La curva del contagio è appiattita Rt verso 1, la quota “crescita zero”

Il calo dei contagi rilevati si comincia a vedere, negli ultimi sette giorni le Regioni ne hanno notificati il 2,5% in meno rispetto alla settimana tra il 7 e il 13 novembre. Rt, il tasso di trasmissione del virus, nel monitoraggio settimanale del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità, è sceso da 1,43 a 1,18 secondo un calcolo che si ferma a qualche giorno fa; a fine ottobre era a 1,72. Gli esperti ritengono che sia sceso ancora, quasi a 1: significa che una persona infetta ne contagia solo un’altra, sotto 1 l’epidemia smette di crescere. Sardegna (0,84), Lazio (0,9) e Liguria (0,92) hanno già raggiunto l’obiettivo, almeno per ora. Lombardia (1,25) e Piemonte (1,1) migliorano, Basilicata (1,54) e Toscana (1,44) hanno i valori più alti.

“È l’effetto delle misure adottate”, osserva Giovanni Rezza che dirige la Prevenzione al ministero della Salute. Solo l’Abruzzo si aggiunge alle Regioni rosse, ma il presidente Marco Marsilio aveva già provveduto da sé. Il Lazio, sempre in area gialla, per precauzione chiude negozi e supermercati alle 21. Veneto, Molise e Friuli-Venezia Giulia, i primi due gialli e il terzo arancione, sono invitati ad assumere provvedimenti più restrittivi in base a criticità riscontrate nel report settimanale. Restano rosse, con ordinanza del ministro Roberto Speranza valida fino al 3 dicembre quando arriverà il nuovo Dpcm, Lombardia, Piemonte, Val d’Aosta e Calabria; arancioni Puglia e Sicilia. Per queste Regioni il provvedimento, che dura 15 giorni, era in scadenza. Possibile, con intesa governo-Regioni, solo attenuare le misure in porzioni del territorio: i tentativi dei cosiddetti governatori non mancheranno. Per Toscana e Alto Adige (rosse), Liguria, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Friuli-Venezia Giulia e Basilicata (arancioni) si vedrà tra una settimana. Le Regioni scalpitano per riaprire il più possibile dal 27 novembre o dal 3/4 dicembre per il Natale: tempi e modalità sono oggetto di negoziati. Ma gli esperti avvertono: “L’incidenza” dei casi di Covid-19, ha detto il professor Rezza, “è ancora elevata, supera 730 per 100 mila abitanti” (anche 800 secondo il Centro europeo per la prevenzione delle malattia, Ecdc: solo l’Austria sta peggio nell’Europa occidentale). Quindi, spiega Rezza, “bisogna continuare a prendere precauzioni, le norme in vigore devono restare ancora valide”.

Ieri il bollettino diceva 37.242 nuovi casi con 238.077 tamponi (15,64% contro il 14,46% di giovedì). La media degli ultimi sette giorni è a poco più di 34 mila casi giornalieri e una settimana fa era appena sotto i 35 mila; il tasso di positività dei tamponi è sceso dal 16,3% al 15,8% su base settimanale. Aumentano, però, i morti: ieri 699 (il totale sale a 48.569) per una media settimanale che in pochi giorni è passata da 590 a 632. Purtroppo continueranno ad aumentare, perché dipendono dai contagi delle scorse settimane. Peraltro l’Iss avverte che l’età mediana dei contagiati (rilevati) cresce: in estate era scesa a 30 anni, ora è già a 48, ma a marzo-aprile era oltre i 60.

I ricoveri, invece, aumentano meno. “La probabilità di saturazione dei posti letto si è un po’ allontanata”, ha detto il professor Silvio Brusaferro (Iss), per quanto le condizioni degli ospedali siano al limite. Ieri i letti occupati nei reparti ordinari sono aumentati di 437 unità, solo 13 in Lombardia che conta 8.304 ricoveri (più 930 in terapia intensiva), ma in alcune Regioni (Toscana, Liguria, Umbria, Bolzano, Val d’Aosta, Molise) sono diminuiti. Nelle aree mediche i pazienti sono in tutto 33.957, da diversi giorni oltre il picco di 29.010 del 3 aprile scorso. Altri 36 letti sono stati occupati in terapia intensiva, per un totale di 3.747 (vicini al record di 4.068 del 4 aprile): “Sono soprattutto uomini attorno ai 70 anni”, ha spiegato Brusaferro. Attenuare la pressione sugli ospedali è l’obiettivo più importante: la maggior parte delle Regioni è fuori dalle soglie (30% nelle rianimazioni, 40% nei reparti ordinari) con effetti drammatici sulle cure extra Covid e sulle condizioni di lavoro degli operatori socio-sanitari. La discesa dei contagi è iniziata, quella delle ospedalizzazioni sarà più lunga.

Fonte: di Alessandro Mantovani/ Il Fatto Quotidiano