L'Espresso

Il nuovo numero in edicola e online

da domenica 9 maggio
a cura di Angiola Codacci-Pisanelli

 

 

Impacciato, ingessato, perplesso: è Matteo Salvini nel collage di Valentina Vinci sulla copertina del nuovo numero dell’Espresso. Dedicata ai tormenti del leader della Lega: in discesa nei sondaggi, incalzato da Giorgia Meloni, isolato nel governo. E in imbarazzo in Europa, tra l’amicizia con i nazionalisti e gli affari segreti serbi del fidato Marco Zanni.

 

Il servizio di copertina è firmato da Carlo Tecce, che ricostruisce la difficoltà di tenere insieme le due anime della Lega di lotta e di governo. La concorrenza di Giorgia Meloni diventa evidente sui social, dove i messaggi dei due politici si assomigliano fino a confondersi: solo che, sottolinea Mauro Munafò, la leader di Fratelli d’Italia sale e quello della Lega scende. Invece Vittorio Malagutti, insieme a Tecce, fa i conti in tasca a Marco Zanni, tra affari disinvolti in Serbia ed Estonia e lo stipendio da parlamentare europeo.

Marco Damilano dedica il suo editoriale al Quirinale, unica diga contro il dilagare dell’inadeguatezza della politica.

Susanna Turco esamina l’effetto Fedez sui 5 Stelle, che potrebbero sfruttare l’immagine politica dell’influencer ed ex simpatizzante per tornare sulla cresta dell’onda.

 

In Italia intanto cresce l’offensiva della destra contro il diritto all’aborto farmacologico (ne scrive Jennifer Guerra). La pandemia fa aumentare l’alcolismo e mette in luce un problema spesso negato (di Luca Sebastiani, con un focus su Bergamo di Jessica Masucci). E il mondo della finanza guarda con preoccupazione alle mire di Fracesco Gaetano Caltagirone su Generali e Mediobanca (lo racconta Malagutti).

 

In Germania si prevede una grande affermazione elettorale dei verdi, e Federica Bianchi ha incontrato sindaci e sindache – tutti del partito ecologista – della regione più ricca e inquinata del Paese, mentre Wlodek Goldkorn, conversando con Mario Desiati e Olga Grjasnowa, spiega perché Berlino non è così accogliente come pensiamo noi italiani.

 

Miguel Gotor ricostruisce una pagina inquietante dei “misteri d’Italia”, che lega la strage di piazza Fontana a una strategia della tensione avallata da Saragat e dai servizi segreti inglesi e ostacolata da Aldo Moro. Mentre Paolo Biondani sottolinea l’accumularsi di coincidenze che sembrano legare servizi segreti e Brigate Rosse.

 

Altan ironizza sui dilemmi post-pandemia, Makkox disegna un omaggio a Luana D’Orazio e agli altri morti sul lavoro, Mauro Biani firma il passaggio di testimone della rabbia da Salvini a Meloni, Michele Serra fa risalire ai Proci la storia della lottizzazione in Rai, Antonio Rezza riporta l’alfabeto alla radice – la lettera A. E Chiara Valerio invita a meditare sulla parola della settimana: spazio.

E L’Espresso chiude con un lungo focus sull’importanza del movimento Black Lives Matter per la cultura e la società degli Usa e del mondo: dalla fotografia (ne scrive Helena Janeczek) all’arte (Emanuele Coen), passando per l’editoria e l’attivismo (con due interviste di Angela Vitaliano) e per il rispetto dei diritti dei neri in tribunale (di Fabio Russomando). Lorenza Gentile racconta i mesi passati dormendo sul pavimento della mitica libreria parigina Shakespeare and Company, il giapponese Ikujiro Nonanka indica a Sabina Minardi la via per unire saggezza e affari. E dall’Afghanistan, i talebani più irriducibili spiegano a Filippo Rossi perché non potrà mai esserci pace finché nel Paese ci saranno stranieri: ma anche solo musulmani che seguono un Islam diverso dal loro.

Image

Image

Image

Image

Questa newsletter gratuita è solo una piccola parte dell’offerta digitale dell’Espresso. Se apprezzi il nostro modo di fare informazione e vuoi accedere a tutti gli articoli, al settimanale su app e online e al nostro archivio digitale, puoi aderire all’offerta pensata per te

 

Image

Image