OGGI  IN APPELLO IL DESTINO DI EMILIO LAVORETANO PER IL DELITTO DI KATIA TONDI.CONDANNATO A 27 ANNI SPERA NELLA RIFORMA DELLA SENTENZAL’Avvocatessa Natalina Mastellone primo difensore è fiduciosa. Il dubbio della “incompatibilità” sul Presidente della Corte di Assise di Appello

(Nostra intervista esclusiva)

Oggi  la procura generale discuterà il processo a carico di Emilio Lavoretano dinanzi alla corte di Assise di appello presieduta dalla dott. ssa Maria Alaya, presidente designato nella prima parte del processo di primo grado a carico di Lavoretano. Abbiamo chiesto all’avv. Natalina Mastellone, unico difensore che ha seguito il Lavoretano, anche quando il processo si è celebrato dinanzi alla Corte d’Assise presieduta dall’Alaja, se ci fosse una incompatibilità.

“Ritengo che per il Lavoretano rappresenti una garanzia l’essere giudicato da chi ha avuto modo di ascoltare ed escutere direttamente molti dei testimoni. In particolare dinanzi alla Presidente Alaya furono escussi tutti gli inquirenti intervenuti la sera del delitto ed il medico legale che effettuó il sopralluogo e l’autopsia. Testimonianze salienti!”

Lei non ha mai reso dichiarazioni sulla sentenza di primo grado. Cosa pensa in merito?

“Non mi sono espressa a tempo debito e non ritengo opportuno farlo adesso. Tutto ciò che avevo da dire al riguardo è scritto nelle trecento pagine di appello che ho deposito a marzo dell’anno scorso e che saranno oggetto di valutazione della Corte di Assise di Appello, che su quel ricorso dovrà emettere sentenza. Sono serena e fiduciosa e credo in una totale riforma della sentenza di primo grado”.

Il Procuratore Generale, quando la difesa ha chiesto di depositare una ulteriore consulenza medico legale, si è in qualche modo già espresso, in maniera del tutto negativa, a proposito delle indagini. Lei cosa ne pensa?

“Da cittadina, prim’ancora che come avvocato, provo sollievo nel sapere che ci sono uffici di Procura che prendono le distanze dal discutibile operato dei loro colleghi.

Gran parte dell’atto di appello è incentrato sulle indagini, sulla assoluta superficialità con cui sono state condotte, quindi non posso che essere d’accordo.

Molte altre sono le incongruenze e le insuperabili criticità emerse a dibattimento, anche in relazione alle testimonianze rese da soggetti considerati “testi chiave”.

Come le ho già precisato, è tutto messo nero su bianco nel mio atto di appello.

Lavoretano è innocente e ha subito una doppia ingiustizia: in primis  l’essere condannato ed in secondo luogo essere destinatario della misura cautelare in carcere in assenza di esigenze cautelari!”