VENERDI’ 19 MARZO 2021
 

Firenze, riciclaggio dei soldi per l’Africa. A processo Conticini, il cognato di Renzi

Firenze, riciclaggio dei soldi per l’Africa. A processo Conticini, il cognato di Renzi

La decisione è arrivata ieri e solo dopo un supplemento d’indagine ordinato a ottobre dallo stesso Gup che ha decretato il rinvio a giudizio. Inizierà l’8 giugno a Firenze il processo a carico dei i fratelli Alessandro, Luca e Andrea Conticini, i primi due accusati di appropriazione indebita e autoriciclaggio, il terzo di riciclaggio, al termine di un’inchiesta che ipotizza la sottrazione di 6,6 milioni di dollari destinati all’assistenza all’infanzia in Africa. Le donazioni oggetto dell’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco e dal pm Giuseppina Mione, provenivano da Fondazione Pulitzer tramite Operation Usa, Unicef e altri enti umanitari internazionali.Secondo la prospettazione accusatoria, Alessandro e Luca Conticini devono rispondere di appropriazione indebita di 6,6 milioni di euro, parte dei 10 milioni donati da Fondazione Pulitzer alle organizzazioni no profit Play Therapy Africa Limited, International development association limited e International development association Sa, di cui era titolare effettivo lo stesso Alessandro Conticini.Il denaro sarebbe transitato, senza alcuna giustificazione, sui conti correnti personali di Alessandro Conticini, accesi presso la Cassa di Risparmio di Rimini, agenzia di Castenaso (Bologna). La procura accusa inoltre Alessandro e Luca Conticini di autoriciclaggio per aver impiegato parte dei 6,6 milioni per sottoscrivere nel settembre 2015 un prestito obbligazionario per 798.000 euro emesso dalla società Red Friar Private Equity Limited Guernsey, e per aver fatto un investimento immobiliare in Portogallo di 1.965.455 euro tra il 2015 e il 2017. Andrea Conticini invece va alla sbarra per reimpiego di denaro di presunta provenienza illecita perché, in qualità di procuratore speciale del fratello Alessandro, munito di una procura speciale datata 30 dicembre 2010, nel 2011 avrebbe utilizzato parte del denaro destinato all’Africa per l’acquisto di partecipazioni societarie della Eventi 6 srl di Rignano sull’Arno – società riconducibile a familiari dell’ex premier Matteo Renzi (di cui è cognato) –, per un totale di 187.900 euro, della Quality Press Italia srl per 158.000 euro, e di Dot Media srl per 4.000 euro. Si chiude così un’udienza preliminare che nell’ottobre scorso aveva riservato un punto a favore della difesa. Il Gup infatti aveva disposto un supplemento di indagini di 5 mesi dopo aver analizzato la documentazione degli avvocati dei Conticini, Federico Bagattini e Lorenzo Pellegrini, dichiarando le indagini “incomplete” in particolare per la posizione di Andrea Conticini. Il giudice ordinò ai pm di procedere nell’acquisizione di alcune email relative alle operazioni finanziarie al centro delle indagini.

 

Domestici, jet privati e giornali: ecco il “sistema Angelucci”

Domestici, jet privati e giornali: ecco il “sistema Angelucci”

La Finanza – Il mondo del deputato, tra giri di nomine e affari in famiglia

di  | 19 MARZO 2021

“Mettiamo le mani nella cassa”. È il 23 maggio 2018, si sta componendo il primo governo Conte sostenuto da M5S e Lega. Mario Pepe, già deputato di Forza Italia dal 2001 al 2008, ambisce alla nomina di sottosegretario alla Salute. Nomina caldeggiata in quel momento da Antonio Angelucci, deputato di Forza Italia. L’occasione è ghiotta: il ministero con ogni probabilità sarà assegnato a “quella ragazza… una senza esperienza” dice Pepe. Parlano di Giulia Grillo, deputata M5S poi divenuta ministro. “Sai che significa questo? Che il ministro lo faccio io”, aggiunge Pepe, che tuttavia resterà a bocca asciutta.L’episodio è contenuto in un’informativa della Guardia di Finanza, finita agli atti dell’inchiesta della Procura di Roma, che vede Antonio Angelucci indagato per istigazione alla corruzione. Il “re delle cliniche”, patron del gruppo San Raffaele di Roma ed editore dei quotidiani Libero e Il Tempo, è accusato di aver offerto 250mila euro all’attuale assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, il 19 dicembre 2017, in cambio dello sblocco per il riaccreditamento al Servizio sanitario regionale della clinica San Raffaele di Velletri. D’Amato, che ha rifiutato, ha poi denunciato tutto in Procura.

Negli atti, gli investigatori tracciano un “sistema Angelucci” che si avvale, scrivono, di “una fitta rete relazionale a carattere trasversale”. Un “sistema multi-livello” utilizzato “per esercitare pressioni su antagonisti e contendenti” tramite “campagne stampa innescate per il tramite di organizzazioni sindacali e amplificate dalle testate giornalistiche riferibili al Gruppo San Raffaele”. E in quel periodo può contare anche sull’apporto di Denis Verdini, l’ex senatore oggi ai domiciliari dopo la condanna definitiva per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino. Verdini, per i finanzieri, è il “trait d’union tra Angelucci e ambienti politici vicini al Pd”. Grazie alle sue “attività di mediazione”, ricostruiscono gli investigatori, Angelucci ottiene l’elezione di Salvatore Sica al Consiglio di presidenza di Giustizia amministrativa, di cui oggi Sica è il vicepresidente. A vuoto, invece, il tentativo di far arrivare Carlo Gaudio alla presidenza dell’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco. Gaudio, che all’epoca dei fatti – luglio 2018 – era consigliere Aifa, è medico del Policlinico Umberto I di Roma ed è fratello di Eugenio Gaudio, l’ex rettore della Sapienza che lo scorso autunno era in pole position per diventare commissario della Sanità in Calabria. La nomina di Gaudio, caldeggiata da Angelucci, alla fine sfuma – oggi è a capo del Crea, l’ente di ricerca agroalimentare – e su Libero appare un articolo dal titolo: “Che disastro le nomine all’Agenzia del farmaco”.

Ma è nel Lazio che il “mondo Angelucci” si muove con più fluidità. Nei primi mesi del 2018, dopo il presunto tentativo di corruzione, i rapporti tra Angelucci e l’assessore D’Amato si erano interrotti. Il compito di mediare con l’amministrazione finisce così in capo all’ex ministro Francesco Storace, attuale vicedirettore del Tempo ed ex consigliere regionale di centrodestra. Storace – scrivono i finanzieri – il 18 marzo 2018 telefona a D’Amato e dice: “Ti dovevo venire a trovare per alcune… che m’ha chiesto Lupi che ho parlato con Nicola, per vede’… se riusciamo a ricucire”. L’ex ministro ottiene un appuntamento il giorno seguente, ma “non ottiene riscontri positivi”. Il mese successivo, Storace torna all’attacco, stavolta con Nicola Zingaretti, appena riconfermato governatore. La mediazione ha successo e – scrivono i finanzieri – Zingaretti e Angelucci si incontrano, presso l’ufficio del presidente della Regione, il 23 aprile 2018. Sugli esiti, gli uomini di Angelucci, intercettati, commentano “soddisfatti e fiduciosi”. Nei mesi successivi, gli inquirenti documentano un dialogo serrato con l’allora dg della Sanità del Lazio, Renato Botti. Sul punto, scrivono i finanzieri, “si evidenzia l’anomalia che una questione considerata ‘chiusa’, quale quella del San Raffaele Velletri, sia tornata a essere oggetto di trattative”.

Altra circostanza emersa dagli atti, è quella degli introiti delle cliniche del gruppo San Raffaele che si basano soprattutto sui rimborsi del sistema sanitario regionale. Gli investigatori scrivono di alcuni casi di “distrazione di risorse aziendali”. Come i quattro domestici filippini di casa Angelucci, dipendenti “fittizi” del San Raffaele, che ricevono stipendio e tfr dalla Investimenti Immobiliari srl, società riconducibile alla famiglia Angelucci. Non solo. Gli investigatori fanno emergere “il frequente utilizzo, per scopi prettamente privati (trasferimento da e per i luoghi di vacanza), da parte dei componenti della famiglia Angelucci, di aeromobili privati imputando, verosimilmente, tali costi alle società del Gruppo”. Fra questi le spese dello yacht Alhena e i voli privati dalla Sardegna. Nell’inchiesta romana sono indagati Antonio Angelucci e due suoi collaboratori, Ferruccio Calvani Antonio Vallone. Tutti gli altri citati nell’informativa sono completamente estranei all’inchiesta.

