MARTEDì 2 MARZO 2021

Uscita di sicurezza

Uscita di sicurezza

 Ci si libera dal comunismo come si guarisce da una nevrosi, ha scritto tanti anni fa Ignazio Silone e oggi, che i comunisti non ci sono più e nemmeno i fascisti (ci sono vaghe caricature degli uni e degli altri, saltimbanchi della democrazia, analfabeti costituzionali, piccoli tiranni da gioco di scatola, dunque gente pericolosa), quanto ci consente la drammaticità dei tempi è di guarire dalla nevrosi del trailer di sé, e cioè di liberarci dai social.

Ce n’è di gente che se ne va per nascondersi all’aria aperta, e andandosene dice cose sacrosante sull’insostenibile superficialità d’uso del mezzo, sullo sbraco compiaciuto, sulla lagna infinita, sul manicheismo spiccio come filosofia dominante, sul quotidiano linciaggio digitale come catarsi istantanea, sulla ridicola livella del web per cui uno vale uno e io posso insegnare astrofisica a un astrofisico, con sprezzatura incorporata, e tocca essere rabdomanti per scovare un’idea che non sia sbrigativa e pedissequa (però ieri Roberta Scorranese ha messo su Twitter un magnifico articolo dell’83 di Giorgio Manganelli a giustificare il prezzo del biglietto).

Lo ha fatto anche Gipi, amatissimo fumettista.

Un giorno ha spento tutto e addio, e domenica in un’intervista ha ripetuto, grosso modo, l’elenco di qua sopra. Ma ha aggiunto qualcosa di decisivo: stava diventando come quelli attorno a lui. Gli facevano schifo gli altri, ma soprattutto cominciava a farsi schifo da solo, e schifo il conseguente esercizio del potere, grande o piccolo che fosse, di cui disponeva. C’è chi sta sui social per migliorare il mondo, e chi ne esce per migliorare sé stesso.

Clamoroso

Battendo il Manchester City 2 a 1, Guardiola ha raggiunto le cinquecento vittorie, record assoluto per un allenatore [Boldrini, GdS].

In prima pagina

• Draghi sostituisce Arcuri: il generale Figliuolo è il nuovo commissario all’emergenza Covid

• Nicolas Sarkozy, 66 anni, è stato condannato in primo grado a tre anni (due con la condizionale e uno di carcere) per corruzione e traffico d’influenze. Potrà chiedere i domiciliari con il braccialetto elettronico. È il secondo presidente francese a ricevere una pena detentiva dopo Jacques Chirac

• Ieri ci sono stati altri 246 morti. Le persone ricoverate sono 21.401 (+532), di cui in terapia intensiva: 2.289 (+58). Il tasso di positività schizza al 7,7%. Le persone vaccinate (due dosi) sono: 1.411.663 (2,37% della popolazione)

• Cremona e la provincia di Como sono in arancione rinforzato

• A Roma una volante della polizia ha travolto un’auto mentre inseguiva un rapinatore. È morta una quindicenne

• Sarebbe italiana la ragazza che ha dato fuoco a un furgone della polizia durante gli scontri di sabato a Barcellona. Rischia l’accusa di tentato omicidio e fino a vent’anni di carcere

• È stato arrestato l’ex presidente del Barcellona Josep Maria Bartomeu. Perquisita la sede del club

• Ibrahimovic si ferma per una lesione muscolare. Almeno due settimane di stop (mentre stasera debutta a Sanremo)

• Salta la sesta panchina in Serie A: il Crotone esonera Stroppa. Al suo posto Cosmi

• A meno di una settimana dal terribile incidente d’auto in cui ha riportato diverse fratture alla gamba destra Tiger Woods ringrazia i suoi tifosi per l’affetto: «È un momento difficile»

• Morto Pietro Larizza, segretario generale della Uil dal 1992 al 2000

• Morto per un malore Vincenzo Placido, politico socialista e poi forzista, fratello di Michele Placido

