LE NOTIZIE DEL GIORNO
(ORE 19:00)

Roma, 1 aprile 2021

COVID: IN ITALIA 23.649 CASI E 501 MORTI, TASSO DI POSITIVITA' AL 6,6%

COVID: IN ITALIA 23.649 CASI E 501 MORTI, TASSO DI POSITIVITA’ AL 6,6%

Sono ancora tanti i decessi ma si registra un leggero calo della pressione sulle strutture ospedaliere

Per approfondire
LA LOMBARDIA LANCIA IL MAXI-PIANO PER LE VACCINAZIONI, ENTRO L' 8 LUGLIO UNA DOSE A TUTTI

LA LOMBARDIA LANCIA IL MAXI-PIANO PER LE VACCINAZIONI, ENTRO L’ 8 LUGLIO UNA DOSE A TUTTI

Bertolaso: dal 12 aprile immunizzazioni di massa per la fascia 75-79 anni. Ci si potrà iscrivere tramite web e app, chiamando il call center o andando negli uffici postali.

Per approfondire
MANCANO I VACCINI IN VENETO E NEL LAZIO, FIGLIUOLO RASSICURA "NESSUNO STOP ALLA VACCINAZIONE"

MANCANO I VACCINI IN VENETO E NEL LAZIO, FIGLIUOLO RASSICURA “NESSUNO STOP ALLA VACCINAZIONE”

Il commissario dopo che Veneto e Lazio hanno minacciato di sospendere la campagna per i ritardi nelle consegne: entro venerdì arrivano un milione e 300mila dosi di AstraZeneca. Ieri record di somministrazioni con 280 mila dosi.

Per approfondire
STRETTA DI PASQUA DEL VIMINALE, CONTROLLI A TAPPETO 

STRETTA DI PASQUA DEL VIMINALE, CONTROLLI A TAPPETO

Il ministero dell’Interno raccomanda di vigilare sugli spostamenti

Per approfondire
RECOVERY: OK DEL SENATO ALLA RISOLUZIONE DI MAGGIORANZA. FRANCO, "AL CENTRO IMPRESE E GIOVANI"

RECOVERY: OK DEL SENATO ALLA RISOLUZIONE DI MAGGIORANZA. FRANCO, “AL CENTRO IMPRESE E GIOVANI”

I sì alla proposta per il Piano nazionale sono stati 203, solo 7 no. Il ministro dell’Economia: fondamentale il turismo

Per approfondire
MERKEL, AD APRILE CAMBIO DI PASSO CON I VACCINI MA A PASQUA TUTTI A CASA 

MERKEL, AD APRILE CAMBIO DI PASSO CON I VACCINI MA A PASQUA TUTTI A CASA

Dopo il nuovo lockdown in Francia anche la cancelliera chiude ma si attende ad aprile “grandi passi” della campagna, ma durante le feste “ridurre al minimo i contatti”. Nuovo allarme dell’Organizzazione mondiale della Sanità: “Il ritmo lento delle somministrazioni prolunga la pandemia”.

Per approfondire
SPIONAGGIO RUSSO: WALTER BIOT NON RISPONDE AL GIP, TRA I DOCUMENTI 'RUBATI' 9 RISERVATISSIMI E 47 'NATO SECRET'

SPIONAGGIO RUSSO: WALTER BIOT NON RISPONDE AL GIP, TRA I DOCUMENTI ‘RUBATI’ 9 RISERVATISSIMI E 47 ‘NATO SECRET’

L’ufficiale di Marina resta a Regina Coeli: “Frastornato  ma chiarirò”. Trovate in memoria 181 foto di dossier

Per approfondire
ECONOMIA IN RIPRESA: L'INDICE PMI MANIFATTURIERO SALE A MARZO A 59,8, PER L'ITALIA MAI COSÌ DA 21 ANNI

ECONOMIA IN RIPRESA: L’INDICE PMI MANIFATTURIERO SALE A MARZO A 59,8, PER L’ITALIA MAI COSÌ DA 21 ANNI

Dato in salita da 56,9 di febbraio. Ihs Markit segna per il nostro Paese il maggiore miglioramento delle condizioni operative dal 2000. Crescita generale in tutta Europa, con la Germania e i Paesi Bassi a livelli record.

Per approfondire
L'AUTO RIPARTE E STELLANTIS PUNTA SULL'ELETTRICO, "NEL 2021 TRIPLICHEREMO"

L’AUTO RIPARTE E STELLANTIS PUNTA SULL’ELETTRICO, “NEL 2021 TRIPLICHEREMO”

Nel mese di marzo 2021 la Motorizzazione ha immatricolato 169.684 vetture rispetto a 28.415 dello stesso periodo del 2020, con un rialzo del 497,2%. Sul dato incide il fatto che a marzo 2020 l’Italia era in lockdown totale. Elkann: da 139 mila a 400 mila veicoli con 11 nuovi modelli.

Per approfondire
A PASQUA ARRIVA IL MALTEMPO, TEMPERATURE IN DISCESA

A PASQUA ARRIVA IL MALTEMPO, TEMPERATURE IN DISCESA

Da sabato finirà il caldo anomalo, piogge nei giorni di festa.