Clamoroso

La femmina di grillo può deporre fino a 100 uova al giorno per dieci, dodici giorni [Benedetti, Mess].In prima pagina
• Putin replica a Biden: «Gli auguro buona salute. Io un killer? Chi lo dice lo è»
• Per l’Ema il vaccino di AstraZeneca è sicuro ed efficace. Non ci sono nessi con i casi di trombosi. Le somministrazioni in Italia riprendono già oggi
• Draghi a Bergamo per la Giornata in memoria delle vittime del Covid: «Vorrei che mi sentiste vicino. Lo Stato c’è e ci sarà»
• Ieri ci sono stati altri 423 morti, +193 ricoveri, +16 in terapia intensiva. Il tasso di positività è risalito al 7%. Persone vaccinate (2 dosi): 2.289.514 (3,84% della popolazione)
• Rinuncia all’incarico nel Cts Gerli, l’ingegnere che sbaglia tutte le previsioni
• I farmacisti potranno vaccinare, Gianrico Carofiglio fa il volontario nella sperimentazione del siero di ReiThera, vicino a Rieti padre e figlio di 92 anni e 58 anni sono morti di Covid a poche ore di distanza l’uno dall’altro, anche un gatto si è preso la variante inglese, a La Spezia, visto che il comune ha fatto rimuovere le panchine, gli anziani per protesta si sono portati in piazza le sedie da casa
• In Francia 16 dipartimenti tornano in lockdown. Gli Stati Uniti daranno 2 milioni e mezzo di dosi di AstraZeneca in prestito al Messico (che, pare, in cambio bloccherà i migranti)
• Letta ha nominato la nuova segreteria del Pd: sedici membri, otto donne e otto uomini. C’è anche l’ex ct della nazionale di pallavolo Berruto
• Il custode del cimitero di un paese vicino a Latina, già indagato per induzione allo sfruttamento della prostituzione, è stato arrestato per corruzione, atti contrari ai doveri d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, peculato, concussione, tentativo di minaccia o violenza, esecuzione di lavori in assenza del titolo abilitativo e in violazione del regolamento di polizia mortuaria
[tutta la folle storia in seconda pagina]
• A Pordenone un carro armato dell’esercito ha sbagliato mira durante un’esercitazione e ha fatto strage di galline
• La Spagna dice sì alla legge che depenalizza e regolamenta l’eutanasia
• Un nuovo rapporto shock travolge la chiesa tedesca: nell’arcidiocesi di Colonia sarebbero stati abusati 314 minori tra il 1975 e il 2018, oltre 200 i molestatori individuati
• Angelina Jolie accusa Brad Pitt di essere stato violento con i figli
• Dopo le ustioni alle mani, Gianni Morandi dall’ospedale si rifà vivo sui social: «È più dura del previsto»
• Uber concederà stipendio minimo, ferie e pensioni a 70 mila suoi autisti nel Regno Unito
• La Marvel annuncia un Capitan America gay
• Europa League, la Roma ai quarti, il Milan eliminato
• Quattro positivi nell’Inter, l’Ats di Milano vieta la partita con il Sassuolo
• Daniele De Rossi entra nello staff della Nazionale fino a fine EuropeoTitoli
Corriere della Sera: AstraZeneca, da oggi si riprende
la Repubblica: Vaccini, corsa contro il tempo
La Stampa: «AstraZeneca è sicuro, si riparte»
Il Sole 24 Ore: Decreto sostegni, l’assegno coprirà al massimo il 5% delle perdite annue
Avvenire: Iniezione di memoria
Il Messaggero: Seconde case, stretta Regioni
Il Giornale: Ora basta paura
Qn: «È sicuro». Si riparte con AstraZeneca
Il Fatto: Giorgetti e Salvini divisi sui vaccini
Libero: Metà italiani rifiutano il vaccino
La Verità: Ufficiale: ci prendono in giro
Il Mattino: AstraZeneca, chi rifiuta aspetta
il Quotidiano del Sud: Fidiamoci di lui
il manifesto: Ritorno di fiala
Domani: AstraZeneca è sempre stato sicuro / Abbiamo fermato i vaccini per nientePAGINA ZERO«Mai discutere con un idiota:la gente potrebbe non notare la differenza»Arthur BlochTuristi

Prima delle ultime restrizioni l’Hotel de Russie, proprio sotto il Pincio, a Roma, bel giardino all’italiana, vista mozzafiato su Piazza del Popolo, rimasto senza turisti, offriva ai romani di passare una notte in camera standard a 390 euro a coppia (di solito si spende 600). Su un totale di 120 stanze, sono riusciti a occuparne 20, in media, con punte fino a 35-40 a febbraio. In certi giorni il ristorante ha registrato il tutto esaurito [Roselli, Foglio].

Il direttore Marco Filippi: «Attenzione, non vorrei che la situazione sembrasse rosea quando è drammatica. Da un anno lavoriamo in perdita, i nostri 150 dipendenti sono in cassa integrazione a rotazione, sopravviviamo perché facciamo parte di un grande gruppo».

 

Vaccini

Codagenix, società biotecnologica di Farmingdale, New York, sta lavorando a uno spray nasale che immunizzi contro il Covid. Grande scetticismo. L’ad Robert Coleman afferma: «È la forma di vaccino più efficace, è monodose, fornisce un’immunità ampia e robusta» [Arcovio, Sta].

Inovio Pharmaceuticals sta lavorando a un vaccino che possa essere conservato fino a un anno a temperatura ambiente e fino a cinque in frigorifero, la tedesca CureVac collabora con Tesla per produrre una stampante portatile per mRna, la Vaxart di San Francisco punta a un vaccino in pillola, la CanSino Biologics di Shangai sta testando un siero simile a quello di AstraZeneca sui bambini.

 

Precedenza

«In molte regioni si è deciso di dare la precedenza alla vaccinazione contro il Covid a chi lavora nei servizi pubblici essenziali, ma in Italia è già complicato capire che cosa sia un servizio, figuriamoci un servizio pubblico, addirittura essenziale, poi» [Gramellini, CdS].

 

Tamponi

«Ricorderò la fine dell’inverno 2021 come la stagione in cui feci il mio primo tampone, volevo arrivare a fine pandemia senza mai averne fatto uno, ma nelle sedi Rai non ti fanno entrare senza certificato di negatività, e quindi sono andata alla farmacia vicino casa. Dove il farmacista mi ha spiegato “se è negativa poi deve mettersi in quarantena e viene inserita nel sistema della regione e le viene prenotato un tampone molecolare”. “Il contrario”. “Scusi?”. “Se sono positiva”. “No, guardi, se è negativa”. “No, guardi lei”. Alla fine si è arreso, ma non ha ceduto sulla grande attendibilità dell’inutilissimo tampone rapido per il quale gli stavo dando quaranta euro. Ripeteva gongolante che tutti i tamponi rapidi che aveva fatto lui poi erano stati confermati dai tamponi seri, sembrava piuttosto fiero di questa casuale coincidenza, se ne sentiva meritevole, doveva tenerci molto alla reputazione del reagente. Pensavo a quel mio amico medico che dice che la ragione per cui la pandemia non è sotto controllo è che ci affidiamo a quelle ciofeche di tamponi rapidi per illuderci d’avere un quadro, ma non mi sono messa a discutere e sono andata a prendere un cappuccino» [Soncini, Linkiesta].

 

Altre cose

Abbiamo anche appreso: che al Centro medico universitario di Utrecht, in Olanda, sono stati coltivati in vitro organoidi di ghiandole lacrimali in grado di piangere; che il Mahabharata indiano, una via di mezzo tra un testo sacro e un poema epico, è più lungo della Bibbia, del Corano e delle opere di Omero e Shakespeare messi insieme; che fin dalle medie i compagni di scuola di Enrico Letta dicevano che studiava da presidente del consiglio; che la basilica del Sacro Cuore di Montmartre fu costruita dopo il 1871 come atto d’espiazione per i giorni rivoluzionari della Comune di Parigi; che a Dubai le autorità hanno vietato di servire il caffè e le bevande nei biberon, che stava diventando molto di moda; che i Maneskin, per partecipare all’Eurovision Festival, hanno tolto le parolacce dalla loro canzone; che Alberto Gerli, il nuovo membro del Comitato tecnico scientifico dimessosi ieri, si era candidato alla presidenza della Federazione bridge, ma non è stato eletto.

PRIMA PAGINA

«Ancora oggi, quando mi chiama Pippo Baudo, ho ansia,

sono più tranquilla a parlare con Beyoncé»

Laura Pausini

Le replica di Putin a Biden

Vladimir Putin ha replicato al presidente statunitense Joe Biden che l’aveva definito «un assassino». «Per quanto riguarda la dichiarazione del mio collega americano, come ha detto lui stesso ci conosciamo personalmente. Cosa gli risponderei? Gli direi: sii sano! Gli auguro buona salute», ha detto il presidente russo durante un incontro in Crimea, sottolineando poi che le sue parole non erano ironiche. E riguardo all’accusa di essere un assassino, ha detto con tono beffardo: «Chi lo dice sa di esserlo, dicevamo da bambini. Noi vediamo sempre nell’altro le nostre stesse qualità, pensiamo che quello siamo noi. E partendo da ciò giudichiamo le sue azioni». E poi: «Se gli Stati Uniti pensano che i russi ragionino come loro, non è così: siamo due popoli geneticamente diversi». Putin ha però assicurato di un volere arrivare a una rottura con Washington: «La Russia svilupperà rapporti con tutti i Paesi del mondo, compresi gli Stati Uniti».

Putin era in Crimea per il settimo anniversario dell’annessione della penisola alla Russia.

«Non è durato neanche lo spazio di un mattino, il dubbio che Biden si fosse lasciato “trascinare” dalla domanda dell’intervistatore: dopotutto le gaffe del 78enne presidente sono leggendarie. Invece la sua portavoce ha escluso “qualsiasi rammarico” per quella definizione pesante. Poco dopo è arrivato un comunicato congiunto di tutti i ministri degli Esteri del G7, con una dura condanna della Russia per le sue azioni in Ucraina, con l’annessione della Crimea. Il comunicato è un elenco di accuse già note, non relative a fatti appena accaduti: la sua funzione è chiara, è stato sollecitato dagli americani per dare a Putin una prova di compattezza dal fronte delle maggiori democrazie (non tutte appartenenti alla Nato visto che nel G7 c’è il Giappone)» [Rampini, Rep].

Per una strana coincidenza, ieri, ottenuto il via libera del Senato di Washington, l’ex ambasciatore americano a Mosca William Burns è diventato capo della Cia.