Titoli

Corriere della Sera: Emergenza, rimosso Arcuri

la Repubblica: Un generale contro il virus

La Stampa: Draghi chiude l’era Conte-Arcuri

Il Sole 24 Ore: Dalla manifattura segnali di ripresa

Avvenire: Draghi chiama gli alpini

Il Messaggero: Contagi su, picco nel Lazio / Vaccini: interviene l’Esercito

Il Giornale: Cacciato Arcuri / Arriva il supergenerale

Qn: Via Arcuri, per i vaccini c’è l’Esercito

Il Fatto: Sturmtruppen

Libero: Ristoranti chiusi / Confini spalancati

La Verità: Cacciato Arcuri: c’è speranza

Il Mattino: Vaccini, Draghi manda l’esercito

il Quotidiano del Sud: Finale di stagione

il manifesto: Congedo militare

Domani: Basta perdite di tempo / Draghi licenzia Arcuri

Delitti e suicidi

«Il calciatore del Cosenza Denis Bergamini non si è suicidato. Trentuno anni dopo la sua scomparsa la Procura di Castrovillari ha chiuso le indagini e ha iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di concorso in omicidio, l’ex fidanzata del calciatore Isabella Internò, 54 anni, di Cosenza. Escono di scena, perché prosciolti, il marito della donna il poliziotto Luciano Conte, in un primo momento accusato di favoreggiamento e Raffaele Pisano l’autista del camion sospettato di concorso nel delitto. Pisano quella sera del 18 novembre del 1989 raccontò di aver investito Denis perché non era riuscito a frenare e di averlo trascinato “per una cinquantina di metri”. Il camionista disse inoltre che quell’uomo si era buttato volontariamente sotto le ruote del suo camion. Le indagini sulla morte di Bergamini riaperte sei anni fa dall’ex procuratore della Repubblica Eugenio Facciolla, hanno smentito la tesi del suicidio. Le perizie affidate ai professori Antonello Crisci, Carmela Buonomo e Maria Pieri hanno invece accertato che il calciatore sarebbe stato prima soffocato “verosimilmente con una busta di plastica” e poi “adagiato sull’asfalto a pancia in su”. Nella loro relazione i periti hanno spiegato in modo netto che solo la parte sinistra dell’addome di Bergamini è “scoppiata” sotto il peso della ruota destra del camion. Poi il mezzo è come se avesse fatto retromarcia, lasciando intatte le altre parti del corpo» [Macrì, CdS].

Incidenti

Nella tarda mattinata di ieri in via Salone, al Collatino, periferia est di Roma, Sheena Lossett, 14 anni, è morta in un incidente frontale tra la Fiat Punto sulla quale viaggiava con padre, madre e fratello e una volante della polizia stradale, che a sua volta inseguiva una macchina con a bordo due rapinatori di una tabaccheria della zona di Tivoli. Il fratello della ragazza, Giosuè, 20 anni, è in prognosi riservata al Policlinico Umberto I. Il padre Daniele, 55, in quello di Tor Vergata, e la madre Lucia, 39, all’ospedale Sandro Pertini. I due agenti di polizia, di 44 e 49 anni, gravi anche loro, sono ricoverati al San Giovanni e al Policlinico Casilino. La vettura utilizzata dai ladri, un’altra Punto, è stata ritrovata abbandonata sull’autostrada A24. La procura di Roma ha aperto un fascicolo d’indagine.

