Buongiorno

MATTIA FELTRI

Sul monte Sinai

Sul monte Sinai

Però sono coerenti e compatti. Nella Lega, dico. Potrà non piacere la loro politica, il sovranismo, la sfrontatezza associata a una qualche superficialità, l’approccio ai migranti, la rudezza lessicale, quello che volete, però bisogna ammettere che marciano come una falange. Ieri sera Matteo Salvini ha chiamato i suoi presidenti di regione e gli ha detto, presidenti di regione, che vogliamo fare? E quelli, insieme col segretario, in dieci minuti netti hanno messo giù un documento che pareva le tavole della legge sul monte Sinai, «impensabile immaginare una chiusura a partire dal prossimo weekend», a meno che non ci siano ristori totali e immediati. Firmato da Fedriga (Friuli), Fontana (Lombardia), Fugatti (Trento), Tesei (Umbria), Spirlì (Calabria) e Zaia (Veneto). Coerenti e compatti.

Certo, a guardare il pelo nell’uovo, ieri mattina Zaia aveva detto il contrario, che il governo chiude tutto e subito, e dal prossimo weekend, oppure ci pensa lui. Certo, ieri mattina Fugatti aveva detto il contrario, che serve la zona rossa e in tutta Italia, sin da sabato. Certo, ieri mattina Tesei aveva detto il contrario, che si sarebbe adeguata alle decisioni del governo, perché la sicurezza è fondamentale. Certo, ieri mattina Fedriga e Fontana erano già perplessi, se si deve chiudere si chiuda, ma non scordate i ristori. Già meno coerenti, già meno compatti. Ma in un batter d’occhio, allo schioccar di dita del Capitano, si sono ricomposte quelle piccole fratture tipiche di ogni buona famiglia: dove c’era sì mettere no, dove c’era no mettere sì, e via, coerenti e compatti verso una solida cultura di governo.