Clamoroso

L’avvento di Internet e di un’offerta tendente all’infinito ha ridotto la capacità di attenzione: l’ultima rilevazione (nel 2019) la fissava a 9 secondi [Romagnoli, Rep]

In prima pagina• Draghi ha dato a Grillo il segnale che voleva: in chiusura delle consultazioni ha fatto sapere che nel suo governo ci sarà il ministero della transizione ecologica tanto caro ai grillini. E così questa mattina gli iscritti del M5s decideranno su Rousseau se appoggiare il nuovo esecutivo. «Se fossi iscritto voterei sì» ha detto Conte• Draghi incassa il sostegno delle parti sociali. I sindacati chiedono la proroga del blocco dei licenziamenti• Berlusconi ha ospitato Salvini (e non la Meloni) nella sua nuova villa romana sull’Appia•

 Ieri ci sono stati altri 336 morti di Covid. Scendono i ricoveri ordinari (-247) e quelli in terapia intensiva (-15); il tasso di positività risale al 4,2%. Le persone vaccinate con due dosi in Italia sono 1.219.034• Da lunedì in Lombardia riaprono gli impianti sciistici, con una capienza massima del 30%• Lorenzo Cesa ricoverato per Covid allo Spallanzani• Per l’Aifa la seconda dose di AstraZeneca va fatta dopo 12 settimane• Gli esperti dell’Oms raccomandano l’uso del vaccino AstraZeneca anche per gli over 65.

E anche in caso di varianti• Per i cittadini britannici è vietato andare in vacanza. L’ha detto Boris Johnson• La missione spaziale cinese Tianwen-1 ha raggiunto Marte• Cocaina nascosta tra frutta e caffè, maxi sequestro al porto di Gioia Tauro• Mustier lascia oggi Unicredit e se ne va con rosso da 2,8 miliardi nel 2020. Proposto dividendo da 1,1 miliardi• Trump è stato bandito definitivamente da Twitter• La moglie di Navalny ha lasciato Mosca per la Germania• Bruce Springsteen, nuovo testimonial della Jeep, tre mesi fa era stato arrestato per guida in stato di ebbrezza• In Nuova Zelanda è atteso uno tsunami in seguito alla violenta scossa di terremoto che ha colpito la Nuova Caledonia• La modella tedesca Kasia Lenhardt, ex fidanzata di Jerome Boateng, è stata trovata morta in casa. Forse s’è suicidata•

Italiani e no

Mentre noi ci apprestiamo a celebrare i settecento anni dalla morte di Dante, la Francia si appresta a celebrare i duecento dalla morte di Napoleone. La Polizia della morale ex post già annuncia sabotaggi davanti all’indegnità dell’Imperatore guerrafondaio, razzista e colonialista, e mezza Francia si leva in difesa del «figlio più illustre». Mi ha sempre impressionato l’orgoglio francese per un italiano, nato in Corsica da una famiglia originaria della Toscana, e della cui biografia mi affascinano soprattutto gli anni giovanili, quando Bonaparte era al fianco del generale Pasquale Paoli nella lotta per l’indipendenza e l’italianità córse. È un peccato che anche noi ci siamo scordati di Paoli.

Prima della nascita di Napoleone, lui l’indipendenza l’aveva conquistata e, con due decenni di anticipo sui rivoluzionari americani e quasi quattro su quelli francesi, aveva dato alla Corsica una Repubblica in cui il suffragio era esteso alle donne e una Costituzione in cui gli uomini erano dichiarati liberi, uguali e titolari del diritto alla felicità. Uno struggente capolavoro che inebriò Rousseau e Voltaire, ma non durò molto: la Corsica fu piegata dalle baionette francesi, e su questi presupposti il giovane Napoleone si infiammò per Paoli. Ma i grillini salterini sono sempre esistiti e, fra la Corsica e la Francia, dove aveva fatto carriera militare, Napoleone scelse la seconda, e fu proprio lui a spegnere le ultime velleità córse. Il resto è un’epopea al culmine della quale Napoleone offrì il perdono e il ritorno a casa al vecchio maestro esule in Inghilterra. Ebbe in risposta una lettera lunga una sillaba: «No».

di Marco Travaglio | 11 FEBBRAIO 2021

Passi per l’idea geniale del competente Draghi di tenere le scuole aperte fino a luglio, che quando la lanciò l’incompetente Azzolina fu spernacchiata da tutti. Passi per i banchi a rotelle, monumenti allo spreco e dannosi alla salute quando li comprarono gl’incompetenti Conte, Azzolina e Arcuri, e ora orgoglio e vanto delle scuole dei gesuiti che fecero di SuperMario il competente che sappiamo. Passi per i famosi “ritardi sui vaccini” degl’incompetenti Conte, Speranza e Arcuri che han portato l’Italia al primo posto in Europa e agli elogi della competente Ursula. Però, sul Mes, spiacenti ma non possiamo transigere. Per un anno chiunque passasse per strada, fosse Nina Moric o Scalfarotto, Tina Cipollari o la Boschi, ci ha frantumato i santissimi con il grazioso omaggio da 36-37 miliardi che l’Europa voleva donarci e che noi, masochisti, non passavamo mai a ritirare per darla vinta agli scappati di casa grillini, all’incompetente Conte e ai brubru fasciolegameloniani. Tant’è che, a furia di insistere, alla fine ci eravamo quasi convinti.