«“Mio figlio non stava giocando al parco con gli amici. Stava scappando da un uomo che li inseguiva con un’accetta”. A dirlo è Daniela Salustri, mamma di Riccardo, 16 anni, morto venerdì 26 febbraio intorno alle 18, al parco della Madonnetta di Acilia, periferia Sud di Roma, tra il centro e il mare di Ostia. Dalle prime ricostruzioni, l’improvvisa morte del ragazzo potrebbe essere a causa di un arresto cardiaco fulminante. A dirlo con certezza sarà solo il referto dell’autopsia, disposta nella giornata di ieri. Ma secondo la donna e gli amici del ragazzo che si trovavano con lui, dietro alla tragedia che ha scosso la comunità del territorio non c’è solo il caso, ma la fuga disperata di Riccardo per sfuggire a uno sbandato. Sullo sfondo, un luogo maledetto: un ex centro sportivo incastonato nel parco, una volta fiore all’occhiello del Comune, oggi devastato dall’incuria della stessa amministrazione, imbrattato da scritte sataniche e disseminato di trappole, abitato da un’umanità disperata e violenta. L’uomo di cui parla la donna è tra quelli che abitano, accampati, nell’edificio in rovina. Secondo il racconto degli amici e della mamma di Riccardo, è sbucato all’improvviso dalla struttura e li ha inseguiti con un’accetta. Spaventati, arrivano al cancello, lo superano e a distanza di sicurezza si fermano sul marciapiede, ormai fuori dal parco. Una corsa di neanche 500 metri, ma Riccardo si accascia a terra. E non si rialza più» [Di Cori e Giuffrida, Rep].

Sarkozy condannato

L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy è stato condannato in primo grado a tre anni di carcere, due dei quali con la condizionale. Insieme agli altri due imputati, l’avvocato Thierry Herzog e il magistrato Gilbert Azibert, Sarzozy è stato giudicato colpevole per quello che la presidente del tribunale di Parigi ha definito «un patto di corruzione» e per traffico di influenze. L’accusa aveva chiesto quattro anni, due con la condizionale. Il tribunale ha stabilito che Sarkozy potrà richiedere gli arresti domiciliari, accettando di indossare il braccialetto elettronico. La pena è sospesa perché Sarkozy ha presentato immediatamente appello, e un nuovo processo è atteso per la fine di quest’anno o l’inizio del 2022. «È il cosiddetto “Processo Bismuth”, nome di copertura con il quale Sarkozy aveva registrato un’utenza telefonica per comunicare con il suo avvocato Herzog. L’inchiesta era nata dalle intercettazioni ordinate da pm che si occupavano di un altro dossier in cui era coinvolto l’ex presidente, il presunto finanziamento ricevuto da regime di Gheddafi. Nelle conversazioni i pm hanno raccolto elementi che dimostrano come Sarkozy abbia tentato di ottenere nel 2014, tramite il suo avvocato, informazioni segrete da Azibert, allora magistrato alla Corte di Cassazione, in un altro procedimento che lo riguardava, ovvero, l’inchiesta su un presunto finanziamento della miliardaria Liliane Bettencourt. Sarkozy avrebbe in particolare fatto pressione sul magistrato, promettendogli una promozione a Montecarlo (peraltro mai avvenuta)» [Ginori, Rep].

Dopo aver saputo della condanna Carla Bruni ha scrittto su Instagram: «Che accanimento, amore mio. La lotta continua. La verità emergerà».

Sessantasei anni, in carica dal 2007 al 2012, Sarkozy è il secondo presidente della Repubblica francese condannato a una pena detentiva, dopo Jacques Chirac nella vicenda dei falsi impieghi al Comune di Parigi quando era sindaco.

«Diventa a questo punto ragionevolmente impossibile una candidatura alle presidenziali della primavera 2022, che Sarkozy non aveva ancora evocato, ma molti nella destra francese sognavano, nella speranza di ridiventare protagonisti» [Montefiori, CdS].

La Ue pensa a un passaporto vaccinale

Ieri mattina la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato con un tweet il progetto di un passaporto vaccinale da usare per spostarsi all’interno dell’Unione. «Questo mese presenteremo una proposta legislativa per un Pass verde digitale. L’obiettivo è fornire una prova che una persona è stata vaccinata, i risultati dei test per coloro che non hanno ancora potuto fare il vaccino, informazioni sulla ripresa dal Covid-19. Rispetterà la protezione dei dati, la sicurezza e la privacy».

