Il 22 Gennaio 2021, i Carabinieri del R.O.S. e la Polizia penitenziaria del  NIC – Nucleo Investigativo Centrale-, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 12 soggetti[1], ritenuti responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, riciclaggio e intestazione fittizia di beni aggravati dal fine di agevolare il clan dei Casalesi – Gruppo Zagaria.

Le indagini del ROS e del NIC da cui scaturisce il provvedimento, svolte tra il febbraio 2016 ed il maggio 2019, hanno documentato come CAPALDO Filippo, nipote ed erede designato di ZAGARIA Michele, fino alla sottoposizione al regime carcerario ex art. 41 bis[2] ord. pen., con la collaborazione dei fratelli Nicola e Mario Francesco e dei sodali SICILIANO Paolo e OTTIMO Alfonso, abbia diretto il clan assumendo una posizione dominante nel settore della grande distribuzione alimentare.

In tale contesto è stata dimostrata la partecipazione della famiglia CAPALDO nella “DISTRIBUZIONE SICILIANO S.r.l.” operante nel commercio all’ingrosso di prodotti alimentari, nelle catene di supermercati “PELLICANO” e “JOLLY MARKET” presenti con 21 punti vendita nella provincia di Caserta, nelle aziende produttrici di beni alimentari “OVOPIÙ DI GRAVINA GIUSEPPE srls” e “I SAPORI DI BUFALA srls”, nella “3K srls” impresa attiva nella produzione e commercializzazione di prodotti in plastica destinati all’uso alimentare nonché nella “SANTA MARIA srl” utilizzata per continuare a distribuire il latte a marchio Parmalat in territorio casertano dopo la confisca della “EUROMILK srl”.

Da ultimo sono stati documentati gli investimenti dei CAPALDO a Tenerife, ove dalla primavera del 2017 hanno avviato un’attività di noleggio veicoli.

Tra i provvedimenti emessi risultano 4 misure interdittive della sospensione dall’esercizio dell’impresa ex art. 290 c.p.p. per anni uno, nei confronti di altrettanti 4 soggetti titolari di aziende riconducibile all’organizzazione investigata.

[1]     nr. 7 misure cautelari in carcere, nr. 1 misura cautelare agli arresti domiciliari e 4 misure interdittive della sospensione dell’esercizio d’impresa.

[2]     avvenuta il 6 febbraio 2016.