La Seconda Guerra  Napoletana/ Società Editrice Napoletana (Sen) – 1987 La copertina è stata illustrata dal magistrato pittore Gennaro Del Tufo di Chiuppeto /Ristampa con il titoloLa Seconda Guerra  Napoletana alla camorra/Nel  2005 con Tullio Pironti Editore

Da camorristi a poliziotti nel giro di una settimana, e da poliziotti a carcerati qualche mese dopo: forse in nessuna città è mai accaduto che, per assicurare l’ordine pubblico nel pericoloso momento del cambiamento di regime, un Prefetto si rivolgesse ai capi della malavita organizzata promettendo, per ottenere i favori, gratificazioni che di lì a poco sarebbero state rinnegate. Accadde a Napoli nel settembre del 1860. Fu quella la “Prima guerra napoletana”, secondo la definizione dell’avvocato Garofalo, il quale precisando che la Terza è tuttora in corso – si occupa in questo libro della “Seconda guerra”, quella che presenta incredibili analogie e singolari somiglianze con eventi malavitosi e giudiziari più recenti.

 

Teatro di Giustizia – Nel 1996 con  Tullio Pironti Editore – La copertina è stata illustrata dal magistrato pittore Alfonso Malinconico ( Mali)

Per motivi di donne Cesare Riccardi, un prete di Cimitile, uccise, nel 1669, don Alessandro Mastrillo, duca di S. Paolo di Nola. Dallo scontro con i giudici, che accusò con pubblico manifesto di essere complici dei potenti e persecutori dei deboli, finì a capo della delinquenza organizzata del Regno di Napoli. Generoso e spietato, impose tangenti singole e collettive, rapinò, incendiò, sequestrò cittadini e giudici a cui impose il prezzo del riscatto. Giustiziò con ferocia i traditori, minacciò, e in parte eseguì, di interrompere i rifornimenti di viveri alla Città. Legislazione e giudici di emergenza contribuirono a rafforzargli la simpatia e la solidarietà dei napoletani.  La narrazione della sua storia oscilla come un pendolo tra passato e presente sul secolare teatro di giustizia di Castelcapuano dove giudici, accusati, accusatori, difensori, pentiti, carcerieri, carcerati, protagonisti e comparse hanno recitato copioni spagnoli, borbonici, unitari, repubblicani. Senza novità. Alla ribalta è tornato anche un personaggio che Napoli avrebbe voluto cancellare dalla sua storia e dalla sua memoria: Onofrio Viscardi. Per aver salva la vita venne a patti col giudice. Si pentì e consegnò i figli innocenti alla giustizia e al boia.

L’Empia Bilancia Tosatori di monete  e di giustizia/ Tullio Pironti Editore – 2011

Gaspare Starace, cassiere maggiore del Banco dello Spirito Santo di Napoli, fu arrestato e processato dalla Gran Corte della Vicaria e dalla Real Camera di S. Chiara per spaccio di zecchini tosati (scarsi di peso), uso di bilancia e pesi truccati, abusivo esercizio di finanziamento, reati punibili con la pena di morte. La descrizione delle fasi e dei tempi dell’annoso processo ha richiesto il richiamo della legislazione sulle monete, sui banchi, di eventi storici, giudiziari e di cronaca collegati a coloro che, a vario titolo, si occuparono o ebbero a che fare con la vicenda giudiziaria. Un elenco nutrito: il re Carlo di Borbone, il capo del governo Gioacchino Montealegre, il ministro della Giustizia Don Bernardo Tanucci, i giudici, i testimoni, gli investigatori, gli avvocati, i carcerieri. Una folla di personaggi che si mosse per il palazzo e per Castelcapuano, secolare teatro di giustizia napoletana, in un sistema legislativo-giudiziario che di frequente l’autore confronta con quello attuale traendone conclusioni che il lettore giudicherà se giuste o non.