I capi di Stato e di governo ne discuteranno al Consiglio europeo del 25 marzo.

«Sono 12 per ora le persone riconosciute dagli investigatori della Digos di Milano dopo il rave party abusivo organizzato davanti a un bar della Darsena sabato sera. Gli agenti li hanno identificati grazie ai numerosi video diffusi anche sui social network e sulle testate giornalistiche. Sono persone riconducibili alla locale area anarchica, riferisce la Questura in una nota: ballavano senza mascherine e con alcolici in mano. Saranno tutti multati per violazione della normativa anti-Covid» [CdS].

Luca Rivolta, 21 anni, cuoco monzese, è il primo volontario su cui è stato testato il primo vaccino tutto italiano, ideato da Takis, start up del Tecnopolo di Castel Romano, e sviluppato con la Rottapharm Biotech di Monza. «La prima fase della sperimentazione coinvolgerà ottanta volontari sani, divisi in quattro gruppi con dosi diverse somministrate con o senza richiamo, mentre alla fase 2 parteciperanno fino a 240 soggetti». Se tutto andrà bene, il siero sarà disponibile sul mercato nei primi mesi del 2022.

Ore di apprensione per il principe Filippo

«Filippo d’Edimburgo, il principe consorte quasi centenario, è stato trasferito ieri dalla clinica privata annessa al King Edward VII’s Hospital di Londra al St Bartholomew per essere sottoposto a esami cardiaci legati a “una condizione preesistente”» [CdS].

Aung San Suu Kyi alla sbarra

«La prima apparizione di Aung San Suu Kyi, a un mese dal colpo di Stato in Myanmar, è avvenuta in tribunale: collegata in video dalla località nella quale è detenuta, Suu Kyi ieri si è sentita rivolgere nuove grottesche accuse. L’hanno potuta vedere solo i suoi avvocati, a cui non è stato concesso di incontrarla. Già accusata di importazione illegale di walkie talkie e di violazione delle disposizioni di sicurezza relative al coronavirus, Suu Kyi si vede ora contestare i reati di violazione della legge sulla comunicazione e di incitamento al disordine pubblico. La prossima udienza del processo farsa si terrà il 15 marzo» [Sole].

«È una resistenza di anonimi eroi quella contro i militari della Birmania, ma pochi sono destinati a diventare iconici come la piccola Suor Ann Nu Thawng. Con il velo nero e grigio e le ciabattine birmane si è inginocchiata davanti alla polizia in assetto antisommossa pregando gli agenti di non andare avanti. Un modello di coraggio, secondo il giornale cattolico birmano online Gloria News Journal. E anche secondo il quotidiano della Santa Sede, l’Osservatore Romano, che ha messo l’incredibile gesto in prima pagina» [Perria, Sta].

Altri 45 giorni in cella per Zaki

«Patrick Zaki rimane prigioniero nella periferia del Cairo. Il tribunale ha stabilito il rinnovo della custodia cautelare: per altri 45 giorni il giovane resterà dietro le sbarre del tristemente noto carcere di Tora, dove ha già trascorso, senza processo, gli ultimi 13 mesi. A renderlo noto è stato il team di avvocati dell’ong Eipr, Egyptian Initiative for Personal Rights , una squadra con cui il ventottenne collaborava per difendere diritti della persona, dei gruppi Lgbt e minoranze in patria, prima di essere fermato e arrestato, ormai più di un anno fa, nella Capitale egiziana perché sospettato di istigazione al rovesciamento del regime. Con un rinnovo dopo l’altro, di udienza in udienza (l’ultima risale al 1º febbraio scorso), la detenzione “arbitraria e illegale” dell’attivista viene ulteriormente prolungata» [Iaccarino, Fatto].