 

L’Ema dà l’ok ad AstraZeneca

L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha terminato la propria indagine su AstraZeneca senza trovare alcun nesso causale tra i casi di trombosi in generale e l’utilizzo del suo vaccino contro il coronavirus. Di conseguenza, sulla base dell’ampia serie di dati analizzati nell’ultima settimana, l’Ema ha consigliato di riprendere le vaccinazioni con AstraZeneca nei numerosi Paesi europei dove erano state sospese, compresa l’Italia. L’Agenzia ha però consigliato di aggiungere una nuova avvertenza al vaccino, aggiornando il foglietto illustrativo, considerato che ci sono ancora aspetti da chiarire sui casi di trombosi cerebrale, estremamente rari, per i quali occorreranno ulteriori approfondimenti. I rischi sono comunque molto remoti rispetto alle complicazioni che comporta il Covid-19 nei casi più gravi, che si possono rivelare letali. I casi sospetti esaminati di trombosi cerebrale sono stati 18 su circa 20 milioni di somministrazioni del vaccino e l’Ema ha concluso che: «Un nesso causale con la vaccinazione non è stato provato, ma è possibile e richiederà ulteriori analisi».

Subito dopo l’annuncio dell’Ema, Mario Draghi ha fatto sapere che le somministrazioni del vaccino di AstraZeneca in Italia riprenderanno già dalle 15 di oggi, dopo quattro giorni di sospensione. La Francia ha già ricominciato ieri pomeriggio.

Oggi in Inghilterra Boris Johnson si farà iniettare la prima dose di AstraZeneca.

Ieri è morta Sonia Battaglia, la donna di 54 anni di San Sebastiano al Vesuvio, segretaria in una scuola di San Giorgio a Gremano, ricoverata sabato scorso all’Ospedale del Mare di Napoli, pochi giorni dopo aver ricevuto la somministrazione del vaccino AstraZeneca. Aveva avuto una trombosi a diversi organi del corpo e un’emorragia cerebrale. La Procura di Nola ha aperto un fascicolo.

 

Il discorso di Draghi a Bergamo

Bergamo ha accolto ieri mattina Mario Draghi esattamente un anno dopo che una colonna di camion dell’esercito uscì dal cimitero cittadino per portare molte bare di vittime del Covid in crematori di altre città e regioni. Un minuto di silenzio per i morti della pandemia, il Silenzio suonato dalla tromba di Paolo Fresu, poi il presidente del Consiglio ha tenuto un discorso accorato dal Parco Martin Lutero della Trucca, davanti all’ospedale Papa Giovanni XXIII, dove sorgerà il Bosco della Memoria dedicato alle vittime della pandemia: «Lo Stato c’è e ci sarà. Vorrei che mi sentiste vicino, nella tristezza e nella speranza. Il Bosco della Memoria di Bergamo è il simbolo del dolore dell’Italia. Il rispetto per chi ci ha lasciati ci dà la forza per ricostruire». Draghi ha poi parlato del tema dei vaccini: «L’incremento delle forniture di vaccini compenserà i ritardi delle altre case farmaceutiche. La campagna vaccinale non rallenterà».

Nel Bosco della Memoria Draghi ha piantato un tiglio, albero simbolo della longevità, proveniente dal comune di Biccari, piccolo borgo in provincia di Foggia.

[leggi anche il bergamasco Mattia Feltri in quarta pagina]

 

Il coronavirus in Italia

Persone vaccinate (2 dosi): 2.289.514 (3,84% della popolazione)

Prime dosi (totali): 5.040.590 (8,45% della popolazione)

Attualmente positivi: 547.510

Deceduti: 103.855 (+423)

Dimessi/Guariti: 2.655.346 (+15.976)

Ricoverati: 30.027 (+193)

di cui in Terapia Intensiva: 3.333 (+16)

Tamponi: 45.894.515 (+353.737)

 

Totale casi: 3.306.711 (+24.935, +0,76%)

[YouTrend]

Il tasso di positività, che mercoledì era al 6,2%, è salito al 7%.

La regione con più contagi rimane la Lombardia, che dopo cinque giorni torna sopra la soglia dei cinquemila casi (+5.641). Ad avere oltre duemila nuove infezioni sono Emilia-Romagna (+2.531), Piemonte (+2.357), Campania (+2.223) e Puglia (+2.082).

I farmacisti potranno somministrare i vaccini anti Covid, ma dovranno prima frequentare un corso. Sono 5.174 quelli già abilitati, altri 2.800 stanno ultimando il corso. Il via libera è previsto in una norma del Dl Sostegni, che dovrebbe arrivare oggi all’esame del Consiglio dei ministri.

È iniziata ieri la seconda fase di sperimentazione clinica per il vaccino di ReiThera, società italiana con sede a Castel Romano. Tra i volontari che si faranno inoculare il siero c’è pure l’ex magistrato e scrittore Gianrico Carofiglio.

Nel comune di Tarano, in provincia di Rieti, padre e figlio sono morti a poche ore di distanza l’uno dall’altro: Danilo Casali, pensionato, 92 anni, se n’è andato nelle prime ore di ieri, il figlio Fernando Casali, autista dell’Atac, 58 anni, nel pomeriggio. Sono rimasti uno accanto all’altro fino alla fine.

È ricoverato nel reparto di Cardiologia del Ca’ Foncello per accertamenti il dottor Roberto Rigoli, 64 anni, primario di Microbiologia, coordinatore delle microbiologie del Veneto da quando è esplosa l’epidemia Covid. Rigoli s’è sentito male mentre era al lavoro.

Nel centro storico della Spezia, su indicazione della questura, il comune ha fatto smontare e rimuovere le panchine per evitare nuovi assembramenti nel fine settimana. Alcuni anziani, in segno di protesta, si sono presentati in piazza per chiacchierare portandosi dietro le sedie da casa o dai bar.

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale ha scoperto il primo caso in Italia di variante inglese in un gatto. A essere infettato è un felino maschio di otto anni che vive in una casa nel novarese con due padroni anche loro positivi.

 

Gerli rinuncia al Cts

Alberto Giovanni Gerli, uno dei dodici membri del nuovo Comitato tecnico scientifico, ha comunicato la rinuncia all’incarico. Ad annunciarlo è stato il Dipartimento della Protezione civile che con un’ordinanza lo aveva nominato martedì scorso. «A seguito delle inattese e sorprendenti polemiche esplose all’indomani della mia nomina, ho ritenuto opportuno rinunciare all’incarico così da evitare al Cts e alle Istituzioni in generale ulteriori, inutili ostacoli e distrazioni», ha spiegato Gerli.

«Ingegnere quarantenne, padovano, fondatore di una startup di illuminazione a led, appassionato di bridge tanto da candidarsi alla presidenza della Federazione uscendone però sconfitto, data scientist riconosciuto dal ministero dello Sviluppo Economico, aveva iniziato ad applicare i suoi modelli matematici anche allo studio del coronavirus. Con dubbie fortune. “Il lockdown non serve più a nulla”, aveva detto poco dopo l’inizio della prima zona rossa in Lombardia. Gerli sosteneva infatti che l’ondata di coronavirus sarebbe durata 40 giorni e che il suo andamento sarebbe dipeso unicamente dai primi 17 giorni. Passati quelli, diceva, qualsiasi fossero le misure messe in campo, l’epidemia avrebbe fatto il suo corso» [Foschini e Tonacci, Rep].

 

Il coronavirus nel mondo

Quarantotto dei 53 Paesi europei hanno segnalato la variante B.1.1.7, la variante inglese, «che sta gradualmente diventando predominante nella nostra regione», ha detto Hans Kluge, direttore regionale dell’Oms per l’Europa.

In Germania numerosi Länder hanno chiesto all’Ema di autorizzare lo Sputnik.

Il primo ministro francese Jean Castex ha annunciato nuove restrizioni in sedici dipartimenti del Paese. Le nuove disposizioni scatteranno alla mezzanotte di oggi e rimarranno in vigore per quattro settimane: rimarranno aperti solo i negozi di beni di prima necessità, si potrà uscire di casa per passeggiare o fare sport, ma a condizione di avere con sé un certificato e di rimanere in un raggio di dieci chilometri. Nel resto del Paese, il coprifuoco passa dalle 18 alle 19.

«Le dosi del vaccino AstraZeneca cominciano a scarseggiare decisamente pure nel Regno Unito, e non solo in Europa. Per questo il Ministero della Salute britannico ha inviato una lettera ai centri vaccinali principali del paese e ai medici di base: dal 29 marzo, si legge, ci sarà “una significativa riduzione della consegna e delle disponibilità delle dosi di vaccino anti Coronavirus”, il che nell’understatement britannico sta per un crollo, o giù di lì, rispetto alle aspettative e ai piani. “Quindi”, continua la missiva, “nel mese di aprile andranno somministrate preventivamente le seconde dosi di vaccino”» [Guerrera, Rep].

La Casa Bianca, avendo a disposizione decine di milioni di dosi di AstraZeneca che la Food and Drug Admnistration non ha ancora approvato, ha annunciato che ne presterà 2 milioni e mezzo al Messico e un milione e mezzo al Canada. I due Paesi si impegnano a restituirle entro la fine dell’anno.

«L’annuncio arriva in contemporanea con l’impegno del Messico a imporre restrizioni ai viaggi dal Guatemala, Paese dal quale provengono migranti diretti negli Usa: fonti del Congresso dicono alla Reuters che non è un caso» [CdS].

