Stato di crisi: Messaggero, Gazzettino e Quotidiano ( per ora escluso Il Mattino )

DAL PRIMO LUGLIO scatta lo stato di crisi al Messaggero che nel giro di due anni accompagnerà in prepensionamento quattordici redattori. Per la verità i manager di Caltagirone hanno preparato un elenco di venti giornalisti perché sperano in un aiutino di qualche politico che allarghi la copertura finanziaria delle uscite o consenta la proroga di un anno dello stato di crisi. I quattordici in uscita perché nel biennio compiranno i sessantadue anni necessari con venticinque di contributi, requisiti indispensabili per lo scivolo, in realtà sono tredici perché il più anziano, il vice direttore

Osvaldo De Paolini, a dicembre compirà settanta anni e non ha bisogno di scivoli. È inoltre probabile che l’editore e il direttore Virman Cusenza vorranno averlo ancora in redazione.

Lo stato di crisi prevede due giorni di cassa integrazione al mese per tutti i giornalisti con un taglio del 9,23 per cento dello stipendio compensato soltanto in parte dai 46 euro lordi erogati dall’Inpgi. Sarà una cassa verticale con due giorni di mancato lavoro con l’eccezione per direttore, i tre vice e i due redattori capo centrali che grazie a turni elastici e, in genere, più lunghi avranno un taglio orario orizzontale.

Attualmente l’organico conta 113 unità, con 103 a tempo indeterminato, tre con contratto a termine e sette articoli 36 (pubblicisti che lavorano in redazione con un tetto orario di trentasei ore settimanali senza esclusività professionale; al Messaggero sono tutti part time). L’accordo tra il comitato di redazione e l’azienda prevede che per ogni due prepensionati venga assunto un giornalista con contratto a tempo indeterminato, quindi le tredici uscite saranno in parte compensate da sei nuovi arrivi.

La richiesta iniziale dell’azienda prevedeva cinque giorni di cassa integrazione e la ‘razionalizzazione’ delle sedi distaccate, che tradotto voleva dire la chiusura di qualche redazione locale ma il comitato di redazione (Elena Panarella, Fabio Rossi e Riccardo Tagliapietra) è riuscito a contenere i danni portando a due i giorni di cassa ed eliminando i tagli ‘periferici’. L’accordo siglato da un cdr anomalo, con due campani (Panarella e Rossi) e un veneto (Tagliapietra), è stato approvato con voto elettronico dai redattori con 73 favorevoli e 13 contrari.

Prima dell’ammiraglia Messaggero lo stato di crisi è stato avviato al Gazzettino di Venezia e al Nuovo Quotidiano di Puglia. In Veneto la cig è partita a febbraio e tra i prepensionandi c’è il direttore Roberto Papetti che compie i sessantadue anni il 15 febbraio del 2022. Uguale situazione a Lecce dove il biennio è scattato il primo aprile con un organico di venticinque unità, di cui ventitré articoli 1 e due articoli 36. Tre le uscite previste e tra queste ci sarebbe anche il direttore Claudio Scamardella, che guida il giornale pugliese dall’ottobre 2009 e festeggerà i sessantadue anni nel dicembre del 2021. Per i direttori però sarà l’editore a decidere se trattenerli in servizio.