Il pm: portarono i migranti in Italia in cambio di soldi

L’attivista no global Luca Casarini, l’ex assessore di Venezia Beppe Caccia, il regista Alessandro Metz e il comandante della Mar Jonio Pietro Marrone, membri della ong Mediterranea, sono indagati dalla Procura di Ragusa con le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare e violazione del codice della navigazione. In particolare, secondo i pm, il 12 settembre scorso i quattro uomini avrebbero preso a bordo della Mar Jonio 27 migranti salvati 38 giorni primi dalla nave danese Maersk Etienne in cambio di denaro. «Per cercare i loro contatti telefonici, per ricostruire scambi di messaggi e controllare eventuali rapporti economici, sono stati eseguiti sequestri di cellulari, computer e documenti in abitazioni, sedi sociali, e sulla nave Mare Jonio a Trieste, Venezia, Palermo, Bologna, Lapedona e Montedinove nelle Marche, a Mazara Del Vallo e Augusta» [Cavallaro, CdS].

«Tutti a cercare le prove di una macchinazione, di un teorema applicato al soccorso in mare».

Un teorema? Guardi che l’accusa è di avere intascato quattrini.

«Se avessero trovato i quattrini ci avrebbero arrestati tutti. Non c’è niente. Non hanno niente nelle mani e rivoltano tutto per cercare una cosa che non esiste».

Hanno le intercettazioni.

«Parole. Niente fatti. Arrivano a dire che la compagnia armatoriale è una associazione criminale dedita all’attività per lucro e che per fare questo si è inventata la nostra associazione, la “Mediterranea”. È solo un modo per cercare di infangarmi. È un’operazione tipo Mimmo Lucano» [Luca Casarini, ibid].

Ragazza italiana arrestata per gli scontri a Barcellona

«È una ragazza italiana la protagonista dell’episodio più raccapricciante visto durante le due settimane di scontri a Barcellona seguiti all’arresto del rapper Pablo Hasél: l’incendio, sabato scorso sulla Rambla, di un furgone in sosta della Guardia Urbana, la polizia locale, all’interno del quale c’era un agente che per fortuna è riuscito a mettersi in salvo. Sarebbe stata la giovane, arrestata qualche minuto più tardi dalla polizia, a cospargere il furgone di acquaragia, mentre pochi secondi dopo un altro manifestante lanciava una bottiglia molotov provocando un grande falò che ha subito avvolto il furgone. Il nome della ragazza non è stato ancora diffuso – secondo alcuni media spagnoli sarebbe militante di un “movimento anticapitalista” e avrebbe precedenti penali – ma è probabile che si saprà nelle prossime ore, se il fermo dovesse essere tramutato in arresto, con un’accusa probabilmente molto pesante: quella di tentato omicidio, per il quale è prevista una pena tra i 10 e i 20 anni di carcere» [Oppes, Rep].

La famiglia del boss

«La famiglia di Raffaele Cutolo, l’ex boss della Nuova camorra organizzata morto in regime di 41-bis nel carcere di Parma, ha deciso di presentare un esposto in Procura per fare piena luce sui funerali dell’ex boss. Lo ha annunciato il legale della famiglia, Gaetano Aufiero. “Due giorni dopo la morte di Cutolo – ha spiegato l’avvocato – il magistrato di Parma, che ha disposto l’autopsia sul corpo dell’ex boss, ha stabilito che moglie e figlia di Cutolo non si avvicinassero alla salma, che non potessero porvi alcun oggetto, non un fiore, non una corona, non un’immagine sacra. La visita al defunto è durata solo cinque minuti. “C’è stato un vero e proprio accanimento”» [Fatto]

Arrestato un santone calabrese

I carabinieri di Reggio Calabria hanno arrestato tale Davide De Simone, 40 anni, mago di professione, con l’accusa di omicidio colposo e morte come conseguenza di altro delitto. L’uomo avrebbe raggirato un disabile mentale spingendolo a sospendere una cura farmacologica e a rifiutare un intervento, cosa che lo ha portato alla morte. Per il giudice «il “mago”, certamente consapevole dello stato di deficienza psichica della vittima, ha subdolamente alimentato le sue credenze nel soprannaturale». L’uomo è indagato anche per violenza sessuale, truffa, ricettazione e detenzione abusiva di armi.

