A partire da OGGI 6 gennaio 2020/ Riprenderà le pubblicazioni su /“CRONACHE di CASERTA”/ la rubrica/ DELITTI & PROCESSI di TERRA di LAVORO
– Sulle pagine del quotidiano “Cronache di Caserta”, con cadenza ogni lunedì, riprende – a partire dal prossino 6 gennaio 2020 – dopo una sospensione forzata di quasi due anni, a causa del trasferimento dell’Archivio di Stato, dalla vecchia sede, alla Reggia di Caserta, la rubrica “Delitti & Processi di Terra di Lavoro”, a cura del giornalista Ferdinando Terlizzi.
Un particolare ringraziamento della nostra redazione va al direttore Dr. Raffaele Traettino, alla dottoressa Paola Vona, e a tutti gli altri funzionari che, con enormi sacrifici e dedizione, mettono a disposizione degli studiosi (su prenotazione e per alcuni giorni la settimana) il materiale da consultare ed hanno perciò consentito alla ripresa di questo interessante spaccato di storia.
E’ un lavoro delicato e gravoso. Infatti i processi, che per ragioni di spazio restano ancora conservati nella vecchia sede, a richiesta, vengono prelevati con un furgoncino, scortato dai vigili urbani ella città di Caserta, e portati nei saloni della Reggia per le consultazioni.
Secondo una norma tutti i processi celebrati dalle Corti di Assisi, trascorso un periodo di anni 40, debbono essere conferiti al patrimonio dell’Archivio di Stato. A Caserta sono conservati i processi dal 1900 al 1960. Quelli successivi sono ancora giacenti presso l’archivio del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e non possono essere conferiti per mancanza di spazio.
Una via percorribile per affrontare il problema (almeno per quanto riguarda i processi di particolare interesse storico-sociale) è il versamento anticipato all’Archivio di Stato dei fascicoli di procedimenti già chiusi con sentenza definitiva prima del termine di 40 anni dall’esaurimento degli affari previsto per legge. Da qualche anno è consentito procedere al versamento anticipato dei documenti ai competenti Archivi di Stato non solo nell’eventualità già prevista di rischio di dispersione o danneggiamento delle carte ma anche nel caso di accordo tra il direttore dell’Archivio e l’ufficio versante. Il termine di 40 anni, infatti, rischia di risultare lunghissimo nel caso della documentazione giudiziaria, se consideriamo l’inusuale lunghezza di procedimenti di grande rilevanza: si pensi ai processi per la strage di piazza Fontana del 1969, definitivamente conclusi in Cassazione nel 2005, o ai processi per la strage di Brescia del 1974, tuttora in corso.
Il nuovo emendamento dunque può favorire il passaggio dei documenti giudiziari alla sede che meglio può garantirne la conservazione in tempi più ravvicinati alla data di conclusione dei processi, previo accordo tra il tribunale e l’Archivio di Stato competente. Un esempio virtuoso in questo senso viene dai recenti accordi conclusi tra il Tribunale e l’Archivio di Stato di Milano.
L’antica Terra di Lavoro, come è noto, comprendeva, oltre all’attuale provincia di Caserta, parti delle attuali province di Napoli, Avellino, Latina, Frosinone, Benevento, nonché Venafro e le zone adiacenti fino a Capriati al Volturno, nell’attuale Molise.
Per converso, la documentazione della provincia antica interessa un territorio assai più ampio della sua attuale circoscrizione, dato che essa subì nel corso dei secoli frequenti e rilevantissime variazioni territoriali, che ne ridussero progressivamente i confini a partire da un’estensione iniziale vastissima.
Località che oggi appartengono alle province di Latina (qualche esempio: Gaeta, Formia, Fondi), di Frosinone (Sora, Cassino, Arpino ecc.) e di Napoli (Nola con tutto il suo circondario) fecero parte di “Terra di Lavoro” fino all’anno della sua soppressione; analogo discorso, limitatamente all’epoca preunitaria, vale per località delle attuali province di Benevento, Avellino ed Isernia (ad esempio Venafro). Tutte queste zone rientravano quindi amministrativamente nella giurisdizione dell’Intendenza e poi Prefettura di Caserta, e giudiziariamente (almeno in parte) in quella del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.