Pulci di notte

di Stefano Lorenzetto

Da un articolo della Repubblica, dedicato al rapporto tra Virginia Oldoini, contessa di Castiglione, e Vittorio Emanuele II: «La contessa non si faceva illusioni sulla galanteria del re d’Italia. Già da giovanissima ne aveva subìto la rapacità sessuale, e la sua mancanza di educazione, di eleganza, di uso di mondo erano di pubblico dominio». Duole informare Benedetta Craveri, francesista, critica letteraria e scrittrice, nonché nipote di Benedetto Croce, che il soggetto della frase è «la sua mancanza», quindi il verbo andava coniugato al singolare («era di pubblico dominio»).

L’ex presidente del Pd, Gianni Cuperlo, scrive su Domani: «A uno che passa col rosso lo multi». Io speriamo che me la cavo al semaforo.

Su Domenica, supplemento culturale del Sole 24 Ore, è tornato a colpire Mephisto Waltz, titolare dell’omonima rubrica, secondo il quale la Bibbia Tob (Traduction œcuménique de la Bible) collocherebbe il diluvio universale nel 3.400 avanti Cristo. Forse ricordiamo male, ma ci pare che la Bibbia Tob, almeno nell’ultima edizione (2010), non dica proprio nulla al riguardo. Il riferimento non ha comunque senso, giacché la datazione in questione non è determinabile, stante la divergenza tra le cronologie relative all’epoca anteriore al diluvio presenti nel testo biblico ebraico e nelle versioni greche. Subito dopo Mephisto Waltz infila un «debido el sol extrema», piuttosto curioso, tenuto conto che sole in quasi tutte le lingue indoeuropee è maschile. Non sarebbe stato più logico «extremo», maestro?

Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Mangiano funghi avvelenati al centro rifugiati in Polonia: morti due bimbi fuggiti dall’Afghanistan». Avvelenati da chi? A meno che non fossero semplicemente velenosi.

«“Cambiate il nome di Battiato sulla lapide”. Ed è bufera su Morgan», titola il sito del Giornale. Sottotitolo: «Morgan si è esposto sui social per chiedere che sulla lapide di Battiato compaia il nome “Franco” e non quello di battesimo “Franco”». Che dico, bufera? Tempesta, tifone, uragano, ciclone per una richiesta tanto ardita.

Presentando sul Fatto Quotidiano il testo del Qohelet commentato da Gustavo Zagrebelsky, «il chierico vagante» Fabrizio D’Esposito puntualizza: «La chiave del suo Qohelet è centralmente umana, decisiva quindi per tutti, credenti e non». L’avverbio non si usa sempre come proclitico, unito cioè a qualcosa che lo segue. Non è questo il caso. Quindi si doveva scrivere «credenti e no».

«Gli scrittori non contano / sono i festival lo spettacolo». Così Domani titola un racconto dello scrittore Luca Ricci. Il sommario suona come una conferma della prima riga del titolo: «Nei vari tour estivi è seguito da un’instancabile ufficio stampa». La grammatica non ha un domani.

«Chiara Ugolini, 27 anni, è stata trovata morta, in un lago di sangue, domenica sera in un appartamento a Calmasino di Bardolino (Verona)», informa il sito del Corriere della Sera. Trattandosi di una località sul Garda, lo stereotipato riferimento al lago si sarebbe potuto evitare. Tanto più che, poche righe dopo, si legge: «Chiara era riversa a pancia in giù, con una piccola chiazza di sangue vicino alla fronte». Se il viso rivolto verso il pavimento era immerso «in un lago di sangue», come poteva recare solo «una piccola chiazza» vicino alla fronte?

Titolo dalla Verità: «Più ci si puntura e meno si segnala: danno per la sicurezza del vaccino». Il Covid-19 crea neologismi, trasformando i sostantivi in verbi riflessivi.

Matteo Salvini scrive su Twitter: «Bene Regione Lombardia, che ha proposto alcune regole per i monopattini elettrici: guida ai soli maggiorenni, assicurazione obbligatoria, casco per gli under 18, velocità massima a 20 km/h. Troppo incidenti, con morti e feriti: servono regole». Se la guida va consentita ai soli maggiorenni, non si vede come possano usare il monopattino i conducenti di età inferiore ai 18 anni, cioè i minorenni. «Cambio opinione mille volte al giorno. Voglio tutto e il contrario di tutto». (Franco Marcoaldi, Il vergine, Bompiani, 1998).

Nella rubrica Il graffio, sulla Stampa, Alessandro Barbera annota: «Luigi Di Maio, prima di rientrare alla Farnesina, si è fatto pizzicare in una spiaggia del Salento fra i grugniti di Mario Draghi». Ora, è ben vero che lo Zingarelli 2022 al lemma grugnito dà come secondo significato «incomprensibile borbottio», ma, dato che il primo significato è quello prevalente («Verso caratteristico del maiale e del cinghiale»), non pare molto elegante dare implicitamente del porco al presidente del Consiglio al solo scopo di ostentare ricercatezza lessicale.

Simonluca Pini prova per Il Sole 24 Ore la Essenza Scv12, 830 cavalli, una Lamborghini da 2,6 milioni di euro, non omologata per la circolazione stradale (si guida solo in pista), e viene travolto dall’emozione. «Miloš Pavlović, pilota Lamborghini Super Trofeo, che ci precede davanti a noi». (Difficile precedere qualcuno da dietro). «Riusciamo ad abbassare il cronometro di un paio di secondi». (Se abbassi il cronometro, sarà di un paio di millimetri; se abbassi di 2 secondi, significa che ti riferisci al crono, termine tecnico per designare il tempo segnato dal cronometro in una competizione sportiva).

Titolo da Avvenire: «Palermo, le bare ora “scoppiano”. Il caldo “spacca” le casse insepolte accumulate nella struttura dei Rotoli». Non si capisce come facciano le bare a scoppiare fra virgolette e il caldo a spaccarle fra virgolette. Sorge un dubbio: i «morti» saranno davvero «defunti»?

SL