Arrestato l’ex presidente del Barcellona

Josep Maria Bartomeu, ex presidente del Barcellona, è stato arrestato dalla polizia catalana nell’ambito delle indagini sulle presunte diffamazioni perpetrate dalla vecchia dirigenza del club ai danni di giocatori e soci critici nei confronti della società. Sono stati arrestati anche Oscar Grau, ex amministratore delegato, Roman Gomez Pontì, dell’ufficio legale, e il consigliere Jaume Masferrer. Perquisiti gli uffici del club. Tutto questo a meno di una settimana delle elezioni che il 7 marzo eleggeranno il nuovo presidente. Bartomeu si era dimesso lo scorso 27 ottobre dopo circa sei anni alla guida del Barcellona, per evitare un impeachment quasi certo avviato da una mozione di censura promossa dai soci del club.

«Breve riassunto sul Barçagate: la Cadena Ser nel gennaio 2020 ha rivelato che il Barcellona ha versato 6 bonifici da 200.000 euro l’uno (la soglia economica per evitare che il pagamento sia messo alla firma del consiglio direttivo) a società incaricate tra le altre cose di gettare fango su gente come i coniugi Messi, Gerard Piqué, Pep Guardiola. Il problema è che la cosa dura da tre anni, quindi il Barcellona, spremuto economicamente, ha sprecato, o investito, 3,6 milioni di euro per servizi che costano molto meno. La cosa aveva portato a un comunicato dei giocatori guidati dal capitano Leo Messi con un indignato attacco al club» [Ricci, GdS].

Renzi

di Massimo Gramellini

Corriere della Sera

Per evitare brutti incontri, Renzi ha deciso di incontrarsi da solo. Evocato lo spirito guida di Marzullo, si è messo davanti allo specchio in modalità «ciao come sto» e ha cominciato ad autointervistarsi sulla sua pagina web. «Tu, Matteo Renzi…» era l’incipit delle domande. E a tutte lo sventurato rispose. L’argomento del duro faccia a faccia con sé stesso era la sua amicizia a pagamento con il principe saudita dai modi rinascimentali (nel senso di ispirati ai Borgia). Incalzato da Renzi, Renzi ha ammesso di avere preso 80 mila dollari dal satrapo saudita che secondo gli americani avrebbe fatto assassinare il giornalista Khashoggi. Non ha però ravvisato nulla di bizzarro nel fatto che un politico in attività — non un ex premier in pensione, ma un senatore stipendiato dalla Repubblica italiana — ricevesse denaro da un Paese straniero. Forse perché l’intervistatore si è dimenticato di chiederglielo.

I soliti conservatori lo hanno irriso sui social («Mi chieda se mi considero un genio». «Senatore, si considera un genio?». «Non mi aspettavo questa domanda, ma le rispondo volentieri: sì»). In realtà Renzi si conferma un innovatore. Pensate solo a come l’autointerrogatorio ridurrebbe significativamente la durata dei processi. «Lei è innocente?». «Certo». «Grazie, può andare». Verso la fine del colloquio sembra però che intervistato e intervistatore abbiano litigato. Allora uno dei due ha detto all’altro: «Matteo, stai sereno».