Per approfondire
EUROVISION SONG CONTEST CON IL PUBBLICO, L'OLANDA AUTORIZZA 3.500 SPETTATORI

EUROVISION SONG CONTEST CON IL PUBBLICO, L’OLANDA AUTORIZZA 3.500 SPETTATORI

L’evento a Rotterdam a maggio sarà un test per le riaperture.

Per approfondire

Nevicate eccezionali sulle Alpi. Colpa del riscaldamento dell’Artico

Tanta neve in un inverno non significa freddo. Tendenzialmente infatti si stanno registrando inverni sempre più miti rispetto al passato quando le estati, più fresche, facevano fondere meno neve sulle Alpi e i ghiacciai restavano in equilibrio. Un team internazionale composto da ricercatori di Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp), Aberystwyth University in Galles, International Center for Theoretical Physics (Ictp), Università di Trieste, Università di Udine, Eotvos Lorànd University di Budapest ha pubblicato sulla rivista Atmosphere una ricerca che giustifica con l’aumento degli estremi nevosi nel settore alpino orientale le cause alla base della resilienza dei piccoli ghiacciai delle Alpi Giulie. “Anche quest’anno sulle Alpi, e in particolare sul settore centro orientale, si sono verificate nevicate molto intense e frequenti che hanno portato la somma degli accumuli nevosi a toccare già i 10 metri a 1800 m di quota nelle Alpi Giulie”, spiega Renato R. Colucci, ricercatore Cnr-Isp, a capo del team di ricerca che da oltre 10 anni lavora sui piccoli residui glaciali delle Alpi Giulie ed è anche presidente della Società meteorologica alpino-adriatica. “Annate con accumuli eccezionali e molto superiori alla norma si sono verificate con cadenza frequente negli anni 2000 come ad esempio negli inverni 2019-20, 2013-14, 2008-09 e 2000-01, oltre che a questo ultimo inverno. L’ingente strato nevoso deposto al suolo, in particolare in aree come le Alpi Giulie dove già piogge e nevicate sono tra le più elevate di tutta Europa, è così in grado di bilanciare l’aumentata fusione estiva dovuta a estati che risultano sempre più lunghe e sempre più calde a causa del riscaldamento globale”.  Misurando i bilanci di massa di tutti i piccoli corpi glaciali di questo settore alpino dal 2006 al 2018, i ricercatori si sono stupiti nel constatare un bilancio di massa complessivo leggermente positivo nel corso degli ultimi 13 anni, in totale controtendenza con quello che avviene su tutti gli altri ghiacciai alpini che, invece, vivono una fase di rapida contrazione e scomparsa con continui bilanci di massa fortemente negativi, dovuti proprio al riscaldamento globale. “Siamo andati a cercare quale potesse essere la causa di questa che potremmo definire ‘l’anomalia giuliana delle Alpi’. Oltre ai fattori topografici che facilitano un maggiore accumulo da valanga, la causa più rilevante sembra essere quella legata proprio agli eventi estremi indotti dal riscaldamento globale – prosegue Colucci – Nell’Artico il riscaldamento sta procedendo a un ritmo molto più serrato rispetto alle nostre latitudini, e uno degli effetti predominanti è la drastica riduzione del ghiaccio marino che contribuisce agli effetti di amplificazione del riscaldamento. Questo effetto prende il nome di ‘Amplificazione artica’, e sta modificando la traiettoria della circolazione globale dell’emisfero settentrionale (onde di Rossby). I flussi atmosferici, che sono come delle onde che si muovono da ovest verso est, tendono ad essere più sviluppate in latitudine e si muovono più lentamente verso est facilitando così le ‘situazioni di blocco’, quelle cioè che portano il tempo meteorologico a ‘bloccarsi’ per lunghi periodi di tempo nel medesimo luogo. Ecco allora che ad esempio possono persistere per periodi più lunghi correnti marittime cariche di umidità e portatrici di precipitazioni che affluiscono verso montagne, già di per sé con alta nevosità, oppure lunghe fasi di caldo estivo eccezionale come si verifica sempre più di frequente negli ultimi decenni”.        L’ipotesi è stata formulata partendo da vari studi condotti su questo argomento negli ultimi anni che descrivono come queste modifiche impattino sulla meteorologia dell’Europa e del Mediterraneo. “A livello locale, l’aumento della temperatura superficiale del mare Adriatico esalta ulteriormente l’effetto iniziale portando maggiore energia verso le montagne sotto forma di precipitazioni più intense. Il rovescio della medaglia, però, è che la pioggia tende a sostituirsi alla neve via via a quote sempre più elevate, complice anche in questo caso il riscaldamento globale – conclude il ricercatore del Cnr-Isp – Alpi Giulie a parte, eccezione assieme forse ad altri settori limitati delle Alpi Orobie e Marittime, la criosfera alpina è in rapida trasformazione e nel giro di una trentina d’anni quasi tutti i ghiacciai al di sotto dei 3500 m saranno verosimilmente ormai scomparsi, ma il destino di queste residue forme glaciali minori sembrerebbe essere non così scontato come si pensava”. Il lavoro dal titolo ‘Recent Increases in Winter Snowfall Provide Resilience to Very Small Glaciers in the Julian Alps, Europe’ è open access e fa parte di una edizione speciale dal titolo ‘Interactions between the Cryosphere and Climate Change’.