 

La nuova segreteria del Pd

Enrico Letta ha nominato la nuova segreteria del Partito Democratico. Ne faranno parte sedici persone (otto donne e otto uomini). «La segreteria in realtà è un accorto mix tra attenzione alle correnti e volti scelti per competenza, insieme a qualche profilo accattivante. C’è infatti anche Mauro Berruto, ex Ct della nazionale maschile di pallavolo. Letta non ha chiesto nomi e liste ai capi corrente del Pd, ma nello stesso tempo ha rappresentato tutte le anime dem. A modo suo. Ci sono gli ex membri del governo: Francesco Boccia, Sandra Zampa e Antonio Misiani. Un modo non solo per accelerare il lavoro sui dossier insieme all’esecutivo, ma anche per far rientrare qualche malumore. All’Organizzazione, ruolo chiave nel partito, conferma Stefano Vaccari, vicinissimo a Nicola Zingaretti, pur senza essere un ultrà. E poi, ci sono alcune giovani parlamentari, che si sono distinte per un profilo semi-tecnico, come Lia Quartapelle, Chiara Braga, precedentemente già nella segreteria di Renzi e in quella di Zingaretti, Chiara Gribaudo, vicina a Matteo Orfini. Tra gli zingarettiani doc, Cecilia D’Elia. E poi Anna Rossomando, vicina ad Andrea Orlando, Enrico Borghi, ex lettiano, oggi in Base Riformista, Susanna Cenni, vicina a Gianni Cuperlo. Alla voce “esperti” sono ascrivibili Antonio Nicita, docente universitario, Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano, Cesare Fumagalli, segretario nazionale di Confartigianato Imprese dal 2005 al 2020, Manuela Ghizzoni, ex parlamentare. Tra i meno considerati, Dario Franceschini, che si vede improvvisamente relegato a un ruolo di marginalità. Finché dura. Letta ha una finestra prima che inizi il logoramento e vuole usarla tutta» [Marra, Fatto].

Ieri Brando Benifei, capogruppo del Pd al Parlamento europeo, ha annunciato che rimetterà il mandato, per rispetto al ruolo di Letta. È una scelta che crea un precedente, perché i capigruppo alla Camera e al Senato, Andrea Marcucci e Graziano Delrio, che il nuovo segretario vorrebbe sostituire, non se ne vogliono andare.

SECONDA PAGINA

«L’intuizione di una donna

è molto più vicina alla verità,

della certezza di un uomo».

Rudyard Kipling

Le follie di un cimitero di provincia

Nel paese di Sezze, sui monti Lepini, in provincia di Latina, è stato arrestato tale Fausto Castaldi, 65 anni, custode del cimitero. Le accuse sono: corruzione, atti contrari ai doveri d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, peculato, concussione, tentativo di minaccia o violenza, esecuzione di lavori in assenza del titolo abilitativo e in violazione del regolamento di polizia mortuaria. Sembra che l’uomo, che viveva in una villetta ai margini del camposanto, avesse messo in piedi un vero e proprio giro d’affari: si faceva pagare dai cittadini, e in cambio assegnava loro i loculi migliori; si faceva pagare dagli imprenditori, e in cambio assegnava loro i lavori edilizi e di decorazione delle tombe, che in realtà spettavano a una società partecipata dal Comune; arrivava a far traslare le salme e a mischiarle ai resti di altri defunti, pur di liberare i loculi che più gli servivano; sembra rubasse le corone di fiori dalle tombe per rivenderle durante altre esequie. Assieme al Castaldi sono stati arrestati il figlio e alcuni titolari di onoranze funebri e di una ditta di marmi. Sono indagati, tra gli altri, un ex maresciallo dei carabinieri, un funzionario della polizia locale, l’attuale vice sindaco, un ex assessore e un ex consigliere comunale.

L’uomo era già sotto inchiesta dal luglio 2019 con l’accusa di induzione allo sfruttamento della prostituzione: era venuto fuori che aveva fatto costruire una piscina abusiva all’interno del cimitero e che gestiva un giro di baby prostitute. Una di loro aveva 13 anni.

 

La Spagna dice sì all’eutanasia

Il Parlamento spagnolo ha votato l’approvazione definitiva alla legge che legalizza l’eutanasia. La legge entrerà in vigore a giugno e fa della Spagna la quarta nazione d’Europa (dopo Belgio, Olanda e Lussemburgo) a permettere ai malati terminali di morire per mettere fine alle proprie sofferenze. Il testo, presentato dal Partito Socialista del primo ministro Pedro Sánchez, ha ricevuto 202 voti favorevoli, 141 contrari e due astenuti. La legge prevede che le persone con una malattia grave e incurabile possano beneficiare dell’eutanasia dopo che hanno confermato in quattro momenti diversi di volerla ricevere e dopo che hanno presentato i referti medici necessari per dimostrare la propria condizione. La richiesta dovrà essere esaminata e accolta da una commissione esaminatrice, poi il paziente dovrà dare un’ultima volta il suo consenso.

 

Gli abusi nell’arcidiocesi di Colonia

«Una nuova bufera travolge la Chiesa cattolica tedesca, dopo lo scandalo degli abusi sessuali e delle violenze sistematiche nel coro di Ratisbona, venuto fuori nel 2017. Stavolta è l’arcivescovado di Colonia l’epicentro di un’oscura e lunga scia di molestie. Sarebbero 314 le vittime e 202 i responsabili individuati tra il 1975 e il 2018 e raccontati in un rapporto stilato dagli avvocati Björn Gercke e Kerstin Stirner, commissionato dallo stesso arcivescovado. La stragrande maggioranza delle vittime ha meno di 14 anni, i loro carnefici sono per lo più sacerdoti. “Mi vergogno profondamente” ha dichiarato il cardinale di Colonia, Rainer Maria Woelki, anche per l’“occultamento” degli abusi. Alcuni alti prelati denunciati sono stati già sospesi dai loro incarichi» [Mastrobuoni, Rep]. Il cardinale Rainer Maria Woelki – criticato per aver rimandato la pubblicazione del rapporto e per non avere pubblicato uno precedente – ha sollevato dalle loro funzioni il vescovo ausiliare monsignor Dominikus Schwaderlapp e il funzionario Guenter Assenmacher, responsabile del tribunale arcivescovile.

 

Ultime sulla faida Brad-Angelina

Venerdì scorso Angelina Jolie, 45 anni, ha presentato un ricorso in tribunale in cui sostiene di poter offrire «prove e testimonianze autorevoli» contro l’ex marito Brad Pitt, 57 anni, da lei accusato di essere violento. L’attrice sarebbe pronta a portare a testimoniare i figli Maddox, 19 anni, Pax, 17, Zahara, 16, Shiloh, 14, e i gemelli Knox e Vivienne, 12.

«La coppia, che ha finalizzato il divorzio già da due anni, sembra effettivamente incapace di trovare un accordo sui figli. Lei ha già cambiato avvocato quattro volte, e ha speso una vera fortuna in parcelle legali. Ultimamente ha venduto un quadro che Brad le aveva regalato nel 2011, e ne ha ricavato 15 milioni di dollari. Ma allo stesso tempo, con sei figli adolescenti in scuole costosissime, varie case con personale numeroso, viaggi eleganti e dispendiosi di gruppo, anche un’attrice del suo calibro sembra in difficoltà finanziarie, anche perché da tempo non lavora e vive solo dei diritti che le spettano dai vari film. Ovvio che non sono mancate le voci malevoli che insinuano che le accuse di violenza contro l’ex marito potrebbero essere un tentativo disperato di obbligarlo a concludere la causa che oramai si trascina da quattro anni» [Guaita, Mess].

 

L’Oman vieta Clubhouse

Le autorità dell’Oman hanno sospeso la licenza di Clubhouse, l’app per organizzare dibattiti virtuali, scaricatissima nei Paesi del Golfo persico. «Problemi di autorizzazione» ha detto il governo del sultanato all’Associated Press. «Non è ancora chiaro se la sospensione sarà temporanea o definitiva, ma ormai è secondario. Ciò che conta è che il governo dell’Oman ha intercettato lo spazio di discussione libera che le stanze di Clubhouse avevano creato e ha provveduto a chiuderlo» [Caferri, Rep].

 

Congo, l’Eni chiede il patteggiamento

Il 15 marzo, tramite gli avvocati Nadia Alecci e Nerio Diodá, l’Eni ha chiesto il patteggiamento nel processo sugli affari della compagnia in Congo. Il Pm ha Paolo Storari ha dato il suo consenso. «Ora a decidere sarà il gip Sofia Fioretta. Se dirà sì, Eni uscirà dall’inchiesta. L’accusa di corruzione internazionale è stata derubricata in quella di induzione indebita (la vecchia concussione) e sarebbe sanata con il pagamento da parte di Eni di 11 milioni di risarcimento e 830 mila euro di sanzione pecuniaria» [Fatto].

«Mentre i giornali festeggiano l’assoluzione dell’Eni a Milano nel processo per le presunte tangenti in Nigeria perché “il fatto non sussiste”, dopo aver nascosto la condanna dell’Eni a Potenza per traffico illecito di rifiuti perché il fatto sussiste, l’Eni vuole patteggiare a Milano 11 milioni di risarcimento e 800mila euro di multa per tangenti in Congo (induzione indebita). Quindi il fatto che non sussisteva in Nigeria sussiste in Congo. Il sito di Rep parla pudico di “attività Eni in Congo”: le mazzette sono un’“attività” come un’altra» [Travaglio, Fatto].

