Cda della Scuola Forense Fest: la delibera del Consiglio dell’Ordine dei componenti fu regolare. Respinto dal tribunale anche il reclamo proposto da nove avvocati.

Il tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere, con un’ordinanza depositata nei giorni scorsi, ha respinto per la seconda volta l’azione legale di nove avvocati che avevano contestato la delibera del Consiglio dell’Ordine forense con la quale fu deciso il Consiglio di amministrazione della Scuola Forense «Fest». I ricorrenti, avevano presentato prima un ricorso cautelare, rigettato dal giudice del tribunale sammaritano lo scorso luglio e poi un reclamo, a fronte del rigetto, che ha avuto la stessa sorte. Le toghe di opposizione, in larga parte vicine alla compagine «Dignità Forense» (ispirata dall’avvocatessa Angela Del Vecchio) avevano ritenuto illegittima, per una serie di motivi, la delibera del Consiglio che nominava il Cda della Fest ma il collegio giudicante (presidente Raffaele Sdino, giudice Antonio Schiattarella, giudice relatore Marta Sodano) si è pronunciato anche sul «fumus» evidenziando la totale infondatezza delle ragioni di diritto esposte dagli avvocati Emilia Borgia, Gianmarco Carozza, Marisa De Quattro, Tiziana Ferrara, Ottavio Pannone, Ugo Verrillo, Giuseppe Gallo, Giuseppe Tamburrino e Laura Tramontano assistiti dall’avvocato Luigi Ricciardelli.  Insussistenti per il tribunale, dunque, il «fumus boni iuris» ed il «periculum in mora», anzi qualche addetto ai lavori ha evidenziato che si poteva correre il rischio di danneggiare la fondazione, come effetto inverso. Giudicata quindi cristallina la delibera consiliare: nessuna nullità dell’atto, nessuna violazione sotto il profilo della volontà assembleare; nessuna violazione su una presunta assenza di una preventiva discussione in ordine ai nominativi proposti in sede di votazione e altre questioni sollevate dai ricorrenti. Nel giudizio si sono costituiti gli avvocati Francesco Buco e Bernardino Lombardi in qualità di Presidente e consigliere di amministrazione della Fondazione e l’avvocato Roberto Santoro, il quale ha nuovamente evidenziato di non trovarsi in alcuna situazione di incompatibilità rispetto alla copertura della carica di consigliere del Cda della Fondazione, avendo rinunciato alla procura conferitagli mesi prima dell’avvenuta nomina. Circostanza, quest’ultima accolta in pieno dal collegio.

 

FONTE: DA “IL MATTINO”