Accoppiate di buffoni? Lo spettacolo dato al Senato è ridicolo, se non fosse tragico.

Una sequela d’insulti reciproci e di sciocchezze, more solito, è stato il contenuto del dibattito al Senato.

Il connubio Lega-5Stelle non è stato dei più felici, ma è stato.

Questo Parlamento non è peggio di tanti altri, ma è lo sfogo di una frustrazione da complessati che rischiano di non tornare più sugli scranni e di rientrare nell’ombra, se si andasse a votare.

L’accoppiata Grillo-Renzi, con la possibile regia di Berlusconi, potrebbe far furore in uno spettacolo tutto da ridere. Ma del Paese se ne preoccupa qualcuno?

Devo dire che mi piace il taglio di 345 parlamentari proposto da 5Stelle e giunto, ormai, all’ultima tappa della modifica costituzionale che comporta. Non so se andrà in porto, ma visto che il taglio della testa non è più di moda, mi accontento, anche se di malavoglia.

Ascoltando il dibattito parlamentare e, più ancora, i vari opinionisti sulla mozione di sfiducia presentata da Salvini nei confronti del Presidente Conte, trionfa il livore, esce il buon senso e alla fine mi chiedo: ma di che si parla?

Il connubio Lega-5Stelle non è stato dei più felici, ma è stato. Molte cose sono state fatte, bene o male poco importa (tutti possiamo sbagliare). D’altro canto, i matrimoni infelici sono la maggioranza. E che i coniugi parlino l’uno male dell’altra è quasi fisiologico. Però, da fuori dalla mischia, mi pongo alcune domande.

1° – Salvini ha registrato da ultimo due ultimi successi, l’approvazione del decreto bis sulla sicurezza (con l’appoggio di 5Stelle) e la definizione della questione TAV, come da decisione formale del Presidente Conte. Mi sembra difficile credere che Conte che abbia agito senza il consenso di Di Maio), anche se 5Stelle ha presentato una mozione contro la TAV che è stata bocciata da tutti gli altri gruppi o quasi. 5Stelle ne ha fatto un trauma? No. Si è formata un’altra maggioranza parlamentare sul tema TAV? Non direi.

2 – Dopo questi successi, la Lega presenta una mozione urgente di sfiducia nei confronti di Conte. Perché contro Conte? Cosa ha fatto di male o di controlega? Non lo sappiamo e non lo si capisce. Anzi, ha dato una mano non indifferente sulla TAV. Nel caso di cui sopra, di un matrimonio infelice, è come se uno dei due partners se la prendesse con il prete che ha officiato il sacramento. La questione, però, è che Salvini, forse, ha fiutato il vento sempre più odoroso delle proiezioni e vuole approfittare dei consensi crescenti di cui gode. Per questo vuole che si vada a votare. 5Stelle è in crisi, dopo tante sconfitte ideologiche, il PD è sull’orlo della disunione endemica, Forza Italia è ai minimi storici. La scure delle votazioni taglierebbe la testa alle opposizioni. È il momento giusto? Forse è stata una mossa intempestiva.

3 – È la crisi? Non lo sappiamo. Il governo giallo-verde è in carica, anche se i due coniugi si sparano a palle incatenate, Conte dice che se ne deve occupare il Parlamento, Salvini e tutti gli altri invocano nuove elezioni e si scatenano tutti gli ipocriti del momento. C’è però un fatto: è il Presidente della Repubblica che deve constatare le dimissioni del governo, tentare di salvare la legislatura, formare un altro governo con maggioranza più stabile oppure reincaricare Conte per gli affari correnti e indire nuove elezioni. A parole tutti le vogliono, e subito. Nei fatti, si cerca di allungare il brodo, con soluzioni alternative.

4 – Il Parlamento è come un asino in mezzo al guado. C’è un’altra maggioranza possibile? I numeri sono quelli delle vecchie elezioni politiche, numeri fasulli, perché la situazione è enormemente cambiata. Si possono fare nuove alleanze, innaturali, ma in Parlamento contano i numeri, non le posizioni politiche. Ciò che era impensabile al momento della formazione del governo giallo-verde potrebbe ora essere possibile. Spunta Renzi, che allora sparava a zero contro 5Stelle e che, adesso, ipotizza un accordo di legislatura PD-5Stelle. Ciò che era improbabile quattordici mesi fa ora sarebbe, invece, possibile. Salvini, allora, ricorre al vecchio centro-destra. I numeri di Forza Italia, al tramonto, adesso gli servono e Berlusconi rialza la testa.

5 – In questa confusione, che fare? Si discute molto seriamente se la sfiducia si discuterà domani o fra una settimana. Un problema fondamentale, evidentemente, se i capi-gruppo e i Senatori della Repubblica perdono tempo su questo problema. Cosa cambia nella sostanza dei fatti? Nulla. Si spera che con una settimana di tempo Renzi prevalga su Zingaretti, che è contro l’ipotesi di un accordo con 5Stelle, e che una nuova formazione maggioritaria offra a Mattarella l’ipotesi di un altro governo, rinviando la data delle elezioni. 5Stelle tace. Non ha una proposta politica. Non ne ha mai avute però è disponibile ma fino a che punto non si sa. Teme un nuovo disastro elettorale e l’inevitabile cambio della dirigenza. La stella di Conte brilla sull’onda dei consensi. Ci sono vari modi per suicidarsi. Meglio non scegliere.

6 – Lo spettacolo dato al Senato è ridicolo, se non fosse tragico. Del Rio, del PD, accanito renziano, alla prima uscita parlamentare di Conte gli dette del buffone, dell’incapace e della marionetta. Ora, potrebbe fare un governo con lui.

Una sequela d’insulti reciproci e di sciocchezze, more solito, è stato il contenuto del dibattito al Senato. Rancori e timori, invidie personali e attaccamento alle poltrone e alle indennità hanno fatto il resto. Si crede che la polemica rovente sull’abbronzatura di Salvini in ferie abbia un senso. Tutti parlano di democrazia, violata, restaurata, imperante, ma nessuno è capace di esprimere educatamente le proprie convinzioni, con la pacatezza di chi ne è convinto e vuole convincere. Fanno i gradassi, perché sono protetti dall’immunità parlamentare. Questo Parlamento non è peggio di tanti altri, ma è lo sfogo di una frustrazione da complessati che rischiano di non tornare più sugli scranni e di rientrare nell’ombra, se si andasse a votare. L’accoppiata Grillo-Renzi, con la possibile regia di Berlusconi, potrebbe far furore in uno spettacolo tutto da ridere.

Ma del Paese se ne preoccupa qualcuno?

 

 

L’articolo di fondo del nostro esperto di politica

 

(di Stelio W. Venceslai)

 

 

Roma, 14/08/2019