 

Spese pazze, tutti assolti

Un clamoroso colpo di scena nel processo bis per le “spese pazze” della regione Liguria: la Corte d’Appello ha assolto tutti i 18 imputati. Le accuse erano a vario titolo di peculato e falso per i rimborsi ottenuti dai consiglieri regionali nel periodo 2010-2012, ma i giudici hanno ritenuto che «il fatto non sussiste». Tra i 18 c’era anche il leghista Edoardo Rixi che, a seguito del verdetto di primo grado del 30 maggio 2019 con cui era stato condannato a tre anni e cinque mesi, si era dimesso da viceministro ai Trasporti nel primo governo Conte. Secondo l’accusa, i consiglieri regionali si sarebbero fatti rimborsare con soldi pubblici, spacciandole per spese istituzionali: cene, viaggi, gite al luna park, birre, gratta e vinci, ostriche, fiori e biscottini. In alcuni casi, secondo i pm, venivano consegnate ricevute che erano state dimenticate da ignari avventori, in altri venivano modificati gli importi a mano.

 

La lettera del Papa a Bose

«In uno dei momenti più difficili per la storia della Comunità di Bose, con il trasferimento di padre Enzo Bianchi a Cellole di San Gimignano, in Toscana, richiesto dal Vaticano ma ancora non avvenuto, è Papa Francesco a prendere carta e penna e a esprimere in una lettera indirizzata al Priore Luciano Manicardi la sua solidarietà alla Comunità. “Desidero esprimervi di tutto cuore la mia vicinanza e il mio sostegno in questo periodo di dura prova che state attraversando per vivere con fedeltà la vostra vocazione”, scrive Francesco. E ancora: “Sono ben al corrente di quanto in questi ultimi mesi le gravi difficoltà che avevano portato alla Visita apostolica e all’emanazione del Decreto singolare si sono purtroppo accresciute a causa del prolungato ritardo frapposto all’esecuzione delle decisioni della Santa Sede”. Nella lettera – ricevuta mercoledì dalla Comunità, pubblicata ieri e datata il 12 marzo – il Papa ribadisce, dunque, il suo sostegno a Cencini e al nuovo corso di Bose, nonostante qualche giorno fa Enzo Bianchi avesse fatto sapere che il “no” al trasferimento in Toscana era dovuto a “condizioni disumane ed offensive della dignità”» [Rodari, Rep].

 

Il lamento di Gianni Morandi

«È più dura del previsto, la strada è ancora lunga, devo restare in ospedale ancora 10 o 15 giorni». Così Gianni Morandi è tornato a scrivere sui social. L’ha fatto dal letto dell’ospedale di Cesena dove è ricoverato da una settimana in seguito a un’incidente in campagna, quando è caduto nel fuoco che aveva acceso per bruciare le sterpaglie, procurandosi ustioni alle mani e alle gambe.

 

Europa League: la Roma vince, il Milan è fuori

A Kiev la Roma ha battuto lo Shaktar Donetsk per 1-2 e si è qualificata ai quarti di finale di Europa League. Hanno segnato: Borja Mayoral, per i giallorossi, al 48’; quindi Junior Moraes, per gli ucraini, al 59’; infine di nuovo Mayoral, al 72’. Nella partita di andata all’Olimpico la Roma aveva vinto 3-0.

Il Milan non è stato altrettanto fortunato. A San Siro i rossoneri sono stati eliminati dal Manchester United, che li ha sconfitti 0-1. È stato decisivo il gol dell’ex della Juventus Pogba, al 48’. La partita di andata in Inghilterra era finita 1-1.

 

Troppi positivi, stop a Inter-Sassuolo

Si allarga il focolaio in casa Inter: dopo Danilo D’Ambrosio e Samir Handanovic, anche Stefan de Vrij e Matías Vecino sono risultati positivi al coronavirus. Informata dei nuovi casi, l’Ats di Milano ha bloccato per quattro giorni ogni attività della squadra, impedendo così la partita con il Sassuolo che era prevista per sabato, e ha vietato a tutti i calciatori di rispondere alle convocazioni per le rispettive nazionali. Inter-Sassuolo potrebbe essere recuperata mercoledì 7 aprile, insieme a Juventus-Napoli.

 

De Rossi nello staff di Mancini

Danilo De Rossi ha firmato il contratto che lo lega alla Nazionale fino alla fine dell’Europeo. Entra nello staff del ct Roberto Mancini, e affiancherà Chicco Evani, Attilio Lombardo, Giulio Nuciari e Fausto Salsano.

Borse di notte

Tutte giù stamattina le borse dell’Asia Pacifico, in continuità con il ribasso di Wall Street: le rassicurazioni di Jerome Powell sul mantenimento di una politica monetaria ultra accomodante hanno portato solo qualche ora di quiete, soprattutto nel mondo delle azioni, le vendite sulle obbligazioni sono proseguite: stanotte il rendimento del Treasury Note a dieci anni è salito a 1,75%, valore che non si vedeva da inizio 2020.

Il rialzo dei tassi nel 2023 riesce già a mettere paura oggi. A farne le spese sono soprattutto i tech, saliti in modo impressionante nel corso della pandemia, nel momento di maggiore afflusso di liquidità da parte di governi e banche centrali. Ora, che l’inflazione rende probabile una chiusura del rubinetto, il Nasdaq si comporta come se fosse un bond a 100 anni, i fondamentali delle società che lo compongono sono del tutto ininfluenti. Ieri sera l’indice dei tech ha perso il 3%, stamattina il future è sulla parità. L’S&P500, salito mercoledì sui massimi della storia ha perso l’1,5%.

Il ritorno dell’inflazione, il prodotto indesiderato di un quadro comico in forte miglioramento dopo mesi di chiusure, si fa sentire non solo sui mercati finanziari ma anche nella vita reale. La corsa all’approvvigionamento delle materie prime, dopo aver portato su livelli mai visti nella storia i beni più liquidi e scambiati, sta provocando forti rialzi anche in aree dove il prezzo della materia di base è sempre stato una variabile non rilevante. Tutte le materie prima per la plastica sono schizzati alle stelle: il prezzo del polivinile cloruro (PVC) in uscita dagli Stati Uniti è volato a 1.625 dollari la tonnellata, il polipropilene ha raddoppiato di prezzo rispetto al 2019 ed il Polietilene è sui massimi dal 2008.

La struttura produttive spinte al massimo, stanno mettendo in crisi le strutture logistiche ed i trasporti. Ne ha fatto le spese anche Nike, che ieri ha presentato dati del trimestre inferiori alle aspettative a causa dell’assenza di container con i quali portare le scarpe ed i capi di abbigliamento dalla Cina agli Stati Uniti.

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TERZA PAGINA

«Non sono io che ho fatto il mio libro,

ma il mio libro che ha fatto me»

Montaigne, Essais

Killer

di Massimo Gramellini

Corriere della Sera

«Assassino!» «Chi lo dice lo è…» Sembra il battibecco tra due mocciosi, se non fosse che questi maneggiano codici nucleari, e in due fanno quasi 150 anni. Anziché coalizzarsi contro il comune spauracchio cinese, Biden e Putin si scambiano carinerie a mezzo stampa. Quando Trump insultava un capo di Stato estero veniva preso per pazzo, mentre l’alone di bon ton che circonda Joe Biden rende commestibili agli esteti persino i suoi atti più indigesti. Però è stata la replica di Putin a farci precipitare dentro un film di 007. E non tanto per il «chi lo dice lo è» che contiene un fondo di verità — già Jung spiegava come non sopportiamo negli altri proprio ciò che ci risuona dentro —, ma per quell’augurio a Biden di «buona salute» e «sii sano», che tra le gelide labbra di un ex agente del Kgb assume i contorni di una minaccia o, peggio, di una notizia. Come se nessuna cartella clinica avesse segreti per lui. All’ombra di Mattarella e Draghi, che in tutta la loro vita non hanno mai messo una cravatta o un avverbio fuori posto, verrebbe voglia di ergersi per la prima volta a giudici del malcostume altrui, ma non possiamo dimenticare che siamo pur sempre la patria di quello che per mandare a stendere un avversario politico gli scrive «Bacioni», e di quell’altro che augurava a Enrico di stare sereno. A proposito: poiché quell’Enrico è appena tornato alla ribalta, non si può affatto escludere che gli auguri iettatori portino bene e si tramutino anche per Biden in elisir di lunga vita.

Pulci di notte

di Stefano Lorenzetto

Riferendo sul Corriere della Sera i risultati delle elezioni regionali nel Baden-Württemberg e nella Renania-Palatinato, il corrispondente da Berlino, Paolo Valentino, scrive fra l’altro: «A Düsseldorf trionfano i Verdi di Winfried Kretschmann». Il dettaglio viene evidenziato anche nel sottotitolo: «Trionfo Verde a Düsseldorf». Non si capisce che cosa c’entri Düsseldorf, capitale della Renania Settentrionale-Vestfalia, un Land dove non si è votato.

Agenzia Ansa: «Walesa ricoverato, in video dice “non so se ci rivedremo”. Domani l’intervento sul peacemaker, ma “ci sono complicazioni”». È vero che Lech Walesa è stato un peacemaker (pacificatore), non per nulla nel 1983 gli fu conferito il premio Nobel per la pace, ma il generatore di impulsi elettrici impiantato nel suo petto resta un pacemaker cardiaco. Complimenti a tutti i siti dei giornali, dall’Alto Adige alla Gazzetta del Mezzogiorno, che non si sono accorti dello svarione dell’Ansa e lo hanno pubblicato tale e quale.

Tommaso Di Giorgio sulla Verità parla in questi termini del Fatto Quotidiano: «Delusione e arrabbiatura per il giornale che ha creduto nell’avventura di Giuseppe Conte e osserva lo smottamento progressivo del movimento con esterrefatto stupore». Uno dei sinonimi di esterrefatto è stupito. Quindi si tratta di un caso di stupefatto stupore. Il che è stupefacente.