Pulci di notte

di Stefano Lorenzetto

«Noi, che siamo un po’ fissati, vorremmo invece che si torni a parlare dell’urgenza del Mes». Così termina un urticante corsivo del Fatto Quotidiano, siglato FQ, che per lo stile sembrerebbe scritto dal suo direttore Marco Travaglio. Noi, che siamo un po’ fissati, vorremmo invece che si tornasse a rispettare la nostra lingua. Luca Serianni nella sua Grammatica italiana (pagina 562) insegna infatti che «se nella reggente figura il condizionale presente di un verbo indicante volontà, desiderio, opportunità (come voleredesiderarepretendereesser conveniente e simili)» – ed è appunto il caso in questione – «la dipendente si costruisce col congiuntivo imperfetto più spesso che col congiuntivo presente». Il linguista cita un paio di esempi, fra cui il seguente tratto da I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni: «E che vorrebbe ch’io facessi?». Non «ch’io faccia».

Dalla Repubblica: «La violenza sta tornando di moda in ogni ambiente e a ogni latitudine, non solo nell’Est del Congo». Così il cardinale Angelo De Donatis, vicario di Roma, celebrando i funerali di Stato delle vittime dell’attentato in Congo. Eminenza, la violenza si è sempre portata bene, ci pare.

Titolo dalla Verità: «Usa vessati dal tampone anale cinese». Il sommario specifica: «Washington chiede di escludere i suoi funzionari dal test rettale, introdotto a gennaio». Giusto. Siamo a marzo. È tempo di toglierlo.

La medesima Verità insiste con i francesismi nei titoli, pur non conoscendo il francese. Dopo debacle al posto di débâcle il giovedì, ecco «Triste déja vu», anziché déjà vu, sulla prima pagina di venerdì. Davvero un triste déjà vu, in effetti.

Sul Fatto Quotidiano, nell’incipit di un articolo Wanda Marra scrive: «Chiuso nel mutismo dei momenti difficili, raccontano che Nicola Zingaretti ieri mattina non rispondeva neanche al telefono». Essendo muto, sarebbe stato difficile il contrario: la lingua dei segni al telefono non funziona. Sempre riferendosi al segretario del Pd, Marra più avanti annota: «Zinga è tornato a parlare di “vocazione maggioritaria”, ha dedicato un rapido cenno ai Cinque Stelle, citando genericamente di “alleanze”, che improvvisamente non sono più strutturali e portanti». Il verbo citare è transitivo, ergo si può citare qualcosa, non di qualcosa. Comunque constatiamo con sollievo che Zingaretti non è affatto chiuso nel mutismo: parla e cita.

Dalla biografia del nuovo ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, riportata sul sito del dicastero: «Ha insegnato alle Università di Trento, Udine e Bologna, dove tornò come ordinario di politica economica nel 1991». Complimenti per la consecutio temporum.

Il Domani dedica un’intera pagina d’intervista all’economista Gaël Giraud, un gesuita. L’autore, Ferdinando Cotugno, lo chiama sempre e solo Giraud, senza nome di battesimo. Penserà che sia un nome d’arte, come Platinette?

Sommario dell’articolo intitolato «Wilder sul viale del tramonto» su Robinson, il supplemento culturale della Repubblica: «Pretesto narrativo: una ragazza greca che incontra il commediografo sul set di “Fedora”». Duole deludere il titolista, ma Billy Wilder fu regista cinematografico, sceneggiatore, produttore e giornalista, mai commediografo.

Dalla Gazzetta di Mantova: «Dalle indagini effettuate la polizia locale è risalita ai produttori dei rifiuti stessi. Gli stessi dopo averli contattati sono stati multati per violazione del regolamento comunale di polizia urbana. Tra i vari scarti che erano sul posto la polizia locale ha anche trovato i responsabili di un “cold case”, un abbandono di rifiuti risalente presumibilmente a due anni fa: un uomo di Roverbella che è stato anch’egli multato». Chi ha ucciso la lingua italiana nei giornali? Ecco il vero delitto irrisolto.

Sommario dall’Arena: «In un altro caso i poliziotti sono intervenuti per l’ennesimo passeggero di bus ubriaco». È la prova che a Verona si beve forte: sono sbronzi anche i mezzi pubblici.

SL