ULTIM’ORA. ELIO STICCO REGGENTE L’ORDINE DOPO IL 5° CONSIGLIO ANDATO DESERTO QUESTA SERA HA MANDATO GLI ATTI A ROMA PER LA NOMINA  DEL COMMISSARIO AD ACTA. DOVRA’ NOMINARLO IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA PESCANDO TRA GLI AVVOCATI ANZIANI MA POTREBBE ANCHE VENIRE DA ROMA. GLI ASSENTI/ A QUANTO INFORMA UNA NOTA / SONO STATI DENUNCIATI PER INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO. 

IL VETERANO ZAZA D’AULISIO: «È IL MOMENTO DELLA RESPONSABILITÀ EVITIAMO L’ONTA DEL COMMISSARIAMENTO»
S. MARIA CAPUA VETERE

di Biagio Salvati

È paralisi all’Ordine degli avvocati di Santa Maria Capua Vetere dove, da oltre due mesi e mezzo, il Consiglio non riesce a riunirsi a causa di un’assenza continuativa di alcuni consiglieri appartenenti al gruppo di minoranza «Dignità Forense». I lavori si sono interrotti a metà gennaio: inizialmente con le dimissioni di tre avvocati (il vicepresidente Renato Iaselli, il segretario Mario Palmirani e Renata Puoti responsabile della formazione) i quali pur essendo in maggioranza, non condividevano la linea dell’ex presidente Adolfo Russo. Quest’ultimo, dopo tre assisi convocate a vuoto, causa perenne assenza dei dissidenti, di propria sponte ha deciso di rimettere la carica da presidente con la speranza di poter trovare una soluzione ed evitare l’onta del commissariamento, per una ricomposizione del Consiglio oggi guidato ad interim dal già più volte presidente Elio Sticco. Un primo tentativo di convocazione del Consiglio, il 10 marzo, è andato di nuovo a vuoto, ma il presidente ad interim ha convocato una nuova assise per domani, compresi i consiglieri per la surroga e uno sostituito. I dissidenti, che avevano sollecitato le dimissioni annunciate dall’ex presidente Russo ora non condividono la «reggenza» del Consiglio, ma da un lato lamentano la mancata riunione dell’assise e dall’altra non si presentano per consentire il numero legale. Una paralisi che ha portato ad un arretrato di circa 200 pratiche bloccate in Consiglio: 70 iscrizioni da adempiere (42 praticanti e 28 avvocati) oltre a 118 ammissioni ai gratuiti patrocini e stabiliti che devono passare in ordinario. Nei giorni scorsi, negli ambienti giudiziari, qualcuno ha parlato di possibili azioni disciplinari che ora potrebbero profilarsi nei confronti di chi non permette la regolare attività; ipotizzata anche l’interruzione del pubblico servizio. Su questo impasse, il già più volte consigliere, avvocato Alberto Zaza d’Aulisio, «veterano» dell’ordine, in professione dal 1971, dal 2018 componente dell’Organismo Congressuale Forense in rappresentanza del Distretto di Corte d’Appello, spiega: «Nella storia del Consiglio non sono mancati momenti di forte dialettica interna, frizioni vigorose, ma sempre nella salvaguardia della unità della classe. L’organo di governo dell’avvocatura circondariale continua – è riuscito sempre a scindere le dinamiche politiche, da quelle di ordinaria amministrazione che non impongono scelte ma determinazioni dovute il cui ritardo può comportare pregiudizio per i colleghi aventi diritto a risposte sollecite». E aggiunge: «Mi riferisco alle domande di iscrizione degli aspiranti praticanti, di cancellazione e per i pareri di congruità in materia di onorari. Adempimenti tutti di particolare importanza considerata la legittima aspettativa di giovani che, nonostante le difficoltà pandemiche e la crisi che sta investendo l’avvocatura sul piano più strettamente economico, lasciano intravedere orizzonti di speranza e di fiducia; così come il legittimo interesse ad ottenere la cancellazione per il pensionamento ovvero per scelte professionali alternative. Meno cogente, ma altrettanto significativa l’attesa dei colleghi che hanno necessità di azionare i propri crediti professionali». Per l’avvocato D’Aulisio sono «due gli obiettivi da raggiungere: il numero legale per assumere le deliberazioni pendenti e ritrovare il filo conduttore e ristabilire la operatività complessiva dell’organo per scongiurare la mortificazione del commissariamento, una vera e propria onta per l’avvocatura sammaritana. L’assemblea degli Avvocati, articolazione di base dell’Ordine, non se ne farebbe una ragione soprattutto in considerazione della gravità del momento emergenziale pandemico». L’immagine dell’avvocatura, il suo decoro e la sua dignità (nome richiamato dal gruppo dissidenti) si tutela anche tendendosi la mano.

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