Sul Fatto Quotidiano, nella rubrica Lo sberleffo, sotto il titolo «Se parla Scaccabarozzi urge sottopancia», Gi. Ros. critica Massimo Scaccabarozzi, presidente e ceo di Janssen, società che per la Johnson & Johnson ha messo a punto un vaccino contro il coronavirus, il quale è anche presidente di Federfarma, che rappresenta circa 200 aziende associate. Infatti nelle interviste che Scaccabarozzi ha dato ai telegiornali, «i due ruoli si sono più volte sovrapposti in modo poco elegante». Conclusione di Gi. Ros.: «Un bel cartello sopra la testa, per capire a che titolo parla nelle diverse occasioni, aiuterebbe». Sottopancia o sopratesta? Urge mettere d’accordo titolista e articolista.

Titolo su Libero: «Cucchi, il superteste e la relazione che non c’è. Il carabiniere che ha incolpato i due colleghi 9 anni dopo sostiene di aver scritto una denuncia già all’epoca». Il carabiniere ha incolpato i colleghi 9 anni dopo oppure 9 anni dopo sostiene di aver scritto una denuncia? Va’ a saperlo.

Spiegando argutamente sul Corriere della Sera «perché usiamo tante parole inglesi», Beppe Severgnini, notoriamente anglofilo, scrive che «gli spagnoli non usano il mouse ma il ratòn (topo)». Spiace correggerlo, ma non è vero: gli spagnoli usano infatti il ratón, dato che in castigliano non esiste l’accento grave.

Sempre a proposito di accenti in spagnolo. «Non è un caso che il presidente dei vescovi, Josè Horacio Gomez, non sia stato promosso cardinale in occasione dell’ultimo concistoro pur essendo da anni arcivescovo di Los Angeles», scrive Claudio Tito sulla Repubblica, cercando d’indovinare le prossime nomine del Papa. Forse dipende dal fatto che il prelato, di origine messicana nonché membro dell’Opus Dei, si chiama in realtà José Horacio Gómez.

Titolo dalla Stampa: «Dopo il malore si attende l’esito dell’autopsia». Non era meglio aspettare che la persona in questione prima morisse?

Scrivendo per l’ennesima volta di papa Francesco, il fondatore della Repubblica giustifica così il loro intenso rapporto, all’apparenza incomprensibile: «Io non sono credente e il Papa non è un personaggio in cerca di amicizie giornalistiche più o meno importanti». Non resta pertanto che una spiegazione: Eugenio Scalfari si è convertito in segreto ma non vuole dirlo.

Paolo Carnevale intervista sul Corriere della Sera il figlio di Enzo Jannacci, Paolo, facendogli dire: «Molti chiedevano a mio padre cosa centrasse la carriera del medico con quella di cantante». Di sicuro qui c’è qualcuno che non c’entra nulla con la grammatica.

Titolo dalla prima pagina di Avvenire: «Reato che non c’è. “Mare Jonio” la domanda è sbagliata». Tutto chiaro.

La Verità annuncia in un titolo che «il Covid fa 30.000 morti tra chi non ha il Covid» anche a causa di «infarti presi in ritardo». Se malauguratamente dovesse prenderci un accidente, avete un’ora esatta da suggerirci?

Apprendiamo dal sito del Fatto Quotidiano che «è stata ritrovata in prigione in Svizzera Gabriella Maxia, la 48enne di Decimoputzu scomparsa da casa il 26 febbraio». Arrivata a Milano, la donna sarda «ha eseguito un prelievo con la carta di credito e poi è arrivata fino a Zurigo in Svizzera dove, forse perché rimasta senza soldi, ha commesso un furto ed è stata arrestata dalla polizia cantonese». In attesa che la polizia cinese venga espulsa dalla polizia cantonale, il medesimo svarione è comparso anche sulla Gazzetta del Mezzogiorno e sul sito Sardegnalive.

Attacco di un servizio di cronaca da Desenzano su Bresciaoggi: «Tenta la truffa fingendosi un finto tecnico del gas». Quindi era un tecnico vero?

SL

C’era una volta

Dieci anni fa

Domenica 20 marzo 2011. Gli americani hanno sparato 110 tomahwak contro le forze armate libiche. Hanno colpito numerosi carri armati. Altri obiettivi raggiunti, con i missili o con i bombardamenti: un aeroporto vicino a Tripoli e riservato in genere ai vip del regime (per qualche ragione non li si vuole far scappare); una base aerea non precisata che sarebbe stata bersagliata da 40 bombe lanciate dagli Stealth; un altro aeroporto nei pressi di Misurata; raid intorno a Bengasi avrebbero polverizzato decine di mezzi del Colonnello; 19 caccia americani hanno tenuto a bada l’area di Tripoli e quella di Bengasi; la contraerea libica sarebbe stata messa completamente fuori uso. Gheddafi dice che i morti sono 64 morti e i feriti 150. Gli Alleati dicono di non aver fatto vittime tra i cittadini comuni.

Contro la Fiorentina Francesco Totti segna il 200° gol in serie A.

 

Venti anni fa

Martedì 20 marzo 2001. Guerra in Macedonia: «È cominciata l’offensiva contro gli estremisti terroristi albanesi, l’esercito con le sue artiglierie si è unito alla polizia. Lo sanno già le centinaia di albanesi e macedoni che hanno ricominciato a fuggire dalla città, quelli del secondo esodo; e lo sanno già anche i loro compatrioti della periferia di Skopje, dove, di valle in valle, è arrivata l’eco remota di alcune cannonate […]. L’offensiva è dunque iniziata, ma solo a metà. Infatti, al calar della notte, i bombardamenti finiscono, e il governo dice che non riprenderanno per 24 ore: se alla mezzanotte di mercoledì i guerriglieri non avranno ceduto le armi o non si saranno ritirati, allora ci sarà il colpo finale» [Offeddu, CdS].

Silvio Berlusconi fa sapere alla Coldiretti che ha fatto anche lui il contadino. «Sono stato per tre anni in un paese dove ho fatto lavori nei campi. Sono uno di voi». « E su Berlusconi contadino si è innescata una polemica tra i Verdi e Forza Italia. Sauro Turroni, esponente del Sole che ride, commenta: “Il Cavaliere dichiara di aver lavorato durante la guerra in campagna, per tre anni. La guerra finisce nel 1945 e Berlusconi è nato nel 1936. Il Cavaliere, quindi, avrebbe iniziato a lavorare più o meno all’età di 6 anni”. Subito è arrivata la replica di Forza Italia: “Il presidente Berlusconi ha passato tre anni del periodo di guerra a Oltrona San Mamete, Varese, e a Lurate Caccivio, Como, dove fu sfollato da bambino e dove ritornò in seguito tutta l’estate. Lì aiutò i parenti nei campi. La meschinità dei Verdi è evidente”» [CdS].

In Spagna, l’Eta torna a uccidere: «Froilan Elespe era consigliere municipale socialista e vicesindaco di Lasarte, cittadina industriale a pochi chilometri da San Sebastian, nella provincia basca di Guipuzcoa. Alle 14.40, appena uscito dal municipio, era entrato in un bar. Stava tranquillamente bevendo un caffè quando due individui gli si sono avvicinati. Uno dei due ha estratto una pistola e ha sparato alla testa, a colpo sicuro: Elespe, 54 anni, sposato e con due figli, è caduto a terra ed è morto dopo qualche istante. La pistola era munita di silenziatore perché un cameriere del bar ha testimoniato che l’unico rumore è venuto dal corpo che si afflosciava sul pavimento. Gli assassini, che la polizia ha etichettato come membri dell’Età, si sono dileguati» [CdS].

 

Venticinque anni fa

Mercoledì 20 marzo 1996. Luciano e Adua Pavarotti si separano. «La separazione consensuale è stata corredata da un accordo finanziario rimasto riservato nei dettagli. Si disse che lei avesse chiesto una liquidazione di 200 miliardi di lire, e che lui ne avesse controproposti 70. Cifre sempre smentite. Ma è innegabile che, assieme, Luciano e Adua Pavarotti abbiano costruito un impero: società gestite da marito, moglie e figlie, proprietà immobiliari – a New York, a Montecarlo, dove Pavarotti aveva la residenza fiscale, a Pesaro, a Modena – royalties e l’attività d’agenzia di Stage Door Opera Management, ceduta nel 1995 […]. Riservatissima, Adua è rimasta a vivere nella casa che divideva con Luciano. Lui e Nicoletta hanno stanno in un appartamento del centro storico e nella grande villa alle porte di Modena, costruita da poco e solo per una manciata di mesi abitata da tutti e due» [Torresin, Rep].

 

Trenta anni fa

Mercoledì 20 marzo 1991. Conor Clapton, quattro anni, figlio del cantante Eric Clapton e di Lory Del Santo cade dalla finestra del 53esimo piano di un appartamento di Manhattan in cui viveva con la madre. «Quella mattina, Eric Clapton avrebbe dovuto portare fuori il figlio. Voleva mettersi alla prova come padre, voleva smetterla con l’alcol. Ma all’improvviso la tragedia. Mentre madre e figlio aspettavano che Clapton passasse a prendere Conor, arrivò un addetto alle pulizie delle finestre. Lory era in bagno e il piccolo era affidato alla tata. Girovagava in stato di grande eccitazione, impaziente di rivedere il papà. L’addetto alle pulizie era in soggiorno, la finestra era aperta e chiamò la tata per tenere d’occhio il piccolo, ma la donna fu colta di sorpresa: Conor le sfuggì di mano, saltò sulla sporgenza della finestra e precipitò nel vuoto. Quel giorno della tragedia, Lory chiamò Eric per dirgli che il figlio Conor era caduto dalla finestra. Una cosa del genere era inimmaginabile per Eric e tutto quello che riuscì a dire fu: “Ne sei sicura?”. “Qualunque danno fisico abbia riportato Conor nella caduta io non l’ho visto: quando me lo hanno mostrato avevano già riportato il suo corpo alla normalità – ha ricordato Eric -. Ricordo di aver guardato il suo bel viso a riposo e ho pensato: “Questo non è mio figlio. Sembra come lui, ma se n’è andato”» [Rossi, Giornale].

