Sono scaturiti ben cinque procedimenti – pendenti tra il tribunale civile e quello penale – all’esito di una “querelle” fra confinanti risalente a due anni fa ed ancora in atto, in cui un imprenditore agricolo di Sessa Aurunca denuncia una serie di abusi edilizi realizzati dai propri vicini acquirenti di un paio di appartamenti ubicati in un parco residenziale protetto della zona. La prima udienza è fissata per il 12 maggio e riguarda una citazione di «danno temuto per muro pericolante» ma il denunciante Giacomo Massucci, assistito dall’avvocato Raffaele Ciccaglione (contro i coniugi  Biagio  Di ToraAngela Marcello) contesta anche altro.

Negli atti processuali si parla di condono edilizio inefficace per abusi non sanati, alterazione dello stato dei luoghi, costruzione di un muro di contenimento senza licenza edilizia, mancato rispetto della distanza tra i confini, incremento delle altezze, mancata autorizzazione sismica, falsità della Scia per variante in corso d’opera ed infine, dulcis in fundo, anomala modalità dello smaltimento dei rifiuti edili (sotterrati in loco). Tutto racchiuso in una relazione dell’ingegnere Tommaso Lefano. I due appartamenti acquistati all’asta per circa centomila euro da una società fallita, a dire del denunciante, sarebbero stati trasformati in una villa a tre piani con piscina, garage e dipendenze. L’imprenditore agricolo lamenta i mancati controlli di chi è preposto, tanto che il suo legale è stato costretto a presentare «un nuovo esposto in cui, sulla base di dati certi e valutazioni tecniche, si richiede con una certa urgenza l’intervento delle autorità competenti».

C’è stato invece un sopralluogo eseguito in precedenza da un vigile e un architetto senza esito. Una vicenda che potrebbe portare ad ulteriori sviluppi in quanto la mancanza di una autorizzazione sismica ha spinto il legale a chiedere un intervento del Genio Civile che ad oggi attende ancora una risposta dal Comune di Sessa Aurunca.

Una circostanza che ha portato come ultimo atto da parte del legale, quello di informare le autorità competenti (commissario prefettizio e forze dell’ordine) ,preannunciando una denuncia per omissione di atti di ufficio «perché non sono mai stati fermati i presunti abusi».

SINDACO SAN NICOLA, ARCHIVIATA INCHIESTA Intanto, proprio per il reato riguardante il reato di «omissione d’atti di ufficio» è stata archiviata la posizione del sindaco di San Nicola La Strada, Vito Marotta, difeso dall’avvocato Massimo Garofalo. In questo caso, il gup Orazio Rossi del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ha ritenuto l’inesistenza del reato in quanto nella fattispecie non esiste il dolo. La vicenda parte da lontano addirittura dal 2004  con una denuncia presentata dal proprietario di un fondo Vincenzo Della Peruta, e riguarda alcune infiltrazioni d’acqua sul suolo del denunciante provenienti dalla rete fognaria comunale. Per questa vicenda si è celebrato un processo civile al termine del quale il Comune aveva ottemperato ma il denunciante aveva proseguito indicando il sindaco quale autorità sanitaria e quindi responsabile penalmente. La sentenza civile, invece, essendo stata eseguita ha eliminato il presunto dolo.