Sole 24 Ore: “Gualtieri: senza Mes, tensioni di cassa”, “Lettera-appello dei sindaci: ‘Il governo chieda il Mes’”. Patuelli (Abi): “È indispensabile attivare il Mes”. Corriere: “Le Regioni spingono sul Mes”. Fontana (Corriere): “Mes, governo paralizzato da ideologia e illusioni”. Panebianco (Corriere): “Perché il Mes è scomparso dai radar politici?”. Mieli: “Alla fine Conte e M5S chiederanno il Mes”. Repubblica: “Pd e Renzi sul Mes: ‘Se l’avessimo chiesto oggi avremmo i soldi’”, “Il Mes non è una trappola”, “Ue in pressing su Roma per il Mes. Gentiloni: ‘Il bazooka serve tutto’”, “Il Tesoro spinge sul Mes”, “Il governo punta al Mes”, Bonanni (Rep): “L’Italia non può dire no al Mes”. Folli (Rep): “Il Mes è l’asso nella manica del Pd”, “Prorogare lo stato d’emergenza sanitario connesso al ritorno del Covid mal si concilia col rifiuto del Mes”, “Quei 37 miliardi diventano urgenti, le casse pubbliche languono, i 5S dovranno rivedere la loro posizione”, “Nel Mes la chiave dei nuovi scenari”.

Stampa: “Mes, ecco il piano Speranza”, “Pronto il piano per il Mes”, “Mes, l’ira di Zingaretti contro Conte”, “Conte si prepara a dire di sì al Mes”, “Di Maio apre: sul Mes si può trattare”. Giannini (Stampa): “Langue penosamente la trattativa tra Pd e M5S sui 36 miliardi del Mes… L’Uomo della Provvidenza direbbe che è l’ora delle scelte irrevocabili”. Veronica De Romanis (Stampa): “Col Mes più credibili”, “La Sanità rischia, ora il Mes”, “Quell’assurdo rifiuto del Mes”.

Messaggero: “Visco sferza Conte: ‘Sul Mes troppi pregiudizi, ci sono soltanto vantaggi’”, “L’Italia adesso punta al Mes”.

Giornale: “Il governo: niente Mes. Berlusconi: serve subito”, “Allarme Mes: senza il prestito il Paese è fallito”.

Claudia Fusani (Riformista): “I 5Stelle cedono al Pd che porta a casa il Mes”.

Foglio: “Perché sì Mes”, “La fase 3 non può funzionare senza i fondi del Mes subito”.

Domani: “Avremmo dovuto prendere i soldi del Mes”.

Sassoli: “L’Italia non rinuncia al Mes. È garanzia contro le crisi bancarie” (sic), “Il Mes è un’opportunità. Tasso insuperabile” (ma non era il tonno?). Gentiloni: “Cara Italia, è tempo di Mes”, “L’Italia prenda il Mes, conviene”. Zingaretti: “Il governo non può più tergiversare sul Mes, sul tavolo risorse mai viste”. Francesco Forte, detto Mezzolitro: “Servizi sanitari scolastici e liquidità per lo Stato: perché il Mes è decisivo”, “La Caporetto dei conti viene da lontano. E serve il Mes”. Juncker, l’Altro Mezzo: “Il Mes può aiutare l’Italia”. Delrio: “Conte decida sul Mes”. Enrico Letta: “Adesso prendiamo il Mes”, “Mes e piano green: è l’ora della svolta o vincerà l’egoismo”. Monti: “La via possibile per il Mes”. Toti: “Sul Mes i governatori di destra ci sono”. Speranza: “Soldi subito col Mes”. Bonaccini: “Rischiamo uno scontro sociale, nessuno si opponga ai miliardi del Mes”, “Lunare dire no a 36 miliardi”. Bonino: “È solo un tabù ideologico, follia non usare il Mes”, “Conte ha bloccato il Mes per pagare il pizzo al M5S”. Cottarelli: “L’Italia prenda i fondi del Mes”. Marattin: “Ragioni per cui l’Italia non potrà che dire sì al Mes”. Bellanova: “Sì al Mes, anche coi voti azzurri”. Scalfarotto: “Alla Puglia serve il sì al Mes” (sic). Tria: “I fondi del Mes vanno usati subito”.

A levarci i dubbi residui provvidero i nostri spiriti guida Matteo e Maria Elena nei giorni caldi della crisi. Lui: “Qual è il punto decisivo per la rottura? Tanti. Ma su tutti il Mes” (15.1), “Non voterò mai un governo che di fronte a 80mila morti non prende il Mes” (17.1). Lei: “Iv ha chiesto al governo di prendere il Mes, non di prendere Meb” (12.1). Ora si scopre che Draghi il Mes non lo vuole. E i giornaloni preparano la ritirata: il Mes – dicono restando seri – non serve più. E Meb fa la gnorri: “Abbiamo sempre detto che il Mes non era per noi imprescindibile. Se si possono ottenere più soldi per la Sanità a un tasso migliore, non siamo innamorati del Mes. Prima di Draghi, era lo strumento più conveniente”. Ah ecco, avanti Mario e dopo Mario. Ma è tardi. Ci avete messo l’acquolina in bocca e adesso aspettiamo il bocconcino servito in tavola. Sennò potremmo sospettare che quelli di prima non fossero incompetenti o quelli di adesso non siano competenti. Quindi poche balle: ce l’avete promesso e ora ce lo date. Punto. E Mes.