«Si giocava una semifinale di Coppa dei Campioni, che il Milan aveva vinto per due anni di fila, e a cinque minuti dalla fine l’Olympique stava vincendo 1 a 0 con un gol di Waddle, il che voleva dire per la squadra rossonera l’uscita dalla competizione. La società, sperando di ripetere il colpo di Belgrado di quattro anni prima, prese a pretesto il black out di uno dei quattro riflettori dello stadio per cercare di invalidare la partita. Si videro scene penose: celebrati campioni come Baresi e Gullit che, incitati da Galliani, cioè da Berlusconi, indicavano all’arbitro, con ampi e sconsolati gesti, il riflettore spento scuotendo la testa, mentre sul campo si potevano vedere persino le monetine che vi stavano buttando gli inferociti tifosi del Marsiglia. Ma Baresi e Gullit continuavano a vagare per il campo a tentoni ciechi come Edipo dopo l’incesto. L’arbitro fece cenno che la smettessero con quella manfrina. Allora la società rossonera ritirò la squadra esponendosi alla più squallida figura che si sia mai vista non solo su un campo europeo ma di campionato interregionale. Si può aver vinto anche cento scudetti, ma l’episodio di Marsiglia è di una vergogna tale, per la mentalità antisportiva e sleale che denuncia, da cancellarli tutti» [Massimo Fini, Fatto].

 

Quaranta anni fa

Venerdì 20 marzo 1981. La Corte d’appello di Catanzaro assolve tutti gli imputati al processo per la Strage di Piazza Fontana. «Tutti assolti dall’accusa di strage: 91 ore di camera di consiglio sono state sufficienti a cancellare undici anni di storia italiana. La sentenza d’appello sulla bomba di piazza Fontana ha superato ogni previsione: insufficienza di prove per Freda, Ventura, Giannettini, Valpreda, Merlino, quindici anni ai primi due ma solo per il reato di associazione sovversiva. Gianadelio Maletti e Antonio Labruna assolti con formula piena dall’accusa di favoreggiamento e condannati (con tutti i possibili benefici di legge) solo per falso. Di fronte a una delle vicende più oscure del dopoguerra, la giustizia italiana ha firmato la dichiarazione di resa. Giannettini ha già lasciato il carcere, persino Freda vede delinearsi adesso concrete prospettive di liberta; tutti i fili che collegavano gli imputati ai servizi segreti, i servizi segreti al potere politico, appaiono adesso recisi come da un colpo di accetta. La strada per altre assoluzioni appare spianata anche alla commissione inquirente. Dopo questa sentenza, le speranze che la Cassazione, senza poter entrare nel merito, possa ricomporre questo desolante quadro, appaiono sin d’ora molto scarse» [Sta].

Nel carcere di Novara, durante una rivolta, Renato Vallanzasca taglia la testa a un ragazzo di vent’anni, Massimo Loi, con cui gioca a pallone.

 

Cinquanta anni fa

Sabato 20 marzo 1971. Ancora nessuna traccia di Junio Valerio Borghese. Intanto però il sostituto procuratore ha ordinato un fermo di 48 ore per il dottor commercialista Giovanni De Rosa: «L’interrogatorio si è svolto alla presenza del suo legale, l’avvocato D’Ovidio. Poco dopo mezzogiorno, il magistrato ha ordinato il fermo del commercialista che è stato tradotto a Regina Coeli. Al magistrato, Giovanni De Rosa avrebbe detto di conoscere bene Valerio Borghese» [CdS].

«L’ipotesi che Junio Valerio Borghese sia riparato all’estero sembra aver trovato conferma in una testimonianza della sua segretaria. Nella mattinata dell’11 marzo, il giorno successivo a una perquisizione della polizia nel suo appartamento di via Giovanni Lanza, il principe nero avrebbe provveduto a rinnovare il bollo del passaporto. Alla luce di questa rivelazione ha ripreso quota la supposizione che Valerio Borghese si trovi in navigazione a bordo di un panfilo messo a sua disposizione da camerati facoltosi» [CdS].

 

Ottanta anni fa

Giovedì 20 marzo 1941. Africa settentrionale. Dopo una lunghissima e tenace difesa, il presidio italiano dell’oasi di Giarabub, in pieno deserto cirenaico, si arrende [Salmaggi e Pallavisini].

Nel corso di una riunione del Consiglio della Corona a Belgrado, il principe reggente Paolo si mostra propenso ad aderire alle richieste di Hitler [Salmaggi e Pallavisini].

 

Cento anni fa

Domenica 20 marzo 1921. Grande festa a Trieste: si proclama solennemente l’annessione della Venezia Giulia all’Italia. Sono presenti le massime autorità dello Stato. Il re Vittorio Emanuele III, impossibilitato a venire, manda un fervido saluto augurale. Grande banchetto offerto dal Comune.

Sul circuito di Belfiore, Tazio Nuvolari vince per la prima volta, in sella a un’Harley Davidson 1000, una gara di moto.

«Per tutti gli anni Venti continuò a imporsi sulle due ruote (Garelli, Norton, Indian, Bianchi): una volta, dopo un incidente, si fece fasciare il corpo nella stessa posizione che avrebbe assunto poi sulla moto. Durante la corsa si spezzò un dito della mano sinistra e con quell’osso in fuori che sporgeva continuò a correre come se niente fosse» [I Grandi dello Sport].

 

Centodieci anni fa

Lunedì 20 marzo 1911. Continuano le consultazioni del re. Oggi le conferenze con i presidenti delle camere e con l’onorevole Giolitti.

«Stamattina i giornalisti hanno incominciato a piantonare le case degli on. Luzzatti e Giolitti; ma il loro sacrificio non è stato coronato da successo. Infatti l’onorevole Luzzatti non ha ricevuto nessun uomo politico, ad eccezione dell’on. Calissano, ed è uscito soltanto per recarsi al Consiglio dei ministri. L’on. Giolitti stamane è andato nuovamente a Frascati a salutare la sua signora, e nel pomeriggio è tornato a Roma, recandosi immediatamente a casa, in via Cavour. Di qui non si è mosso più fino alle 18 circa. Verso le 14 uno staffiere del Quirinale aveva recato alla casa dell’on. Giolitti una lettera che Io invitava a recarsi dal Re stasera alle 18. L’on. Giolitti alle 17.40 usciva in carrozza, andando al Quirinale. Il colloquio fra Sua Maestà e il probabile futuro presidente del Consiglio durò oltre un’ora» [CdS].

«Il colonnello Edoardo Green, figlio della signora Eddy Green, nota come la donna più ricca d’America, ha ricevuto duecento proposte di matrimonio da quando i giornali americani stamparono che egli aveva dichiarato di essere troppo solo e disposto a sposarsi se avesse trovato una ragazza che facesse per lui. Il colonnello ha oggi mostrato ai giornalisti mi pacco di lettere alto un metro che gli erano state indirizzate da candidate al matrimonio da ogni parte del mondo. Esse comprendono donne d’ogni condizione, da una cow-girl (una mandriana) ad una autentica contessa di Francia» [CdS].

«La Regina Vittoria di Spagna che attualmente si trova col Re e coi principi a Siviglia, ha iniziato una campagna contro l’abitudine di baciare i bambini, e ciò tanto per motivi igienici, quanto per preservare i suoi figli dalle dimostrazioni affettuose dei troppo entusiasti ammiratori. Il suo esempio è ora seguito da tutta l’alta società, e nei negozi sono in vendita cartelli elegantemente stampati che recano le parole: No me bese (non baciatemi). La moglie di un giardiniere del palazzo reale, uno dei giorni scorsi, incontratasi con l’infante Beatrice, che ha soli due anni, mentre faceva un giro nei giardini, stava per darle un sonoro bacio sulla guancia, quando fu informata che tale dimostrazione era severamente proibita. La povera donna rimase straordinariamente imbarazzata. Allora, come per consolarla, la piccola principessa le offrì la mano da baciare. L’atto intelligente della bimba non solo commosse la donna, ma è stato ammiratissimo a Corte e ha arrecato grande gioia alla madre» [CdS].

 

Centocinquanta anni fa

Lunedì 20 marzo 1871. Vengono arrestati a Milano Felice Cavallotti, direttore del giornale il Lombardo, e il litografo Bertotti per aver riprodotto il fac-simile di una medaglia commemorativa dell’esecuzione capitale del Barsanti con un’iscrizione in cui si ravvisa l’apologia di reato.

