21 anni dalla morte di Serena Mollicone, la 18enne di Arce (Frosinone) uccisa nel 2001, è questo il verdetto della Corte d’Assise di Cassino, che ha fatto cadere le accuse per i cinque imputati al processo. Per Marco Mottola, secondo i pm esecutore materiale dell’omicidio, che si sarebbe consumato in una caserma dei Carabinieri ad Arce, erano stati chiesti 24 anni. Per Franco Mottola, padre di Marco, ex maresciallo e comandante della stazione dei carabinieri all’epoca dei fatti, i magistrati avevano chiesto 30 anni: per l’accusa avrebbe occultato la salma della giovane insieme alla moglie Anna Maria, per la quale erano stati chiesti 21 anni. La Corte li ha assolti “per non aver commesso il fatto”. I giudici erano chiamati a decidere anche sulla richiesta di condanna a 15 anni per Vincenzo Quatrale, allora vice maresciallo, accusato di concorso esterno in omicidio, e a 4 anni per l’appuntato dei carabinieri Francesco Suprano, a cui veniva contestato il favoreggiamento: entrambi sono stati assolti “perché il fatto non sussiste”.

In aula, alla lettura della sentenza, da una parte è esplosa la rabbia dei “colpevolisti”, che hanno scandito le loro proteste al grido di “vergogna”, dall’altra la gioia degli imputati. “Sempre detto che eravamo innocenti, è uscita la verità”, ha dichiarato Marco Mottola, insultato insieme ai suoi familiari fuori dal Tribunale, dove i carabinieri sono inervenuti per sedare i disordini. Tra il pubblico c’erano anche i genitori di Marco Vannini, che hanno voluto manifestare il loro supporto ai familiari della 18enne.

Il cadavere di Serena fu ritrovato il 3 giugno in un bosco a Fonte Cupa, con la testa avvolta da un sacchetto di plastica e le mani legate da nastro adesivo e fil di ferro. L’iter giudiziario che ne seguì è stato travagliato. Due anni dopo la morte di Serena, venne arrestato e imputato per omicidio e occultamento di cadavere il carrozziere Carmine Belli, il quale fu assolto in tutti i gradi di giudizio. Poi, l’11 Aprile del 2008, un brigadiere di Arce, Santino Tuzi, fu trovato morto in un bosco dentro la sua auto: l’ipotesi fu di suicidio, ma la figlia, parte civile al processo, si è sempre detta certa del collegamento tra la morte del padre, che a suo parere “sapeva qualcosa e fu minacciato di ritorsioni nei confronti della famiglia” e quella di Serena Mollicone. Quatrale, accusato di istigazione al suicidio del brigadiere, e Suprano, accusato di favoreggiamento, furono rinviati a giudizio il 24 luglio 2020 insieme ai Mottola. Ma ora sono stati tutti assolti.

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