 

Centosessanta anni fa

Mercoledì 20 marzo 1861. Il conte di Cavour alla Camera, il ministro di Grazia e giustizia Cassinis al Senato annunciano le dimissioni del governo. Non per contrasti all’interno dell’esecutivo, ma per allargare la rappresentanza anche a membri appartenenti alle nuove regioni del Sud del Paese. Cavour questa mattina ha anche scritto al re Vittorio Emanuele II, che si trovava alla Venaria Reale. «20 marzo 1861. Sire, Tosto ch’io ebbi fatto conoscere al Consiglio dei Ministri nella seduta di ieri sera la necessità di chiamare nei Consigli della Corona dei rappresentanti dell’Italia Meridionale, i miei colleghi risolsero unanimi di deporre nelle mani di V.M. le loro dimissioni. A ciò fare furono indotti dal desiderio di lasciare libero il campo a V.M. nella solenne occasione che trattasi di costituire per la prima volta un Ministero che abbracciar deve tutte le parti d’Italia; ed ancora per un sentimento di reciproco riguardo. Nel compiere ora al dovere di far nota a V.M. questa determinazione, mi credo in debito di sottoporre a V.M. che forse sarebbe opportuno che prima di prendere una determinazione V.M. sentisse il parere degli uomini politici più autorevoli che trovansi ora in Torino, come sarebbero Ricasoli, Farini, Rattazzi, Poerio. Se V.M. lo desidera, potrei farli avvertire di recarsi al Palazzo all’ora ch’Ella vorrà indicarmi, oppure anche meglio potrebbe mandare loro invito diretto. Ove poi V.M. avesse altri ordini ad impartirmi, sono sempre pronto ad eseguirli. Solo supplico V.M. a degnarsi di voler recarsi questo dopo pranzo a Torino, ond’io possa riferire a V.M. lo stato delle cose e ricevere le sue istruzioni. Ho telegrafato ieri sera al Principe (Eugenio di Savoia-Carignano, ndr) e al Generale Garibaldi. Giunse da Londra la notizia che il Governo Inglese riconoscerà il nuovo titolo di V.M. Nell’aspettativa degli ordini di V.M., ho l’onore di, ecc. C. Cavour» [Cav., Ep. XVIII, 1033].

Il re ha convocato il presidente della Camera Urbano Rattazzi, Carlo Poerio, Bettino Ricasoli, Luigi Carlo Farini per discutere della crisi. [Un.It. 21/3/1861]

«Il re, rientrato in città, chiama Bettino Ricasoli e gli chiede di formare un nuovo governo. Ricasoli rifiuta. Pertanto Vittorio Emanuele II, consultati Farini, Rattazzi, Pepoli e Poerio, affida un nuovo mandato a Cavour» [Lupo, Sta].

Resa della fortezza di Civitella del Tronto, ultimo baluardo delle forze borboniche. Alle 11 del mattino le truppe del luogotenente generale Mezzacapo entrano nella piazza. «I guasti prodotti dalla nostra artiglieria sono immensi, il forte è un mucchio di rovine», scrive Mezzacapo nel telegramma che annuncia al ministro della Guerra la resa dell’ultimo, piccolo baluardo borbonico. La guarnigione prigioniera viene condotta ad Ascoli. Fucilati alle spalle il sergente maggiore Massinelli, che comandava la guarnigione, e il capo dei briganti. «Massinelli è morto piangendo, scongiurando, chiedendo misericordia, mostrando infine la massima vigliaccheria». Il capo dei briganti ha dimostrato invece «una qualche intrepidezza». Massinelli, che si era ribellato mesi fa al proprio comandante usurpandone i poteri, voleva continuare a tenere il forte sotto assedio, il presidio s’è ribellato a sua volta contro di lui. [Op. 23/3/1861, Un.It. 28/3/1861].

 

Centosettanta anni fa

Giovedì 20 marzo 1851. Sottoscritta la convenzione tra il Regio Ministero delle Finanze austriaco ed il Comune di Sacco, nella persona del podestà Antonio Gasperini per la costruzione di una Manifattura Tabacchi. Il costo complessivo per l’epoca fu enorme: 175.000 corone.

Borgo Sacco mise a disposizione il terreno e le materie prime, ma anche la vicina Rovereto partecipò donando del denaro (4.000 fiorini) e due spine d’acqua potabile (del valore di 1.600 fiorini).

«Le due passioni principali che ho notato in me sono la passione per il gioco e la vanità, che è tanto più pericolosa in quanto assume una molteplicità di forme diverse, come: desiderio di emergere, avventatezza, vacuità eccetera. La sera rileggere il diario dal giorno dell’arrivo a Mosca, fare le annotazioni generali e verificare le spese e i debiti a Mosca. Ero venuto a Mosca con tre obiettivi: l) giocare; 2) sposarmi; 3) ottenere un posto. Il primo era basso e cattivo, e io, grazie a Dio, riconsiderando lo stato dei miei affari e liberandomi dai pregiudizi, ho deciso di sistemare e rimettere in ordine la situazione finanziaria con la vendita di una parte della proprietà. Al secondo, grazie ai consigli intelligenti di mio fratello Nikolenka, ho rinunciato fino a quando non mi costringerà a questo l’amore o il giudizio o anche il destino, che non è possibile contrastare in tutto. Circa l’ultimo, non è possibile prima di due anni di servizio in un governatorato: in verità, anche se ho voglia di trovare un posto, ho voglia anche di molte altre cose incompatibili; perciò aspetterò finché il destino stesso mi metterà nella situazione opportuna. In questo periodo ho avuto molte debolezze. La più importante è che ho dedicato poca attenzione alle regole morali, preso dalle regole necessarie per il successo. Inoltre avevo una visione troppo ristretta delle cose; per esempio, mi assegnavo molte regole, che tutte si potevano ridurre a una sola: non essere vanitoso. Dimenticavo che la condizione necessaria per il successo è la sicurezza di se stesso e il disprezzo per le piccolezze, doti che possono derivare solo dalla superiorità morale» [dai Diari di Tolstoj].

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vaccino AstraZeneca, la decisione dell’Ema: «È sicuro ed efficace». Draghi: «Da venerdì si riprende»

La decisione sul vaccino AstraZeneca al termine della riunione del comitato per la sicurezza dell’Ema (Prac): «Sicuro ed efficace. Escludiamo che sia associato a un aumento complessivo di casi di trombosi»

di Francesca Basso

Il piano di vaccinazioni con anche l’uso del vaccino di AstraZeneca può ripartire. Anche in Italia, dove il primo ministro Mario Draghi ha affermato che si riprenderà a vaccinare con questo farmaco «già da venerdì».

Famiglie, queste sconosciute

Dai nuovi aiuti (congedo parentale, smart working e bonus baby-sitter) emerge una visione ben strana delle necessità dei più piccoli e dei genitori che lavorano. Serve più attenzione per superare questo momento difficile

DI CHIARA SARACENO

Secondo il governo i genitori che possono lavorare a distanza possono anche tranquillamente occuparsi dei loro bambini senza nido o scuola materna, così come di quelli di poco più grandi occupati con la Dad, surrogando anche la mancanza di compagni di giochi. E fare fronte alla normale irrequietezza e bisogno di attenzione di bambini che hanno perso, insieme ai loro riferimenti quotidiani, anche i coetanei e la possibilità di utilizzare gli spazi attrezzati all’aperto.

Che ci vorrà mai? Si ritengano fortunati di poter lavorare da casa e non pretendano di avere il bonus baby-sitter o di ottenere il congedo straordinario. Pazienza se i colleghi di lavoro, i capi uffici, non possono aspettare la notte o l’ora del sonnellino del bambino per fare la riunione o discutere del lavoro, se le pratiche devono essere completate entro sera. O se gli studenti cui devono fare lezione a distanza si distraggono a causa delle continue interruzioni.

Il voucher baby-sitter, nel decreto del 12 marzo, è riservato solo ad alcune categorie di lavoratori/lavoratrici in presenza, neppure a tutte: lavoratori autonomi, iscritti alla gestione separata Inps, personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, dipendenti del settore sanitario. A differenza del provvedimento analogo del 2020, ne sono esclusi non solo coloro che possono/devono lavorare a distanza, ma anche i lavoratori/lavoratrici dipendenti che lavorano in presenza ma non nei settori definiti essenziali: operai/e di fabbrica, addetti alla logistica, commesse/i dei supermercati. A questi (e solo a loro) è lasciata l’alternativa del congedo, con contestuale dimezzamento dei salari, un’opzione costosa per chiunque, ma particolarmente per chi ha già in partenza redditi bassi, come è spesso il caso di queste categorie di lavoratrici.

Da questa regolazione degli aiuti alle famiglie emerge una ben strana visione sia dei bisogni dei più piccoli sia dei problemi organizzativi che la chiusura di servizi educativi per la prima infanzia e della didattica in presenza ha creato per molti genitori. Invece di introdurre qualche forma di flessibilità, che lasci ai genitori la possibilità di trovare la soluzione migliore per il proprio specifico caso, le alternative sono fissate con criteri che nulla hanno a che fare con i bisogni dei bambini, la specifica condizione economica delle famiglie, le condizioni effettive di lavoro, sia per chi lavora a distanza che per chi lavora in presenza.

Aiutare i genitori a conciliare il mantenimento del posto di lavoro con la presenza di figli in casa 24 ore su 24 non costituisce una soluzione ai bisogni educativi e di socialità delle bambine/i e adolescenti, messi duramente a repentaglio dalla sospensione della didattica e delle relazioni in presenza. Per garantire il più possibile, nelle circostanze pandemiche, il benessere dei bambini, nidi, scuole dell’infanzia e almeno scuole elementari andrebbero aperte al più presto e dappertutto dove a livello locale, non regionale, si sia al di sotto dei parametri da zona rossa. E consentire che rimangano aperti i presidi educativi organizzati dalla società civile e dal terzo settore, dove piccoli gruppi possano accedere anche per la didattica a distanza, con l’accompagnamento di educatori. È quanto chiedono molte associazioni, tra cui Alleanza per l’Infanzia e le reti che si raccolgono in EducAzioni. Ma una maggiore attenzione per le effettive condizioni in cui si trovano molti genitori lavoratori, in particolare madri, aiuterebbe a superare questo periodo difficile, senza costringere molte di loro ad abbandonare il lavoro, come sta già succedendo.